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L’UE contro l’obsolescenza programmata: “No a chi vuole farci cambiare smartphone ogni 3 anni”

Immagine di copertina
Credit: Julian Stratenschulte/dpa

L’UE contro l’obsolescenza programmata: “No a chi vuole farci cambiare smartphone ogni 3 anni”

“Stiamo lavorando per prevenire l’obsolescenza programmata di smartphone e tablet”. Dopo l’intesa per imporre un caricabatterie unico ai produttori di cellulari e tablet, l’Unione Europea prepara una nuova offensiva contro i giganti del tech. Per il prossimo autunno, le autorità europee intendono imporre nuove regole che aspirano a prolungare la vita dei dispositivi prodotti da multinazionali come Apple e Samsung.

S&D

“Alcune aziende vorrebbero che cambiassimo il nostro smartphone ogni tre anni, li capiamo, ma non è il punto di vista dei consumatori e nemmeno il nostro, in termini di prendersi cura ora dell’ambiente”, ha detto ieri Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno.

Ieri il consiglio e il parlamento europeo hanno raggiunto un accordo che propone l’Usb-C come standard unico per cellulari, tablet, e-reader e altri device, a discapito di aziende che utilizzano una tecnologia specifica per ricaricare i propri dispositivi, come la presa Lightning di Apple. L’emendamento alla direttiva europea sulle apparecchiature radio (Red) sarà votato dal parlamento europeo prima della pausa estiva.

“La regola vale per tutti, non è fatta contro nessuno”, ha detto Breton, affermando che i nuovi standard inizierebbero a essere applicati tra due anni, anche se le aziende sono incoraggiate ad adeguarsi prima. “A buon intenditore poche parole”.

Secondo il commissario europeo, dopo la pausa estiva la commissione presenterà una nuova proposta sull’obsolescenza programmata, che dovrà affrontare le questioni de “l’affidabilità, la facilità di smontaggio, incentivi alla riparazione, l’accesso a pezzi di ricambio critici e l’aumento del riciclo”.

“Non costringiamo nessuno a entrare nel mercato interno, ma ci sono delle regole che si applicano a tutti”, ha detto Breton.

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