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    Renzi: “Caro Conte, non si sostituisce il governo con una task force”

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 9 Dic. 2020 alle 08:12 Aggiornato il 9 Dic. 2020 alle 20:06

    È atteso il voto in Senato, dopo il via libera della Camera alla risoluzione di maggioranza sulla riforma del Mes. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto oggi, mercoledì 9 dicembre, le comunicazioni alla Camera e al Senato in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre.

    Sul punto si è creata una  spaccatura nella maggioranza e, in particolare, all’interno del Movimento Cinque Stelle, dove una “fronda” di parlamentari aveva dichiarato in una lettera l’intenzione di votare contro la riforma. Dopo ore di mediazione, la maggioranza ha tuttavia trovato un accordo.

    La diatriba Renzi-Conte

    Ad alzare la tensione negli ultimi giorni è stato anche il rapporto tra il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e il premier Conte. Ad essere contestata è la formula della task force scelta dal presidente del Consiglio. In Senato sono volate anche parole forti, quando Renzi prende la parola intorno alle 19,30: “Caro Conte, non si sostituisce il governo con una task force”, ha detto oggi il leader di Iv nell’Aula dopo le comunicazioni del presidente Conte sul Consiglio Ue.

    “Il Recovery è l’ultima occasione che abbiamo per progettare il futuro del nostro Paese – ha spiegato Renzi – Penso che la maggioranza debba fare una riflessione seria su cosa fare e su come farlo”. “I 18 senatori di Italia viva la invitano a schierare l’Italia dalla parte dell’Europoeismo. La riforma del Mes è una piccola parte ma va nella giusta direzione”, ha continuato il leader di Iv.

    Sul Recovery fund “è bene essere chiari: non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance in cambio di uno strapuntino o di ‘un aggiungi un posto a tavola’. Non stiamo chiedendo che nella cabina di regia ci sia un ministro di colore politico più vicino al nostro”, ha sottolineato l’ex premier fiorentino.

    Poi l’affondo finale: “Se i suoi collaboratori telefonano ai giornali per dire che vogliamo una poltrona in più, sappia che se ha bisogno di qualche poltrona ce ne sono tre , due da ministro e una da sottosegretario, nostre a sua disposizione. Se invece vuole ragionare sul serio spieghi che questo non è un talk show, non è il Grande Fratello ma la politica”.

    Discussione sul Mes al Senato

    Di seguito le dichiarazioni di Conte in diretta al Senato. Qui sotto la diretta video

    Discussione sul Mes alla Camera

    Di seguito le dichiarazioni di Conte in diretta alla Camera dei deputati. Qui sotto la diretta video

    Il testo alla Camera è stato votato per parti separate. Nella prima votazione, relativa alla maggior parte del dispositivo della risoluzione, è stata approvata la prima parte del testo con 314 voti favorevoli, 239 voti contrari e 9 astenuti. Nella seconda votazione, relativa alla sola lettera A del sesto capoverso, i voti favorevoli sono 300, 256 i voti contrari, 7 gli astenuti. Nella terza votazione (relativa alla parte sul Mes) i voti favorevoli sono 297, i contrari 256 e 7 gli astenuti. Infine, nell’ultima votazione i sì sono 300, 255 i voti contrari e 8 gli astenuti.

    “Il Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre presenta un’agenda ricca di temi”, ha spiegato Conte. “Il tema fondamentale rimane la lotta alla pandemia di Covid, al riguardo il Consiglio europeo è orientato a dare un riconoscimento comune ai test e a lavorare sui vaccini. Solo una risposta europea può essere adeguata come risposta al Covid. La risposta sanitaria deve essere accompagnata da quella economica e sociale”.

    “A tal proposito ci adopereremo per superare il veto dell’Ungheria e della Polonia sul progetto Next Generation Eu”, ha proseguito il premier. “Sosteniamo gli sforzi della presidenza tedesca volti a una soluzione rapida a questa situazione di stallo causato, come ho detto, dal veto ungherese e polacco. Per la prima volta l’Europa si è fatta carico di strategie economiche espansive, una risposta radicalmente diversa dal passato”.

    “L’11 dicembre il Consiglio europeo avrà invece al centro la riforma del trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, il Mes, il backstop del Fondo Unico di Risoluzione, l’accordo sulla valutazione della riduzione del rischio bancario. Com’è noto la riforma del Mes conteneva il common backstop che è obiettivo cardine per il nostro Paese. Grazie al contributo italiano l’Eurogruppo ha trovato un’intesa per introdurlo con due anni di anticipo. Procedere sin da subito in via contestuale consentirà di far partire il meccanismo del backstop nel 2022. Resta la responsabilità finale delle Camere sulla ratifica della riforma. Ma se proviamo ad alzare lo sguardo e dare una prospettiva più ampia, sono convinto che per cambiare l’Europa sia decisivo ben altro percorso. Devono essere riconsiderate in maniera radicale struttura e funzione del Mes affinché sia trasformato in uno strumento diverso. L’Italia si farà promotrice di una riforma innovativa: l’obiettivo è integrare il nuovo Mes con il resto”.

    Conte è tornato a parlare del progetto Next Generation Eu: “L’accordo di luglio che apre la strada a un finanziamento straordinario, sembrava irraggiungibile fino a pochi mesi fa, ed è stato raggiunto attraverso uno sforzo comune. Auspico che il Next generation Eu possa diventare una misura strutturale”. Altri temi citati dal premier sono il trattato di Schengen, le relazioni esterne con la Turchia, le relazioni con gli Usa dopo l’elezione del nuovo presidente Usa Joe Biden. “Sono convinto che il presidente eletto Biden avrà un approccio molto positivo al multilateralismo e che considererà l’Europa come un asset per gli Stati Uniti”, ha detto Conte. “Il tavolo del confronto del governo con le opposizioni rimane sempre aperto. Ma il governo ha bisogno anche della massima coesione delle forze di maggioranza per continuare a battersi in Europa. Il confronto dialettico all’interno della maggioranza è sicuramente un segno di vitalità e ricchezza ma è salutare che sia fatto con spirito costruttivo, che non ci faccia disperdere energie, che non ci distragga dagli obiettivi della nostra azione. Tra poco si svolgerà la conferenza sul futuro dell’Unione, l’Italia ha tutte le carte per incidere e per giocare un ruolo da protagonista”, ha concluso il premier.

    Cosa prevede la riforma sul Mes

    Il Mes (Meccanismo europeo di stabilità) è conosciuto anche come Fondo salva-Stati. La sua riforma è un dossier Ue che risale a prima della pandemia di Covid e che già era tema di forte scontro tra i politici italiani. La riforma, quindi, non riguarda l’utilizzo del Mes cosidetto “sanitario”, cioè di fondi per rafforzare la sanità colpita dalla pandemia, di cui pure si è molto discusso negli ultimi mesi. Piuttosto, attiene all’accordo politico preliminare raggiunto a giugno 2019 dai Paesi Ue su una riforma complessiva da apportare al Fondo. Per la sua entrata in vigore, alla riforma occorre la ratifica dei parlamenti dei singoli Stati.

    La riforma interviene su molti temi riguardanti la governance economica e punta a dare al Mes una serie di nuovi compiti, nell’ambito degli obiettivi approvati dai capi di Stato e di governo dell’Ue nel dicembre 2018, per completare l’unione economica e monetaria e, appunto, il fondo Salva-Stati. Il testo si basa su diversi bilastri, tra cui il backstop del Fondo Unico di Risoluzione, le linee di credito del Mes, la sostenibilità del debito, la cooperazione del Mes con la Commissione europea. In particolare, se venisse approvata, la riforma inciderebbe sui prestiti ai Paesi dell’Euro in difficoltà finanziaria e gli aiuti alle banche in crisi.

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