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    La notte di 19 anni fa in cui il Governo pensò che ci fosse un attacco con il virus del vaiolo contro l’Italia

    L'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti (S) con l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Credit: ANSA/CLAUDIO PERI
    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 17 Mar. 2020 alle 15:42

    La notte di 19 anni fa in cui il Governo pensò che ci fosse un attacco con il virus del vaiolo contro l’Italia

    L’emergenza Coronavirus in Italia ha riportato alla mente di alcuni – i pochi che ne erano a conoscenza – una storia inedita di 19 anni fa, che ha a che fare con il timore di un attacco terroristico contro il nostro paese messo in atto attraverso la diffusione del virus del vaiolo “attraverso le condutture dell’acqua”. A rivelare la storia è un articolo di Tommaso Labate sul Corriere della Sera, basata sulla ricostruzione di “fonti qualificate e testimonianze dirette”: si ricompone così una storia “rimasta nascosta, coperta e secretata ai massimi livelli fino a oggi”.

    Il contesto è quello degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle. In Italia, in quel momento, è in carica il governo Berlusconi II e i protagonisti della storia sono Gianni Letta, all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e l’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti. La maggioranza dei componenti del governo, invece, rimasero all’oscuro.

    In un clima generale di tensione a livello internazionale, infatti, poche settimane dopo l’attacco al World Trade Center si concretizza una minaccia concreta di attacco terroristico contro l’Italia. Fonti parlano di “un attacco con il virus del vaiolo diffuso attraverso le condutture dell’acqua” e le informazioni vengono ritenute credibili.

    A quel punto viene avviato un protocollo di difesa senza precedenti: Letta si precipita di notte all’Ospedale Spallanzani per organizzare tamponi, terapie intensive e posti letto in vista del temuto attacco. Nel frattempo, Tremonti acquista, dopo una serie di difficoltà, una partita di oltre duecento milioni di euro di vaccini anti-vaiolo dalla Svezia e dalla Svizzera. “Nell’arco di qualche ora, la resistenza del governo italiano al probabile attacco è organizzata”, si legge sul Corriere. “Due Hercules decollano dall’aeroporto di Ciampino per ritornare in patria con il carico di vaccini. Lo Spallanzani, intanto, è stato organizzato come se fosse un ospedale di guerra”.

    Alla fine, nessun attacco riuscì a colpire l’Italia. Resta quella partita di vaccini anti-vaiolo e il ricordo della notte in cui il paese si preparò ad affrontare un nemico invisibile, un virus come quello che oggi, purtroppo, si trova a fronteggiare davvero a causa di una pandemia globale.

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