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La riscossa degli “anziani improduttivi” a The Voice Senior: lo show che (a sorpresa) funziona

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Prima o poi doveva succedere: finito il serbatoio di pischelli canterini da immolare nel mattatoio dei talent giovanilistici, l’industria televisiva ora passa alla terza età. Il trono over (60) della canzonetta è The Voice Senior, che ha debuttato ieri sera su Rai 1. E come rileva la conduttrice Antonella Clerici nell’Anteprima, il programma è idealmente un omaggio “alla categoria più colpita” dal Covid. Poteva essere il colpo di grazia per gli anziani, e invece il risultato, a sorpresa, è buono. C’è onestà e voglia di sorridere in questo show che ha il pregio di ridare smalto a un format smunto (il parente povero di X-Factor, che pure langue da alcuni anni su Sky, nonostante in giuria siano stati piazzati stavolta Emma Marrone ed Hell Raton per calamitare il pubblico giovane) trasformandolo da seconda scelta di Rai 2 a boccone saporito per il pubblico più agée di Rai 1.

È bastato togliere l’impiccio ansiogeno della gara, che di fatto rimane ma ormai è soltanto un pro forma, un inutile rumore di fondo, per puntare solo sullo spettacolo e l’empatia. Sulla voglia di dare una chance di riscatto, un’estrema passerella di visibilità nazionale (per alcuni magari l’ultima, sono ammessi scongiuri) ad artisti perlopiù meritevoli che hanno ancora qualcosa da dire. Con cover che si intonano ai gusti italico-ecumenici della platea televisiva più ampia.

C’è l’ex gestore di villaggi turistici che canta (bene) “Uno su mille” di Morandi; spunta la maestra d’asilo che si cimenta con Mina; riciccia la vincitrice dello Zecchino d’oro del ‘64, ex docente di educazione fisica, che sfodera curve pericolose per emulare Elettra Lamborghini; un signore di 84 anni azzarda “Just a gigolo”; arriva persino un ex broker, oggi titolare di un centro di rafting, che ama la trap e intona “Good Time” di Ghali.

Insomma, folkolore allo stato puro. Come quando guardi gli show con i bimbi fenomeni del canto e ti stupisci pensando: però, guarda alla sua età quant’è bravo! Ecco, qui si ripete un po’ la stessa reazione di chimica televisiva, ma con i talenti over, da un’altra prospettiva anagrafica. Non sono tutti dotatissimi, infatti non sempre le poltrone dei giudici si girano (un’idea sfiziosa di John De Mol, quello del GF, l’unica vincente del format, peraltro) nelle Blind Auditions, gli ascolti alla cieca alla ricerca dell’essenza della bravura.

La Clerici, che ha riacquistato la luce (anche di studio) dei suoi anni televisivi migliori, fa la sua parte mettendosi un passo indietro, totalmente al servizio del programma. E il montaggio, incalzante, lascia emergere solo l’essenziale. Il resto lo fa la giuria: personaggi solidi e popolari, che in un talent teen non potresti mai piazzare, ma che qui diventano manna. Il motore, al centro, lo tengono acceso l’incontenibile Clementino, sorta di post Jovanotti partenopeo senza la zeppola, e il concittadino Gigi D’Alessio, che gli tiene bordone dando il ritmo al programma e si prende una rivincita dai detrattori dimostrando la sua solida competenza musicale.

Poi c’è il placido Al Bano, alle prese con la seconda ondata (di figli da piazzare nello spettacolo). Stavolta tocca alla debuttante Jasmine, una Loredana Lecciso in miniatura che parla un po’ per stereotipi di genere ma che mi sento di difendere: fa sin troppo per avere appena 19 anni. E l’immarcescibile, perennemente immusonita Loredana Bertè, che tra capelli e abito para-circense intonati al blu elettrico/fosforescente, con quella mise e i suoi modi sbrigativi ridisegna il concetto di “chic che non impegna”. Senza contare le sue topiche: “Scegli me, che ho una carriera a 380 gradi”. O quando dice ai colleghi: “Non giro la sedia perché cerco una donna”. E quando poco più avanti cantano un paio di donne (brave) non si gira comunque. Ma Loredana è Loredana. Come diceva Vasco: “Voglio trovare un senso, ma un senso non ce n’è”.

In vista dell’atteso debutto di The Voice Senior, Canale 5 ha fatto (saggiamente, alla luce dei risultati Auditel di stamattina) una scelta protezionistica di palinsesto facendo saltare la puntata del venerdì del suo varietà cheap & trash di punta, il Grande Fratello Vip di Alfonso Signorini. Ha risparmiato al programma una probabile disfatta, ma ha consegnato al tonfo il debutto della seconda stagione della fiction Il silenzio dell’acqua, con Ambra Angiolini e Giorgio Pasotti. Che si è fermata a 2.603.000 spettatori (appena l’11,13% di share) contro i 4.483.000 e il 19,77% del talent della Clerici. Sicuramente un buon risultato, di questi tempi. Alla faccia di chi parla di “anziani improduttivi”.

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