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Amianto, condannato il ministero della Difesa. Staff Trenta a TPI: “Attenzione altissima sul tema”

Immagine di copertina
La ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Credit: ELIANO IMPERATO

Il presidente dell'Osservatorio nazionale amianto: "sentenza storica". Militare riconosciuto vittima del dovere equiparata alle vittime del terrorismo

Sentenza amianto marina militare | Condannato ministero Difesa | Staff Trenta a TPI: “Attenzione altissima sul tema”

S&D

S. A. aveva 55 anni quando è morto per un mesotelioma pleurico, derivante dall’esposizione all’amianto nel periodo in cui prestava servizio nella Marina Militare. Era il 2001 e l’uomo lasciava una moglie e una figlia.

A gennaio 2019 la sezione Lavoro del Tribunale di Roma ha condannato il Ministero della Difesa al risarcimento dei danni nei confronti della vedova e della figlia, con il riconoscimento di S. A. come vittima del dovere equiparata alle vittime del terrorismo.

Contattato telefonicamente da TPI.it, l‘avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto nonché legale di parte civile, ha parlato di “una sentenza storica”.

La vicenda giudiziaria – Il caso giudiziario riguarda un marinaio di leva che ha prestato servizio a Luni, vicino La Spezia, alla fine degli anni Settanta.

L’uomo ha contratto un mesotelioma ed è morto all’età di 55 anni, lasciando la moglie e una figlia ancora minorenne.

“Dopo molti anni di azione giudiziaria siamo riusciti a dimostrare la presenza di amianto negli elicotteri, nella base di Luni e in altre basi dove il militare prestò il servizio”, racconta l’avvocato Bonanni.

“Il tribunale di Roma ha disposto un accertamento peritale al termine del quale si è trovata conferma che il mesotelioma che ha provocato la morte dell’uomo era riconducibile all’esposizione lavorativa mentre svolgeva il servizio”.

Con la condanna del ministero della Difesa, la vedova dell’uomo e la figlia sono state equiparate alla vittime del dovere e del terrorismo.

“Questo si sostanzia in un assegno superiore (anziché 258 euro mensili è 500 euro mensili) con delle agevolazioni e un prepensionamento per la vedova e, in futuro, per la figlia”, spiega Bonanni.

Più difficile ottenere condanne penali nei confronti dei vertici della Marina per casi simili. “Nel penale ci vuole la certezza oltre ogni ragionevole dubbio, molti di questi ammiragli sono deceduti”, commenta il legale.

La posizione del ministero della Difesa – I vertici del ministero della Difesa, interpellati da TPI.it, fanno sapere che l’attenzione del ministro Trenta sul tema è massima.

Il ministero, in particolare ha avviato un tavolo tecnico per creare una banca dati con le sentenze passate in giudicato sui casi legati a problematiche di salute di membri militari e civili della Difesa, sia per quanto riguarda l’amianto sia per l’uranio impoverito.

 

I danni legati all’amianto – Il mesotelioma è un tumore che colpisce il mesotelio, membrana presente nelle sierose. È la più aggressiva patologia da asbesto, ma non è l’unica.

“L’asbestosi è stata riconosciuta come malattia professionale da amianto già con la legge 455 del 1943”, spiega l’avvocato Bonanni.

“Per quanto riguarda il mesotelioma, che è il classico cancro da amianto, nel 1964 durante la conferenza  internazionale sugli effetti biologici dell’amianto venne accertato in maniera inequivocabile che fosse causato solo ed esclusivamente dall’amianto. Poi però questo minerale è stato messo al bando con ritardo, per via delle pressioni delle lobby”.

A febbraio 2018 la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito ha parlato di millecento soldati deceduti o ammalati per patologie absesto-correlate solo in Marina.

La Commissione parlava anche di “assordanti silenzi generalmente mantenuti dalle Autorità di Governo”. Lo Stato maggiore della difesa si era difeso parlando di “accuse inaccettabili”.

Leggi anche: Belice, le baracche d’amianto ancora in piedi dopo 50 anni dal terremoto
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