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“Lasciare pulito. Non siamo a Napoli”: a Pordenone cartelli che denigrano i napoletani sui cassonetti dell’immondizia

Il sindaco della città respinge l'accusa di razzismo: "Iniziativa di un cretino"

“Lasciare pulito. Non siamo a Napoli”. Sui cassonetti dell’immondizia di un quartiere residenziale di Pordenone spuntano dei cartelli, affissi da ignoti, che denigrano i napoletani. Un residente di origini partenopee ha girato un video e scattato delle foto alle scritte razziste che tappezzano il quartiere di Rorai Grande e la notizia è subito diventata virale.

S&D

I cartelli hanno fatto indignare i cittadini napoletani, hanno acceso la polemica e la città di Pordenone è stata accusata di razzismo. Non sembrano così lontani i tempi in cui i migranti del Sud Italia che si spostavano nelle regioni del Nord venivano denigrati dai residenti. E ancor di più si avverte l’eco di certi slogan e canzoni, di più recente memoria, che disprezzano i napoletani. “Senti che puzza, scappano i cani, sono arrivati i napoletani”, intonava qualche tempo fa il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Oggi il suo partito, la Lega – che in questa zona porta a casa molti voti – ha cancellato “Nord” dal nome e si è aperto al resto d’Italia, ma sembra che certi pregiudizi siano ancora forti in qualche cittadino.

L’accusa di razzismo è stata respinta con fermezza dal sindaco, Alessandro Ciriani: “Se la città fosse tappezzata di cartelli contro Napoli potrei anche capire questa protesta della rete”, ha affermato. Si è trattato “dell’iniziativa di un cretino” e “Pordenone non ha nulla a che fare con questa persona”, ha commentato ancora il primo cittadino, che ha ricordato che Pordenone “ha una storia che parla da sé”.

Il cartello contro i napoletani, ha aggiunto ancora, “ha indignato tutti, pordenonesi di oggi e di ieri, napoletani che abitano qui da sempre e appena arrivati, ma non dobbiamo ingigantire questa storia”. “Il gesto scellerato di un singolo individuo non può minare la storia di una città che è fatta di generosità e altruismo, apertura mentale e condivisione”, ha concluso Ciriani.

Indignazione anche da parte del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha inviato una lettera a Ciriani sottolineando l’ennesimo caso di “intolleranza” verso i napoletani. L’amministrazione di De Magistris ha denunciato il fatto tramite lo sportello “Difendi la città” e la responsabile Flavia Sorrentino ha evidenziato come “servirsi del nome di Napoli come esempio di negatività è diventata abitudine deprecabile, discutibile e contestabile”.

“Numerose segnalazioni da parte dei cittadini sono pervenute allo sportello difendi la città e sui social l’eco non è mancata a testimonianza di come sia sempre più forte la risposta di orgoglio di tanti napoletani che non si rassegnano alle offese. Confidiamo che questo gesto non rispecchi il suo pensiero né il pensiero della maggioranza dei pordenonesi”, ha continuato Sorrentino.

 

Leggi anche: Quando i neri erano i meridionali: “Ci facevate schifo, poi è successo il miracolo, sono arrivati i negri”

 

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