Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:05
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

L’incontro dello Schindler britannico con i bambini che aveva salvato dal nazismo 50 anni prima

Immagine di copertina

Nicholas Winton è morto all'età di 106 anni nel 2015, e per anni aveva portato con sé il segreto di essere stato un eroe per i bambini ebrei nella Praga del 1939

Il nome di Nicholas Winton non è notissimo ai più, ma questo ex agente di borsa britannico, nato nel 1909 e morto all’età di 106 anni nel 2015, è stato nominato Cavaliere dalla regina Elisabetta e ha avuto una statua in suo onore nella principale stazione ferroviaria di Praga, che a breve sarà affiancata da un nuovo memoriale.

La storia di Winton non vede eventi particolari fino al 1938, quando questi era un giovane agente di borsa di famiglia ebrea a Londra, nel periodo in cui il nazismo aveva già iniziato la sua folle corsa al dominio dell’Europa che sarebbe sfociata nella seconda guerra mondiale l’anno seguente.

Winton aveva in quel periodo un amico britannico residente a Praga, nell’allora Cecoslovacchia, il quale lo chiamò per chiedergli se volesse aiutarlo in un’impresa in cui era coinvolto: aiutare il maggior numero di ebrei a fuggire alle persecuzioni naziste.

In quei primi anni del regime di Hitler non erano ancora iniziate le deportazioni nei campi di sterminio, ma la vita della comunità ebraica era già segnata, e moltissime famiglie si erano ritrovate ad emigrare, ormai privi di beni materiali. Eppure pochi paesi erano disposti ad accettare un afflusso di profughi ebrei, e alcuni, come la Gran Bretagna, si limitavano ad accettare bambini.

A Praga, Winton vide con i suoi occhi questa situazione e sentì di dover agire in prima persona, soprattutto per i bambini di queste famiglie, e decise di dare avvio a un’organizzazione casalinga, con sede in un hotel della città, in cui prendere i nomi delle famiglie che volevano mandare i propri figli in salvo in un altro paese.

Winton dovette trovare una famiglia affidataria per ogni bambino rifugiato che lasciasse la Cecoslovacchia, con annunci sui giornali e una collaborazione diretta col governo britannico, senza contare poi la difficoltà più grande: organizzare il trasporto attraverso l’Europa.

Winton aveva sentito parlare dei cosiddetti Kindertransport, una serie di treni che erano stati allestiti in quel periodo in altre località europee per portare minori in salvo verso la Gran Bretagna, e pensò di fare la stessa cosa per i bambini cecoslovacchi. 

Winton tornò a Londra per organizzare l’operazione di salvataggio: di giorno lavorava regolarmente in Borsa, e poi si dedicava ai suoi sforzi, che furono ripagati il 14 marzo 1939, quando il primo trasporto di bambini partì da Praga per Londra. Fu il primo di otto viaggi complessivi, che partivano in treno da Praga e, sfidando il rischio di essere intercettati dai nazisti, arrivavano in Gran Bretagna dopo un ultimo tragitto in nave oltre la Manica. 

Credit: Bbc

Le attività dovettero cessare per cause di forza maggiore quando la Germania invase la Polonia e la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania nel settembre 1939.

Furono 669 i bambini salvati grazie agli sforzi di Winton, ma la cosa più incredibile è che i suoi sforzi e il suo eroismo rimasero sconosciuti, perfino ai suoi cari, fino al 1988, quando la moglie Grete trovò in casa un album fotografico del 1939 con le immagini di tutti i bambini e un elenco dei nomi delle persone soccorse. 

“Non ho pensato per un attimo che sarebbero state di interesse per qualcuno, così tanto tempo dopo l’accaduto”, rispose Winton, rifiutando l’appellativo di eroe. 

A quel punto la storia fu resa nota e Winton fu soprannominato lo “Schindler britannico” (con riferimento all’industriale Oskar Schindler, autore della famosa “lista”), ricevette una lettera di ringraziamento da Ezer Weizman, ex presidente di Israele, così come da George W. Bush e Tony Blair, fu fatto cittadino onorario di Praga e, nel 2002, ricevette il titolo di cavaliere dalla regina Elisabetta II per i suoi servizi all’umanità.

Nonostante sia morto nel 2015, il benefattore non è stato dimenticato da quei bambini che trovarono una nuova vita in Gran Bretagna, ma che in molti casi non videro più i genitori che avevano fatto la straziante scelta di separarsi da loro per affidarli a un futuro migliore.

Dopo la guerra, molti rimasero in Gran Bretagna, mentre altri tornarono in Cecoslovacchia o emigrarono in Israele, in Australia o negli Stati Uniti.

Molti di quei genitori morirono nei campi nazisti, e proprio a fine gennaio 2017 è stato annunciato che l’associazione che rappresenta gli ex bambini dei Kindertransport vuole creare un memoriale nella stazione principale di Praga per ricordare la scelta angosciosa fatta dai loro genitori.

Il memoriale sarà una scultura rappresentante la porta di un vagone che evoca la separazione traumatica tra genitori e figli sul marciapiede della stazione, e verrà aggiunta a una statua già esistente che vede Winton vicino a due bambini da lui salvati:

Forse il momento più bello della vita di Winton, come lui stesso ha dichiarato, è però quello in cui, nel 1988, si trovò per la prima volta, e in modo totalmente inaspettato, a rincontrare alcuni dei bambini, ormai adulti, da lui salvati nel 1939.

Avvenne durante un programma della tv britannica, That’s Life, che lo invitò per celebrarlo e organizzò una sorpresa memorabile per l’ormai anziano Winton. La conduttrice annunciò innanzitutto che una bambina da lui salvata si trovava tra il pubblico quella sera, e rivelò che si trattava proprio della signora seduta accanto a Winton, che non ne sapeva nulla.

Subito dopo, la stessa conduttrice chiese se tra il pubblico presente in studio ci fosse qualcun altro che era stato salvato da Winton e ai suoi treni, e con grandissimo stupore del benefattore, tutti i presenti si alzarono in piedi, rivelando di essere anch’essi ancora in vita grazie a quell’uomo, ormai in lacrime e senza parole.

Ecco il video di quell’occasione:

**Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata.**

Ti potrebbe interessare
Esteri / Israele ha lanciato un attacco contro l’Iran: colpita una base militare a Isfahan. Media: “Teheran non pianifica una ritorsione immediata”. Blinken: "Usa non coinvolti"
Esteri / Germania, arrestate due spie russe che preparavano sabotaggi
Esteri / Brasile, porta il cadavere dello zio in banca per fargli firmare un prestito: arrestata
Ti potrebbe interessare
Esteri / Israele ha lanciato un attacco contro l’Iran: colpita una base militare a Isfahan. Media: “Teheran non pianifica una ritorsione immediata”. Blinken: "Usa non coinvolti"
Esteri / Germania, arrestate due spie russe che preparavano sabotaggi
Esteri / Brasile, porta il cadavere dello zio in banca per fargli firmare un prestito: arrestata
Esteri / Michel: “Iran è una minaccia non solo per Israele, va isolato”. Teheran: “Potremmo rivedere la nostra dottrina nucleare di fronte alle minacce di Israele”
Esteri / La scrittrice Sophie Kinsella: “Ho un cancro al cervello, sto facendo chemioterapia”
Esteri / Serie di attacchi di Hezbollah al Nord di Israele: 18 feriti. Tajani: “G7 al lavoro per sanzioni contro l’Iran”. Netanyahu: “Israele farà tutto il necessario per difendersi”
Esteri / Copenaghen, distrutto dalle fiamme gran parte dell’edificio della Borsa | VIDEO
Esteri / L’Iran minaccia l’uso di un’arma “mai usata prima”. L’Onu: “Sono 10mila le donne uccise a Gaza dall’inizio della guerra, 19 mila gli orfani”
Esteri / Stati Uniti, Trump: “Il mio processo è un attacco all’America”
Esteri / Iran a Onu invoca il diritto all’autodifesa. Macron: “Risposta sproporzionata. Isolare Teheran e aumentare le sanzioni”. Media: "Israele risponderà all’Iran, ma senza scatenare una guerra regionale"