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    Pd, Zingaretti non ci ripensa e invia la lettera di dimissioni: “Se ero io il problema, mi sono tolto di mezzo”

    E Bonaccini commenta: "Scelta sbagliata. Io non faccio parte di correnti. Ora nel Pd serve unità"

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 5 Mar. 2021 alle 11:07 Aggiornato il 5 Mar. 2021 alle 19:32

    Nicola Zingaretti ha inviato la lettera di dimissioni da segretario del Pd alla presidente del partito, Valentina Cuppi. Lo riferisce l’agenzia di stampa Agi. Zingaretti non cede, dunque, agli appelli giunti dal partito per un ritiro delle dimissioni. Nessun ripensamento. E intanto anche Stefano Bonaccini – presidente dell’Emilia-Romagna, indicato da molti come probabile futuro leader dei dem – commenta la notizia delle dimissioni: “Scelta sbagliata”, dice, ma “io non faccio parte di correnti” [Leggi cosa ha detto Bonaccini].

    Zingaretti in mattinata ha ribadito il suo punto di vista a margine dell’inaugurazione del Playground di Torre Gaia, a Roma. “Se era maturata l’idea che il problema potessi essere io, ho tolto a tutti questo problema, facendo un passo di lato”, ha spiegato. Ripensamento? Non si tratta di un ripensamento. Non è proprio questo il tema. Mi sono dimesso per spingere l’intero gruppo dirigente a un confronto più vero, plurale ma anche solidale, senza ipocrisie, che permetta alla nostra comunità di sciogliere i nodi delle scelte che si dovranno fare”.

    “Io ce l’ho messa tutta, ma non ce l’ho fatta a determinare questo clima, perché più che il pluralismo ha prevalso la polemica. E quindi ho fatto un passo di lato”, aggiunge Zingaretti. “Continuerò a fare il presidente di Regione, a dire la mia. Spero che il Pd ritrovi la voglia di discutere, anche con idee diverse, ma con più solidarietà e rispetto. Con un Partito Democratico più debole è più debole la democrazia italiana. Darò un contributo dicendo la mia al servizio del mio partito, ma soprattutto dell’Italia”.

    “Il tema”, prosegue il segretario dimissionario, “è far fare al gruppo dirigente del partito un salto in avanti. Ora ci sarà l’assemblea, qualsiasi scelta faranno io la rispetterò, ed è giusto che sia così. Andiamo avanti e troviamo le forme migliori per farlo. Se era maturata l’idea che il problema potessi essere io, ho tolto a tutti questo problema, facendo un passo di lato”.

    Sull’ipotesi che l’Assemblea del Pd possa rigettare le sue dimissioni, Zingaretti ha così risposto ai microfoni dell’Ansa: “Leggetevi lo statuto. Non è previsto”.

    Il governatore del Lazio risponde anche al leader della Lega, Matteo Salvini, che si era detto preoccupato per la stabilità della maggioranza di governo: “Salvini stia tranquillo”, dice Zingaretti. “Il Governo Draghi è solido, è forte, andrà avanti, nessuno lo metterà mai in discussione. Anzi, troverà il Pd al 1000 per 1000 al servizio della necessità di portare avanti quel programma”.

    “Dico grazie a tutte a tutti che mi stanno scrivendo da ieri sera. Nei prossimi giorni andrò a fare la tessera del Partito Democratico, perché ancora non l’avevo fatta e perché rimango convinto che il Pd, la grande forza popolare, possa garantire a questo paese il buon governo. Io sono per un partito popolare contro il populismo, un populismo che i problemi delle persone li cavalca e noi siamo quelli che li dobbiamo risolvere”.

    Leggi anche: 1. Il golpe dei sauditi contro Zinga. Ora il Pd li metta alla porta (di Luca Telese)  / 2. Il virus dentro il Pd (di Giulio Gambino)

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