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Coronavirus: a Milano negozi, bar e ristoranti cinesi chiudono “per rispetto” verso la città

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"Ci scusiamo con la clientela, ma per la salute di tutti abbiamo deciso di sospendere l'attività", si legge sui cartelli affissi sui negozi.

Coronavirus: a Milano negozi, bar e ristoranti cinesi chiudono “per rispetto” verso la città

“Ci scusiamo con la clientela, ma per la salute di tutti abbiamo deciso di sospendere l’attività”, si legge sui cartelli affissi sui negozi cinesi. La comunità di Milano ha deciso di chiudere le attività commerciali come parrucchieri, manicure, ristoranti, market “fino a data da destinarsi”.

S&D

La scelta è stata presa in autonomia da ogni categoria di commercianti e condivisa un po’ da tutti, come spiega su Facebook Francesco Wu, referente di Confcommercio Milano per l’imprenditoria straniera e presidente onorario dell’Unione Imprenditori Italia-Cina (qui la sua intervista di qualche settimana fa a TPI).

“Da lunedì 24/2/2020 moltissime attività a gestione italocinese a Milano ed in particolar modo in Paolo Sarpi inizieranno a chiudere fino a quando la situazione generale non migliorerà”, si legge nel post di Wu su Facebook. “C’è chi chiude per mancanza di clientela e chi per precauzione e chi per tutti e due i motivi anche se non sono attività interessate dall’Ordinanza del Ministero della Salute, poiché la sensazione generale è che la situazione in Lombardia è ormai del tutto imprevedibile, ahimè”.

“L’ordinanza del Ministero della salute richiede di ridurre le occasioni di contagio? Ecco la Comunità cinese risponde in modo responsabile: molti di quelli che lavoravano chiudono ugualmente anche se non coinvolti dall’ordinanza, quindi più ligi ancora”, prosegue il post. “Vista anche l’esperienza cinese in Cina forse fanno bene? Non so dirvi finora in che percentuale siano le chiusure, spero temporanee, ma sembra che abbiano già coinvolto moltissime delle attività commerciali italocinesi a Milano. Forse arriverà la disposizione, come ha riferito Il Presidente Fontana se la situazione lo dovesse richiedere, di chiudere la Lombardia come Wuhan e quindi di chiudere tutte le attività commerciali non strettamente necessarie ( come i supermarket, panettieri, farmacie etc ) per ridurre drasticamente le occasioni di contagio; Se dovesse essere così ripartiremo più forti una volta finito l’emergenza perché Milano ha questa capacità e forza, aspettiamo fiduciosi le disposizioni delle autorità. Forza Milano! Forza Lombardia”

“Ogni settore commerciale della comunità cinese ha deciso in autonomia già da venerdì di chiudere le attività, sia per un calo della domanda di servizio, sia per rispetto verso la città in un momento difficile”, ha detto Wu a Repubblica l’imprenditore cinese che vive in Italia da molti anni. “Non c’è stato un ordine dall’alto arrivato dai vertici o dall’ambasciata cinese, ma una consultazione orizzontale, nelle chat, dei ristoratori fra di loro, come dei baristi, come dei parrucchieri e degli estetisti”.

“L’iniziativa è volta a dare un concreto contributo alla tutela della salute di tutti e non ha nulla a che vedere con il timore che vi sia presenza di persone portatrici del virus e/o contagiate dallo stesso tra i titolari e i dipendenti delle attività”, si legge sulla rivista ufficiale dell’Ambasciata cinese Il filo di seta. “È semplicemente una forma di rispetto ed attenzione ed una manifestazione di reale interesse e preoccupazione nei confronti delle persone e del Paese in cui tutti noi – indipendentemente dalle nostre origini – viviamo”.

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