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Sanremo 2021, le pagelle di Selvaggia Lucarelli | Prima serata

Di Selvaggia Lucarelli
Pubblicato il 3 Mar. 2021 alle 01:43 Aggiornato il 3 Mar. 2021 alle 10:52

Sanremo 2021, le pagelle di Selvaggia Lucarelli | Prima serata

SANREMO 2021 PAGELLE – Ieri sera, 2 marzo 2020, al teatro Ariston è andata in scena la prima serata del Festival di Sanremo 2021. Alla conduzione della 71esima edizione, come lo scorso anno, Amadeus e Fiorello. Con loro la co-conduttrice Matilda De Angelis. Ma come è andata la serata su Rai 1? Quali sono i voti, le pagelle, dei protagonisti? Di seguito le pagelle della nostra Selvaggia Lucarelli sulla prima serata del Festival di Sanremo 2021:

FIORELLO
Togli lui che ride alle sue battute, il pubblico che ride alle sue battute e allora lui che ride perché il pubblico ride alle sue battute e quello in prima fila che ride alle sue battute e allora Fiorello va a fare delle battute a quello che ride in prima fila alle sue battute e insomma, togli tutto questo e resta il monologo sulle dita dei piedi. Voto 3.

ARISA
Tutti ci siamo detti “Dalla sua collaborazione con Gigi D’Alessio, uno così diverso da lei e dal suo mondo potrebbe nascere una cosa interessante!”. Beh, ci sbagliavamo. Lei sempre impeccabile, ma la canzone è come quella neve liquida: non attacca. Voto 5.

COLAPESCE E DIMARTINO
Vestiti come due personaggi stralunati di Maccio Capatonda, una canzone un po’ Alan Sorrenti e un po’ Empire of the sun, hanno cantato una delle cose più interessanti e divertenti della serata. Voto 9.

MATILDA DE ANGELIS
Per comprendere a fondo cosa significhi il “maschilismo inconsapevole” bisognerebbe annotare quante volte è stato scritto, durante il Festival, che è “spigliata”. Non brava, “spigliata”. Ma tu pensa. Spigliata. Reagisce perfino agli stimoli. E invece non è spigliata, è molto più brava di tutti gli uomini sul palco di Sanremo. Peccato la bruttezza della gag che le hanno smollato, ma essere bravi, appunto, vuol dire fare in modo che quella gag passi come una cosa mediocre, ma non grave. Una Leotta alle prese con quel polpettone sul bacio avrebbe fatto alzare e andar via anche le poltrone vuote. Voto 10.

ZLATAN IBRAHIMOVIC
Dunque. Sulla sua presenza ci sono alcuni nodi da sciogliere. Intanto vorrei capire perché lui, svedese, viene accolto con la musica balcanica di un lunapark a Novisad. Poi non capisco il perché delle gag spacco bottiglia ammazzo familia. Poi non capisco il perché delle gag. E non lo capisce neppure Amadeus che legge il monitor, annaspa, cerca di mantenere il ritmo ma c’è il terrore di chi sta per annegare, nei suoi occhi. Ora sappiamo che Ibra è meglio averlo come attaccante, contro, che come spalla, accanto. Voto 4.

GHEMON
A vederlo sembrava un po’ la foto di un vinile anni ’70, poi canta e ti ricordi di quanto è bravo, originale, moderno. Voto 8.
MAX GAZZÈ
Le sue canzoni si somigliano un po’ tutte, ma in questa aveva la barba. Voto 6.
COMA COSE
Albano e Romina in salsa Leoncavallo. Ci piacciono. Voto 8.

FEDEZ E FRANCESCA MICHIELIN
Tutto sbagliato. La messa in scena col rotolone Regina che lega i due microfoni, la canzone impalpabile, la performance piatta, la voce scarsa di lui che non regge il silenzio dell’Ariston, lei che canta bene ma ha un look da “Regina di scacchi” che la indurisce, insomma. Questo giro se Fedez non lo denuncia il Codacons lo denuncio io. Voto 2.

ACHILLE LAURO
Ci manca quello poco costruito dei primi tempi, quello che non dava l’idea di prendersi troppo sul serio. Il guaio è che ora si sente pronto per i Grammy, ma sembra più pronto per Tale e quale show. Voto 4.

MADAME
Per ragioni oscure ha avuto un (vero) endorsement dal Cardinal Ravasi su twitter, con tanto di commento “Bravo Cardi G!”. A parte questo curioso aneddoto, è difficile collocarla in questo Festival. Come nel tweet di un cardinale, del resto. Diciamo che va riascoltata. Voto: sospeso.

ANNALISA
Ha dato l’impressione di scimmiottare un po’ la svolta sexy di Elodie lo scorso anno con tanto di sandali alla schiava e forse qui sta il dilemma: è brava, la canzone è così così, ma manca, soprattutto, il guizzo. E’ inaspettatamente prima in classifica, ma pure Renzi aveva il 40 per cento. Voto 6.

MANESKIN

Con quel pezzo potevano partecipare solo ad un’edizione di Sanremo senza pubblico. La nonna di Diletta Leotta alla prima nota sarebbe scappata via chiedendo un esorcismo. Va premiato il coraggio e il pezzo non è male. Damiano poi, ormai 22enne, è invecchiato bene. Voto 7.

FASMA
Ha un bel brano, di quelli che sopravviveranno a Sanremo, vada come vada. Voto 8.
NOEMI
Se il pezzo dei Maneskin è l’anti-Sanremo per eccellenza, quello di Noemi è il pezzone sanremese classico. Lei, poi, è in stato di grazia. Quando si dice: non sbagliare niente. Voto 10.

FRANCESCO RENGA
Diciamo che di canzoni brutte a Sanremo ne ha portate parecchie con qualche rarissima eccezione, ma si è sempre salvato perché cantava bene, che è un po’ come dire “salutava sempre”. Quest’anno è mancata anche la voce. Però continua a salutare, dicono. Voto 2.
AIELLO
È (per ora) ultimo in classifica. Pensavo peggio. Voto: 2.

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