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    Reportage da Codogno, il paese fantasma con l’incubo del contagio da Coronavirus

    Apertura: Emanuele Fucecchi

    L'epidemia è scoppiata anche in Italia e Codogno è uno degli 11 Comuni in isolamento

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 22 Feb. 2020 alle 07:55 Aggiornato il 23 Feb. 2020 alle 11:45

    Coronavirus | Reportage a Codogno, il paese fantasma con l’incubo contagio

    Codogno è una città fantasma, in giro non c’è quasi nessuno e le poche persone che camminano veloci non hanno voglia di parlare. La sensazione è quella di essere in una città improvvisamente spenta, dove anche i giornalisti vengono vissuti con fastidio. La persona ricoverata all’ospedale cittadino è uno sportivo molto attivo in città e il dubbio che attanaglia tanti è quello di averlo incrociato, magari in coda dal medico di base, oppure semplicemente per le vie del paese.

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    “Dicono dei numeri ma sono sicuramente molti di più. Qui ci conosciamo tutti, ci salutiamo tutti, frequentiamo gli stessi posti, non siamo mica in una metropoli”, racconta una signora che porta a passeggio il suo cane nella pedonale di fronte all’ospedale e che dice di non voler essere ripresa.

    I genitori del 38enne si dichiarano scossi dalla visita e raccontano di non essere stati ancora sottoposti al tampone. “Com’è possibile?”, si chiede qualcuno. “Ma cosa combinano?”. Gli chiedo di parlare alla telecamera e mi fa segno di no con il dito: “Il paese è piccolo”, dice mentre inforca la bicicletta.

    Persone con la mascherina escono dall’ospedale di Codogno. Credit: ANSA/ MAURIZIO MAULE/ FOTOGRAMMA

    Arriva la notizia dell’ordinanza del sindaco per la chiusura dei locali pubblici ma non ce n’era bisogno: la paura aveva già abbassato le saracinesche. Qui il lodigiano scorre lungo la strada e tra Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo ci vuole poco per arrivare a Lodi. C’è la sensazione dell’untore e la stessa paura della peste.

    I giornalisti appostati si innervosiscono: da qui, oltre alla foschia che comincerà ad appoggiarsi a braccetto con l’oscurità non arrivano notizie. L’ospedale sembra uno spettro, ogni tanto si intravede solo qualche infermiere uscire per fumare veloce una sigaretta. La mascherina è d’ordinanza. Quello che è certo è che il Coronavirus fino a qualche ora fa era qualcosa di lontano da guardare in televisione, uno spunto per prendere in giro qualche cinese con un negozio in centro, mentre ora è un incubo che sogni di avere sfiorato al bar, nel negozio di alimentari o anche solo sputando un buongiorno in faccia a qualcuno.

    La paura ha un colore grigio che diventa bianco mentre monta il terrore: è la luce che oggi sul lodigiano infesta i campi. Il destino ha voluto che ci fosse un sole allegro e un carnevale che avrebbe dovuto arrivare. E invece è solo assenza. Assenza e silenzio.

    Uffici chiusi per Coronavirus, a Codogno. Credit: ANSA/ ANDREA FASANI
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