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    Salvini visita Codogno e Piacenza: assembramenti e selfie senza mascherina

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 28 Giu. 2020 alle 14:15 Aggiornato il 28 Giu. 2020 alle 18:26

     

    Salvini a Codogno e Piacenza, assembramenti e selfie ravvicinati

    “Su Codogno nei mesi scorsi ne hanno dette di tutti i colori, gente che questa città non la conosce: tacete e portate rispetto a chi non c’è più”, dice Salvini dal piccolo palco di Codogno che lo ha accolto oggi, domenica 28 giugno, per dare il via a un tour in Lombardia in vista degli impegni elettorali del prossimo autunno. Dopo essersi recato nel comune di Piacenza e aver incontrato la sindaca di centro-destra Patrizia Barbieri, il segretario del Carroccio a Codogno ha voluto ricordare i decessi registrati nel luogo da cui tutto è partito il 21 febbraio scorso. Eppure le modalità degli incontri sono stati simili a quelli per cui il leader della Lega è stato già criticato nelle ultime settimane, e cioè non del tutto aderenti alle norme anti-Covid. Come si vede dai video condivisi sui social, i militanti sono assembrati senza rispettare le distanze di sicurezza, alcuni non portano la mascherina. Poi arrivano gli immancabili selfie: e se a Codogno Salvini ha sempre portato il dispositivo di sicurezza, negli scatti di Piacenza non indossa la mascherina, così come i protagonisti delle sue foto, che posano ravvicinati.

    Un “cattivo esempio” che risulta ancora più grave nei comuni più duramente colpiti dalla pandemia. Mentre Salvini è a Codogno, il Capo dello Stato Sergio Mattarella si trova a Bergamo per la Messa da Requiem in onore ai morti per Coronavirus. Un momento solenne che ha suscitato alcune polemiche tra i parenti delle vittime per la presenza del governatore Attilio Fontana, ritenuto dal comitato “Noi denunceremo – Verità e giustizia per le vittime Covid-19” responsabile per gli effetti distruttivi del Coronavirus in regione, e in particolare nella provincia di Bergamo. Come noto, la mancata istituzione della zona rossa nella Valseriana ai primi di marzo è indicata da molti tra i fattori che hanno impedito di arginare i contagi.

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