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Cospito resta al 41bis: i giudici dicono no ai domiciliari

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Cospito resta al 41bis: i giudici dicono no ai domiciliari

Alfredo Cospito resta al 41bis in ospedale. Sia il tribunale di sorveglianza di Milano che quello di Sassari hanno rigettato la richiesta di trasferire l’anarchico ai domiciliari a causa dei seri problemi di salute.

Il motivo è semplice: lo stato di salute di Cospito è dovuto “esclusivamente” alla sua volontà di portare avanti lo sciopero della fame.

La condizione sanitaria di Cospito, scrive la Sorveglianza di Milano citata da Repubblica, “non si palesa neppure astrattamente confliggente con il senso di umanità della pena, avuto riguardo alle condizioni oggettive del detenuto”.

Condizioni, rilevano i giudici, “che, certamente precarie e a grave rischio, sono il frutto di una deliberata e consapevole scelta e attraverso l’ubicazione nel reparto ospedaliero dove si trova possono essere monitorate nel modo più attento”.

E anche se nel provvedimento di Sassari è scritto che “le attuali condizioni di salute di Cospito sono oggettivamente incompatibili con la carcerazione, in regime di 41 bis o meno”, visto che “lo stato di malattia è esclusiva conseguenza delle determinazione dello stesso detenuto sopra riassunte, nessun differimento, sotto alcuna forma, può essere disposto”.

Non solo. Nelle motivazioni di Milano si parla anche di “strumentalità” dello sciopero della fame portato avanti da Cospito, che “è assolutamente certa e ha dato corso alle patologie oggi presenti”.

“Dagli atti – si legge nel rigetto firmato da Giovanna Di Rosa, presidente della Sorveglianza, e dalla giudice Ornella Anedda e riportato integralmente da Rep – risulta che la condizione clinica del detenuto è diretta conseguenza dello sciopero della fame che egli sta portando avanti fin dall’ottobre 2022. Si tratta, come dallo stesso affermato sia tramite il suo difensore, di una forma di protesta non violenta consistente nel comportamento volontario di rifiuto dell’alimentazione (con assunzione però di acqua, sale, zucchero, integratori, di recente questi ultimi rifiutati) per protestare contro il regime del 41 bis”.

Nel provvedimento si legge ancora che “Cospito è lucido, collaborante, non emergono alterazioni della percezione né acuzie psichiatriche in atto ed egli appare consapevole dei rischi connessi alla prosecuzione del regime dietetico” E “da nessun elemento in atti, neppure da alcuna deduzione difensiva, si trae che la scelta di Alfredo Cospito di intraprendere e, attualmente, proseguire nello sciopero della fame, possa essere ricondotta a tratti disfunzionali di personalità (sui quali sarebbe altrimenti doveroso indagare).

“Al contempo – scrivono i giudici – egli appare determinato nel rifiuto delle terapie proposte, esprimendo così il suo spazio di autodeterminazione, al fine di provocare gli effetti di cambiamento a livello giudiziario, politico e legislativo dallo stesso auspicati”: l’annullamento del 41bis per sé e altri detenuti al carcere duro.

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