Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Spettacoli

Levante: “Sono andata in fondo ai miei buchi neri, da gennaio vedo una terapeuta”

Levante. Credit: Instagram
Di Clarissa Valia
Pubblicato il 2 Giu. 2021 alle 19:30

La cantante siciliana Levante, nome d’arte di Claudia Lagona, racconta in un’intervista a 7, il settimanale del Corriere della Sera, il suo nuovo e terzo romanzo dal titolo “E questo cuore non mente” che ha come protagonista Anita, con la quale la cantautrice ha tanto in comune: la morte del padre e la psicoterapia. Nel colloquio Levante parla anche dell’amore per Pietro Palumbo, avvocato siciliano che la cantante e scrittrice ha conosciuto due anni fa.

Il padre di Levante è morto per un tumore quando aveva 9 anni. “Papà era ferroviere, si chiamava Rosario: aveva iniziato da ragazzo come macchinista e poi era passato in ufficio, nel settore igienico-sanitario. Faceva i controlli sui treni e dove andava lui c’era l’amianto. È mancato per ragioni di servizio, lo ha stabilito il Tribunale nella famosa, per noi, causa Lagona-Gangi”, racconta la cantante.

“Mio padre fumava la pipa, e l’accendeva con dei piccoli baci, come fa Ferruccio nel romanzo. Io da gennaio vedo una terapeuta a Milano ed è il miglior investimento, anche economico, che potessi fare su di me. Finché non trovi qualcuno che ti mette davanti a uno specchio, pensi che certi comportamenti facciano parte del tuo carattere e invece sono nodi che devi sciogliere. In questo libro sono molto nuda. Però se una ragazza leggendolo trovasse il coraggio di indagare sui suoi buchi neri, sarebbe un bellissimo successo. L’adulta che ognuna di noi diventa sa cosa deve fare, è la bambina che fa resistenza“, confida Levante al Corriere.

E racconta l’amore per Pietro Palumbo, avvocato siciliano che la cantante e scrittrice conosciuto due anni fa in un incontro definito “un colpo di fortuna”: “Stiamo insieme da quasi due anni. Cerco di proteggerlo, e le uniche foto che sono uscite sono state rubate. Ho peccato di ingenuità: mi sono fidata di una famigliola. Quando ho visto lei allontanarsi con il telefonino ho pensato: “Lasciamole il suo momento di gloria con gli amici su WhatsApp”. Non pensavo che avrebbe venduto le foto a un settimanale”, racconta Levante.

E del loro primo incontro la cantante e scrittrice dice: “È stato un grandissimo colpo di fortuna. Quella sera ero arrabbiatissima e un amico mi propose di uscire a mangiare. Poi ritrattò, si era scordato di una cena di compleanno. E lì mi sono trovata a tavola con questo dio siciliano, di una bellezza non comune. Ma la sua bellezza è quasi trascurabile rispetto all’animo che ha. Purtroppo dice arancina e non arancino… Siamo agli opposti, lui è di Palermo! Il dialetto? Pietro lo parla molto male, perché in casa non lo usavano. Mio papà invece ci parlava in dialetto, ma voleva che rispondessimo in italiano”.

Leggi anche: Diodato e Levante: 5 cose (che forse non sapete) sulla storia d’amore più chiacchierata di Sanremo

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Exit mobile version