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    Coronavirus, un modello matematico prevede il trend della diffusione. Ass. Coscioni: “In Piemonte ha funzionato”

    Credit: Ansa

    Il contributo scientfico è una risorsa fondamentale di studio e risposta concreta alla diffusione del coronavirus in Italia

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 11 Mar. 2020 alle 14:35 Aggiornato il 11 Mar. 2020 alle 15:01

    Coronavirus, un modello matematico prevede il trend della diffusione. Ass. Coscioni: “In Piemonte ha funzionato”

    Il professor Enrico Bucci, docente di Biologia presso la Temple University di Philadelphia, ha messo a punto un modello matematico virtuoso che aiuta a sfruttare il divario esistente tra le regioni più colpite dal coronavirus e quelle meno toccate, per ottimizzare le risorse e scongiurare il collasso degli ospedali.

    Bucci, membro dellAssociazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, ha realizzato il modello insieme a Enzo Marinari, Professore Ordinario di Fisica Teorica dell’Università La Sapienza di Roma, e Giorgio Parisi, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei.

    Per l’Associazione Coscioni, che ha concluso da poco tempo il Congresso Mondiale sulla Libertà di Scienza, si tratta di una “risorsa fondamentale di studio e risposta concreta alla diffusione del coronavirus in Italia”. Parlando con il presidente di Science for democracy Marco Perduca ai microfoni di Agenda Podcast, il professor Bucci ha spiegato l’importanza dell’adozione di un modello matematico di previsione in questa fase di estrema diffusione del virus, che “sta registrando un trend di decessi giornalieri superiore a quello cinese, in rapporto alla popolazione“. 

    In tutte le regioni italiane la situazione è la stessa“, spiega Bucci. “È solo una questione di tempo. Impostare la prevenzione sul metodo scientifico consente di prevedere e capire in anticipo le fasi del contagio, in modo da poter agire in maniera immediata sull’organizzazione ospedaliera della regione interessata e di quelle adiacenti, evitando il più possibile il collasso delle terapie intensive e degli ospedali italiani”. 

    Il Piemonte grazie a questo modello ha osservato cosa era previsto per la sua regione e ha conseguentemente adottato delle misure, grazie alle quali ha potuto fronteggiare in maniera efficace i primi giorni di salita dell’epidemia nei suoi ospedali”, ha proseguito Bucci.

     

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