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    Omicidio Colleferro, arriva il “decreto Willy”: daspo e pene più aspre per violenti e spacciatori della movida

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 5 Ott. 2020 alle 10:24 Aggiornato il 6 Ott. 2020 alle 07:50

    A poco meno di un mese dall’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro, il governo studia un decreto per prevenire il verificarsi di altri simili episodi, con punizioni più aspre per chi partecipa a risse e spaccia nei locali della movida. Le misure, che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e quello dell’interno Luciana Lamorgese dovrebbero inserire nel nuovo dl sicurezza, prevedono lo strumento preventivo del Daspo per chi negli ultimi tre anni è stato denunciato o condannato anche in via non definitiva perché “in occasione di disordini” esplosi nei luoghi pensati per il divertimento ha “commesso reati” potenzialmente pericolosi per la sicurezza. I questori potranno vietare l’accesso ad alcuni locali o a tutti i locali in una provincia intera nel caso di fermo convalidato.

    Con il “decreto Willy” aumentano anche le sanzioni in caso di rissa con un ferito o un morto: la multa sale da 309 a 2mila euro e la reclusione da un minimo di sei mesi a un massimo di sei anni (ora va da tre mesi a cinque anni) solo per il reato di aver partecipato all’esplosione di violenza. In caso di violazione del Daspo, è previsto il carcere fino a due anni e una sanzione pari a 20mila euro. Stretta alle misure anche per gli spacciatori che si aggirano tra i locali notturni, che il questore potrà interdire con un provvedimento senza aspettare la condanna per spaccio in appello, come avviene adesso, e a cui sarà vietato entrare nei locali se negli ultimi tre anni sono stati denunciati o condannati anche solo in primo grado.

    Ma la norma, pensata anche per dare un segnale ai parenti del 21enne pestato a morte nella notte del 6 settembre scorso, non è stata accolta con entusiasmo dai genitori di Willy, che pretendono “una pena certa e giustizia”, come ha sapere il legale che assiste la famiglia, Domenica Marzi.Come avvocato non credo che legiferare in emergenza sia la cosa più saggia. Già adesso ci sono norme severe ma bisogna far sì che le pene siano espiate e abbiano funzione educativa. Bisognerebbe valutare perché episodi del genere si verificano e a chi sono ascrivibili “, ha affermato Marzi. “Occorrerebbe una maggiore vigilanza ad esempio nelle palestre e nelle scuole, magari allungando la permanenza anche pomeridiana”, ha proseguito.

    Critici anche gli amministratori locali. “La norma è positiva, ma da sola non basta: bisogna capire anche quali siano le cause del disagio sociale, se non ragioniamo sulle cause e avviamo una sensibilizzazione diventa tutto inutile”, ha dichiarato Domenico Alfieri, sindaco di Paliano, il paese dove era cresciuto Willy.

    Tutti gli approfondimenti di TPI sull’aggressione di Colleferro: 1. LA CRONACA: 21enne interviene per difendere un amico: massacrato a morte dal branco / 2. LA RICOSTRUZIONE: “Vi prego basta, non respiro più, così è morto Willy / 3. LA BIO: “Sognava di diventare come Totti”: chi era Willy / 4. I PROFILI: Dal culto per le arti marziali ai precedenti per spaccio: chi sono gli aggressori di Willy Monteiro / 5. Sognava di diventare come Totti”: chi era Willy Monteiro

    6. IL DETTAGLIO: Uno degli aggressori di Willy Monteiro insegnava arti marziali ai bambini / 7. LE OPINIONI: Se a uccidere un bianco fossero stati 4 neri sarebbe scoppiato il finimondo (di G. Cavalli) / 8. Quel gesto vigliacco e codardo: infierire sul corpo di Willy quando era già in terra (di Lara Tomasetta) / 9. LA TESTIMONIANZA: “Per noi era come un figlio, sarebbe diventato un bravo chef”: parla il direttore dell’hotel dove lavorava Willy

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