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Home » Esteri

Gli studenti musulmani non potranno rifiutarsi di stringere la mano alle professoresse in Svizzera

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Le autorità del Canton Basilea Campagna hanno stabilito che rifiutarsi di stringere la mano alle donne per motivi religiosi costituisce una discriminazione di genere

Gli studenti musulmani delle scuole svizzere dovranno seguire la tradizione locale e stringere la mano delle loro insegnanti donne all’inizio e alla fine delle lezioni.

Lo hanno stabilito le autorità del Canton Basilea Campagna: i genitori o i tutori dei bambini che non si atterranno alla disposizione saranno puniti con multe che arriveranno fino ai 5mila franchi svizzeri (4.500 euro).

La decisione scaturisce dalle polemiche scatenatesi dopo che una scuola media di Therwil aveva concesso a due fratelli siriani di 14 e 15 anni di non seguire la tradizione Svizzera a causa del loro credo religioso. Alcune interpretazioni dell’Islam proibiscono i contatti fisici tra persone di sesso diverso che non abbiano un grado diretto di parentela.

Il processo di naturalizzazione della loro famiglia, il cui padre è un imam arrivato in Svizzera nel 2001, è intanto stato sospeso. L’ufficio migrazione di Basilea sta cercando ulteriori informazioni sulla famiglia prima di dare il via libera alla conclusione della procedura.

Dal caso è nata una controversia a livello nazionale tra chi sostiene che è giusto lasciare a chiunque la possibilità di osservare le proprie convinzioni religiose e chi invece ne sottolinea le implicazioni in termini di discriminazione verso le donne. Il Canton Basilea Campagna ha dato ragione a questi ultimi, aggiungendo che in Svizzera la tradizione della stretta di mano è una forma di rispetto verso gli insegnanti molto importante.

Alcuni gruppi musulmani svizzeri, come la Federazione delle organizzazioni islamiche della Svizzera (Ios), affermano che non c’è giustificazione per chi non vuole stringere le mani di una donna e che non bisogna lasciare spazio agli estremisti. Invece, il Consiglio islamico centrale della Svizzera (Iccs) si è espresso contro la decisione, sostenendo che le autorità del cantone hanno preso una decisione “totalitaria”.

La Svizzera ha una popolazione di circa 8 milioni di persone, di cui 350mila sono musulmani.

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