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    Coronavirus, morto a Roma un ragazzo di 34 anni. Il padre: “Era sano e non fumava”

    Credits: ANSA / Massimo Percossi

    Emanuele Renzi è la più giovane vittima nel Lazio. Il papà: "Non aveva nessuna malattia, aveva un fisico da sportivo"

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 23 Mar. 2020 alle 11:26 Aggiornato il 23 Mar. 2020 alle 12:23

     

     

    Coronavirus, a Roma morto ragazzo di 34 anni: “Era sano e non fumava”

    “Mio figlio stava bene, era sanissimo, non aveva nessuna malattia, aveva un fisico da sportivo e non fumava”: è perentorio il padre di Emanuele Renzi, il ragazzo di 34 anni morto qualche giorno fa a Roma a causa del Coronavirus, interpellato dal Corriere della Sera. Il giovane è deceduto nella notte tra sabato e domenica al policlinico Tor Vergata, dopo aver passato sei giorni in terapia intensiva, attaccato al respiratore e in continuo contatto con la famiglia. Emanuele è la più giovane vittima del Covid-19 nel Lazio, Regione che conta attualmente 1.272 positivi, 53 morti e 58 guariti.

    Nato a Cave, nella provincia della Capitale, il 34enne viveva a Roma da tempo. Ex studente di ingegneria, lavorava da otto anni in un call center, Youtility. E proprio nella sede romana dell’azienda, in questi giorni, è scoppiato il panico. Si è cercato, infatti, di ricostruire tutti i movimenti di Emanuele Renzi: dal viaggio in Spagna, a Barcellona, dal 6 all’8 marzo, fino al rientro a lavoro. Qualche giorno dopo la febbre, l’auto-isolamento fino al 16 marzo e la successiva corsa in ospedale. Il tampone positivo, il peggioramento delle sue condizioni, fino al tragico epilogo.

    Una decina di suoi colleghi sono stati messi in quarantena, ma molti altri – in questi giorni – si stanno lamentando del fatto che lo smart working è stato attivato non per tutti. Con i grandi rischi che ne conseguono. Alcuni di loro ne hanno parlato direttamente con TPI denunciando tutti i loro timori: “Siamo obbligati ad andare al lavoro e abbiamo paura di contagiare o essere contagiati. Siamo ammassati in una stanza chiusa con pc e cuffie condivise e senza protezioni obbligatorie”, hanno spiegato.

    Nelle prossime ore verrà svolto un sopralluogo nella sede del call center, poi si deciderà il da farsi. Ma nel frattempo una famiglia piange un ragazzo di soli 34 anni, che oltre a lasciare un grande vuoto nei genitori che non hanno neanche potuto vederlo dopo il ricovero, lascia un figlio di soli sei anni.

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