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Ultimo aggiornamento ore 11:16

Russia

Russia: tutte le ultime notizie sulla politica interna e estera del Paese presieduto da Vladimir Putin

Dopo la fine dell’Unione sovietica nel 1989, la Russia e i Paesi dell’ex blocco sovietico hanno attraversato un periodo economico molto difficile. Il Paese è dovuto passare rapidamente da un economia centralizzata pianificata dallo Stato a un economia di libero mercato. Nel 1991 il Pil scese del 12 per cento e la crisi del 1998 rallentò il processo di privatizzazione totale e alcuni settori sono rimasti sotto il controllo statale.

L’economia

Questa brusca transizione complicata anche da altri fattori porto la Russia al collasso economico del 1998. Il Pil pro capite è di 29mila dollari ma ci sono 20 milioni di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà.

La popolazione attuale in Russia è di 144,5 milioni, dal 1990 ad oggi c’è stato un calo demografico di 3,5 milioni di persone.

russia
Credits: Pixabay

L’economia russa dipende fortemente dalle esportazioni di gas e petrolio che costituiscono le principali risorse, la Russia è infatti il primo Paese al mondo per riserve e i secondo produttore dopo gli Stati Uniti. Il Pil è tornato a crescere nel 2017 e nel 2018 in corrispondenza dell’aumento mondiale dei prezzi del petrolio. L’Unione europea è il principale partner commerciale per l’acquisto di queste risorse.

L’ordinamento politico

Nel 1993 la Russia ha adottato una nuova Costituzione: il Paese è una Repubblica sempipresidenziale federale in cui tutti i cittadini possono eleggere il Presidente che poi nomina il primo ministro, il cui nome deve essere approvato dal Parlamento. Il presidente ha un mandato di sei anni e può essere eletto al massimo per due volte consecutive.

Dal 1991 al 1999 il Paese è stato governato dal presidente Boris El cin, dimmessosi dopo il tracollo finanziario del ’98. A lui fece seguito il presidente Vladimir Putin, tuttora in carica e riconfermato anche alle recenti elezioni del marzo 2018. Dal 2008 al 2012 la carica presidenziale è stata invece ricoperta da Dmitrij Medvedev.

La politica estera della Russia

Dopo il crollo dell’URSS la Russia è entrata a far parte del Fondo monetario internazionale, della Banaca mondiale e nel ’97 è anche diventata membro del G8.

Ha continuato però a guardare con diffidenza alla Nato e soprattutto all’ingresso nell’alleanza atlantica dei Paesi baltici precedentemente sotto l’influsso sovietico. Nel 2015 la Russia ha promosso la creazione dell’Unione economica eurasiatica (EAEU) di cui sono entrati a far parte per il momento Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan.

La crisi di Crimea

Nel novembre del 2013 migliaia di persone sono scese in piazza a Kiev per protestare contro la decisione del presidente Viktor Janukovyč di rinviare la firma dell’Accordo di associazione tra Ucraina ed Unione europea.

La protesta fu repressa ma i manifestanti continuarono la loro lotta per chiedere una maggiore integrazione all’interno dell’Unione europea finché nel febbraio 2014 non riuscirono a prendere il controllo della città e ad instaurare un nuovo governo filo-europeista.

La Repubblica autonoma di Crimea a maggioranza russa non prese affatto bene questa svolta politica e sempre a febbraio un gruppo armato entrò nel parlamento di Simferopoli, capitale della Repubblica autonoma, e issò sul tetto dell’edificio una bandiera russa. Alcune truppe russe iniziano a prendere il controllo della regione.

Seguirono mesi di scontri ma alla fine con il referendum del maggio 2014, la Crimea fu annessa alla Russia. La crisi di Crimea portò ad un’ulteriore isolamento della Russia dall’Europa favorevole invece ad un’integrazione dell’Ucraina all’interno della propria sfera di influenza.

La Russia e il Medio Oriente

La Russia dal canto suo ha reagito a questo isolamento, estendendo la sua influenza alle regioni mediorientali e aprendo a un maggior dialogo con la Cina. Putin ha deciso di intervenire in Siria a favore del presidente Bashar al-Assad contro l’esercito dei ribelli (Esl).

Questa posizione ha creato forti tensioni con gli Stati Uniti che oltre a combattere l’Isis hanno sostenuto anche le milizie ribelli. Il 22 ottobre il presidente Vladimir Putin ha incontrato a Sochi, in Russia, il presidente della Turchia Erdogan, impegnato dal 9 ottobre in un’offensiva contro i curdi nel nord-est della Siria.

Durante l’incontro Putin ha convinto Erdogan a prolungare la tregua iniziata pochi giorni prima con la mediazione degli Stati Uniti. In cambio la Russia si è impegnata a svolgere pattugliamenti congiunti con Ankara per verificare l’effettivo ritiro dei curdi.

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