Lo stretto legame tra PCOS e sindrome metabolica

La sindrome dell’ovaio policistico, nota anche come PCOS dall’acronimo inglese Polycystic Ovary Syndrome, è uno dei disturbi del sistema endocrino e metabolico più diffusi in età fertile.

In Italia, la PCOS colpisce tra il 5-10% delle donne e addirittura il 70% non viene diagnosticato o riceve una diagnosi errata, a causa della complessità della sindrome.

Ma la sindrome dell’ovaio policistico oltre a rappresenta la prima causa di infertilità femminile, può causare anche importanti implicazioni metaboliche e cardiovascolari nel lungo periodo.

La PCOS è tutt’altro che semplice da diagnosticare.

I sintomi, infatti, variano da donna a donna e molto spesso non si manifestano tutti contemporaneamente. In ogni caso, tra quelli più comuni abbiamo: obesità, aumento della circonferenza addominale anche nelle donne normopeso, difficoltà a dimagrire, disturbi del ciclo mestruale, irsutismo, pelle grassa e acneica.

Le cause, invece, ad oggi non sono ancora del tutto chiare, anche se sembrerebbero essere il risultato di una predisposizione genetica e di fattori ambientali, in particolar modo quelli che favoriscono obesità e insulino-resistenza.

L’insulino-resistenza, al momento, rappresenta infatti la causa più accreditata anche perché è presente nel 70% delle donne PCOS indipendentemente dal BMI.

Le alterazioni metaboliche sono quindi una componente centrale della PCOS.

In particolar modo, le donne con sindrome dell’ovaio policistico possono andare incontro con maggiore frequenza a obesità con distribuzione del grasso di tipo androide; diabete di tipo 2; ipertensione arteriosa; livello elevato di lipidi (colesterolo e/o trigliceridi).

E tutte queste alterazioni sono accomunate dalla sindrome metabolica, caratterizzata da una circonferenza vita maggiore del normale che aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e che riguarda addirittura il 40-45% delle donne PCOS.

Tuttavia, per diagnosticare la sindrome metabolica devono essere presenti tre dei seguenti fattori di rischio: obesità addominale, alterazioni glicemiche, dislipidemie (inclusi elevati livelli di trigliceridi e bassi livelli di colesterolo “buono”) e ipertensione.

La PCOS è sicuramente una patologia complessa, che però può essere gestita con il giusto approccio.

Il cambiamento dello stile di vita con attività fisica e alimentazione sana e la perdita di peso anche solo del 5%, quando necessario, sono le principali strategie da adottare per gestire segni e sintomi della PCOS e per avere benefici sui parametri metabolici.

L’importante è comunque affidarsi sempre a un gruppo di specialisti per un approccio tempestivo e multidisciplinare.