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Giro d’Italia 2024: per fortuna c’è Tadej!

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Parte domani da Venaria Reale il 107° Giro d’Italia che, a meno di imprevedibili cataclismi, dovrebbe passare alla storia per la presenza, e presumibile vittoria finale, di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Qualunque discorso si voglia fare, sia sul percorso che sulla start list, non può prescindere dalla partecipazione, la prima in assoluto, del fuoriclasse di Komenda. D’altronde, da quando, poco prima di Natale, lo sloveno ha annunciato di voler tentare l’accoppiata rosa-gialla, riuscita per l’ultima volta nel 1998 a Marco Pantani, l’universo delle due ruote ha polarizzato la sua attenzione sulla data di sabato 4 maggio.

Per invogliare Tadej a prendere il via, RCS ha prodotto un percorso decisamente abbordabile. La prima settimana è inizialmente impegnativa con la frazione inaugurale sulle colline torinesi seguite dall’arrivo in salita al Santuario d’Oropa, dove sarà onorato Pantani nel 25° anniversario della sua più grande impresa. Tre tappe per velocisti, attraverso Piemonte, Liguria e Toscana, faranno da preludio a un trittico variegato con gli sterrati senesi, seguiti dalla crono umbra Foligno-Perugia e dall’arrivo in quota a Prati di Tivo in Abruzzo. Domenica 12 maggio un probabile sprint di gruppo su Lungomare Caracciolo a Napoli chiuderà la discesa a meridione oltreché la prima fase di corsa.

Sarà molto più morbida la seconda settimana che riporterà a nord la carovana rosa. Le poche asperità saranno concentrate nella decima frazione che da Pompei porterà ai 1.392 metri della Bocca della Selva sopra Cusano Mutri. I successivi traguardi di Francavilla al Mare, Fano e Cento saranno teatro di arrivi in volata. Sabato 18 maggio andrà in scena la seconda cronometro lungo i 31 chilometri da Castiglione delle Stiviere a Desenzano del Garda. Il giorno dopo il tappone da Manerba del Garda a Livigno presenterà 222 chilometri infarciti di difficoltà, con tre GPM, di prima categoria nella fase conclusiva: il Mortirolo, dal versante più abbordabile di Monno, seguito da Foscagno e Livigno-Mottolino dove, a quota 2.385, sarà posto lo striscione d’arrivo.

Consumato nel piccolo Tibet il secondo riposo, si pedalerà per 202 chilometri da Livigno a Santa Cristina Val Gardena. Condizioni meteo permettendo, si transiterà ai 2.758 metri del Passo dello Stelvio, Cima Coppi della corsa. Seguirà la picchiata verso Bolzano da cui si ricomincerà a salire verso il traguardo posto ai 1.625 metri del Monte Pana sopra Santa Cristina. Non ci sarà tregua per i corridori neppure il giorno dopo nei 159 chilometri che da Selva di Val Gardena porteranno in cima al Passo Brocon, da scalare due volte. E’ probabile che questo arrivo dia l’indirizzo finale alla classifica generale. Dopo l’inevitabile volata a Padova in Prato della Valle, la tappa friulana da Mortegliano a Sappada sembra fatta apposta per dare vita a una fuga di comprimari. Infine, ci sarà l’impegnativa ventesima frazione da Alpago a Bassano del Grappa, con la doppia ascesa da Semonzo alla montagna icona della prima guerra mondiale, che, però, potrebbe aver luogo a giochi già fatti. I Fori Imperiali, domenica 26 maggio, faranno da cornice all’apoteosi finale del vincitore.

Tradizione vorrebbe che adesso si procedesse a una disamina dei favoriti. Ci sarebbe il rischio, però, di coprirsi di ridicolo, in quanto a giudizio unanime degli addetti ai lavori solo Pogacar, può perdere questo Giro d’Italia. Il gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) e il francese Romain Bardet (Team DSM Firmenich) appaiono come autorevoli candidati per il podio, insediati, si spera, dal tandem italiano della Bahrai Victorious formato dal vecchio Damiano Caruso e dal giovane Antonio Tiberi. Per Tadej sarà fondamentale evitare, in primis, incidenti, cadute o malanni che pregiudichino il felice andamento della gara assicurandosi, al contempo, di non spendere troppe energie, che andranno conservate per il Tour de France. L’esempio da seguire è quello di Eddy Merckx in occasione della sua prima accoppiata rosa-gialla nel 1970 quando il Cannibale chiuse il Giro alla nona tappa, limitandosi poi a gestire il vantaggio nelle ultime due settimane. Il percorso di quest’anno, con ben cinque delle prime otto tappe che muoveranno la classifica, presenta una situazione analoga a quello di 54 anni fa. Ne consegue che si può ipotizzare che, dopo l’arrivo in salita a Prati di Tivo sabato 11 maggio, lo sloveno possa già avere in pugno la corsa.

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