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Migranti, Salvini: “Per gli irregolari il mio obiettivo è No Way, il modello australiano”

Immagine di copertina
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Credit:AFP PHOTO / Vasily MAXIMOV

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dichiarato che per i migranti irregolari, il suo obiettivo è attuare il “modello australiano“. salvini modello australiano

Le parole di Salvini arrivano mentre 148 migranti rimangono a bordo della nave militare italiana Diciotti, attraccata al porto di Catania senza il permesso di scendere. Solo 29 minori non accompagnati sono potuti scendere a terra (qui abbiamo spiegato la vicenda)

“Nessun migrante soccorso in mare mette piede in Australia”, ha detto il capo del Viminale in un’intervista a Rtl, intervenuto in merito alla questione degli sbarchi di migranti soccorsi in mare (qui le sue dichiarazioni sulle altre questioni).

“Il mio obiettivo è il No Way australiano. Sulla Diciotti sono tutti immigrati illegali. L’Italia non è più il campo profughi d’Europa. Con la mia autorizzazione non scende nessuno”, ha aggiunto Salvini.

Il ministro si riferisce alla politica adottata da anni sui migranti in Australia. Il paese intercetta navi cariche di migranti e di rifugiati, e poi li costringe a vivere in condizioni di prigionia nelle due isole del Pacifico, Nauru e di Manus.

“Se c’è qualche procuratore che mi vuole interrogare, sono pronto domani mattina a spiegare le mie ragioni”, ha detto in merito all’apertura di un fascicolo per sequestro di persona della procura di Agrigento.

Salvini ha avuto anche uno scontro con il presidente della Camera Roberto Fico, del Movimento Cinque Stelle, che ieri aveva scritto un post in cui sollecitava lo sbarco dei migranti a bordo della Diciotti.

“Con Di Maio lavoro molto bene. Qualcun altro ha tanto tempo per parlare, penso al presidente della Camera, che ogni tanto dice l’esatto contratto del M5s: è un problema che si risolveranno loro”, ha aggiunto Salvini nell’intervista a Rtl.

Matteo Salvini non è nuovo ad apprezzamenti al rigido sistema australiano. In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook il 4 giugno 2015 si legge: “Il governo Australiano ha fatto un accordo con le isole di Papua Nuova Guinea e Nauru, perché trattengano gli immigrati che chiedono asilo: nessuno mette più piede in Australia! Il deputato PD dice che è una “stronzata”, ma per me fanno bene! Che dite, affittiamo un’isola anche noi?”

Come funziona il modello australiano

L’Australia ha promosso negli ultimi decenni politiche volte a scoraggiare l’immigrazione irregolare, compresi i respingimenti di imbarcazioni, la detenzione obbligatoria e a tempo indeterminato e la creazione di centri di detenzione all’estero per l’esame dei documenti dei migranti.

I centri di detenzione “offshore” australiani si trovano sull’isola di Nauru, che è uno stato a sé, e a Manus, un’isola della Papua Nuova Guinea.

In cambio, l’Australia offre aiuti economici a questi paesi e ne acquista i servizi. Secondo quanto riportato dal Guardian, i centri costano ai contribuenti australiani circa 1,2 miliardi di dollari all’anno.

In questi centri di detenzione sono stati rilevati pesanti abusi commessi nei confronti dei migranti, alcuni dei quali sono stati denunciati dal Guardian Australia nell’inchiesta denominata Nauru Files.

I documenti del quotidiano dimostrano che nel campo oltre la metà dei casi di violenze denunciati riguarda minori, che rappresentano il 18 per cento della popolazione del centro, e che le violenze sessuali contro le donne sono molto diffuse.

I migranti attendono la risposta alla loro richiesta di asilo vivendo in tende che si allagano quando piove e si surriscaldano nelle giornate di sole. Non hanno accesso alle cure mediche e sono frequenti i casi di suicidio e di autolesionismo.

Per questo, le Nazioni Unite, Amnesty international e diverse altre ong per i diritti umani hanno accusato l’Australia di violare i diritti umani.

Nonostante le critiche a livello internazionale rivolte al governo centrale australiano sul trattamento riservato ai richiedenti asilo, i sondaggi mostrano che le politiche messe a punto per contrastare il fenomeno e impedire a molti di raggiungere le coste australiane hanno riscosso un grande successo popolare.

Il governo australiano le ha pubblicizzate anche realizzando campagne e video come questo:

Leggi anche: L’isola dove l’Australia spedisce i rifugiati che non vuole
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