Spariti 640mila euro dalle casse della coop Karibu. La moglie di Soumahoro scarica la madre: “Ero incinta all’epoca”
È andato “a vuoto” il tentativo della Guardia di finanza di sequestrare i conti della coop Karibu, l’associazione in capo alla suocera del deputato Aboubakar Soumahoro finita sotto la lente della magistratura per il mancato pagamento dei suoi dipendenti e le cattive condizioni di vita assicurate agli ospiti migranti. Il gip Giuseppe Molfede aveva ordinato il congelamento di 640mila euro che si stimava fossero nelle casse della coop, ma i conti erano vuoti. Pioggia di ricorsi da parte dei familiari del sindacalista e parlamentare dell’alleanza Verdi-Sinistra italiana.
La moglie di Soumahoro, Liliane Murekatete, si è rivolta ai giudici del Riesame per chiedere la rimozione della misura interdittiva che le è stata applicata, mentre i difensori della madre Maria Therese Mukamitsindo e del fratello Michel Rukundo, potrebbero impugnare l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina. Per smarcarsi dalle accuse Murekatete ha presentato i referti medici relativa alla sua gravidanza, che secondo lei proverebbero la sua impossibilità a occuparsi della coop nel periodo incriminato.
Il suo avvocato, Lorenzo Borrè, è categorico: “La mia cliente respinge tutte le accuse”. Intanto l’inchiesta potrebbe allargarsi: la Procura di Latina sta infatti indagando su possibili raggiri per ottenere fondi pubblici. Sotto osservazione anche un flusso di denaro che gli indagati avrebbero inviato in Ruanda, il loro Paese d’origine, e che sarebbe finito anche a società che si occupano di safari.