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    Fondazione Gimbe: “Saltato l’argine del tracciamento, boom di terapie intensive. Politica senza strategia”

    Credits: ANSA/ NICOLA FOSSELLA
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 22 Ott. 2020 alle 11:25 Aggiornato il 22 Ott. 2020 alle 11:34

    Coronavirus, Fondazione Gimbe: “Saltato l’argine del tracciamento”

    Arriva un nuovo monitoraggio settimanale sulla pandemia da Coronavirus in Italia da parte della Fondazione Gimbe e, in concomitanza con la risalita repentina dei contagi degli ultimi giorni, il bilancio è tutt’altro che positivo. Non solo per l’aumento dei casi e dei ricoveri, ma anche per quanto riguarda il contact tracing. Sul sistema di tracciamento dei positivi, infatti, la Fondazione guidata da Nino Cartabellotta è lapidale: “la brusca impennata del rapporto positivi/casi testati (dal 7 al 10,9 per cento) certifica il fallimento del sistema di testing & tracing per arginare la diffusione dei contagi”, si legge nel rapporto. E non manca una stoccata al Governo: “L’avvicendarsi di Dpcm a cadenza settimanale e la parallela introduzione di ulteriori misure in alcune Regioni, dal coprifuoco alla chiusura dei centri commerciali nei weekend, dimostrano tuttavia che la politica non ha una vera strategia per contenere la seconda ondata”, riporta Gimbe.

    Guardando ai numeri relativi al periodo 14-20 ottobre 2020, il rapporto evidenzia un incremento esponenziale dei nuovi casi da Coronavirus (68.982 contro i 35.204 della settimana scorsa, +95,9 per cento), a fronte di un rilevante aumento dei casi testati (630.929 contro 505.940) e di un ulteriore netto incremento del rapporto positivi/casi testati (10,9 per cento contro 7 per cento). Dal punto di vista epidemiologico crescono i casi attualmente positivi (142.739 contro 87.193) e, sul fronte degli ospedali, si registra un’impennata dei pazienti ricoverati con sintomi (8.454 contro 5.076) e in terapia intensiva (870 contro 514, +69,3 per cento). Più che raddoppiati i decessi (459 contro 216, ++112,5 per cento). Salito però anche il numero di tamponi: 202.871, +24,8 per cento. “Con l’aumentare vertiginoso dei numeri – spiega il presidente Cartabellotta – il dato nazionale non rende conto di marcate differenze regionali, oltre che provinciali, che indicano le aree che richiedono provvedimenti più restrittivi per circoscrivere tempestivamente tutti i focolai e arginare il contagio diffuso”.

    Anche sul fronte della capacità di testing & tracing le performance regionali sono molto variabili: a fronte di una media nazionale di 1.045 casi testati per 100mila abitanti, il numero varia dai 561 della Provincia autonoma di Trento ai 1.832 del Lazio. Le notevoli variabilità regionali documentano che la “prima diga” è definitivamente saltata in alcune Regioni: ad esempio in Valle d’Aosta oltre un caso testato su 3 è positivo e in Liguria quasi 1 su 4. Per Cartabellotta, in questa fase di rapida risalita dei contagi “piuttosto che contare i numeri del giorno, è fondamentale seguire la dinamica delle curve su base settimanale. Infatti, dal 6 ottobre si impenna il trend dei casi attualmente positivi, dei pazienti ricoverati con sintomi e di quelli in terapia intensiva, seguito una settimana dopo da quello dei decessi”. In altri termini, anche se in termini di numeri assoluti cambia l’ordine di grandezza, l’andamento di tutte le curve è ormai molto simile.

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