“Salta la fila”, il ministro Urso risponde alle polemiche dopo il video di Zingaretti: “È la scorta che decide”
A scatenare il caso è stato inizialmente un video pubblicato sui social dal noto attore Luca Zingaretti, con il quale aveva denunciato il fatto che “la moglie di un politico italiano” era stata fatta passare davanti a tutti gli altri passeggeri in attesa di imbarcarsi in aeroporto. Si trattava, come si è scoperto dopo, di Olga Sokhnenko, consorte del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il ministro quest’oggi ha replicato alle polemiche con un’intervista a Repubblica: “Ho accompagnato mio figlio di sette anni e mia moglie in aeroporto prima di andare al ministero. È compito della scorta la valutazione delle condizioni di sicurezza. Mi rammarico se questo possa aver recato disagio ad altri. Non è nel mio stile, come sa chi mi conosce”.
Urso ripete più volte di non aver notato “modi poco gentili” da parte della sua scorta in aeroporto, perché – pur essendo vicino alla moglie mentre si dirigeva all’imbarco – “ho trascorso tutto il tempo al telefono” per preparare “un incontro importante”, un tavolo per l’accordo di programma sull’ex Ilva di Taranto. È lecito quindi che la scorta, che deve concentrarsi sulla sicurezza del ministro a cui è legata, si occupi dei familiari? “È la scorta a valutare le condizioni, io ero accanto a mia moglie anche se al telefono. Per l’esattezza portavo la sua valigia”, dice Urso.
Poco dopo il ministro ha inviato una lettera, pubblicata da Repubblica, che riportiamo di seguito. “Caro Direttore, non è corretto affermare che non abbia risposto alla domanda se ritenevo giusto scavalcare la fila, perché la risposta era già contenuta nell’affermazione precedente in cui evidenziavo che “è compito della scorta la valutazione delle condizioni di sicurezza”, la quale deve decidere in totale autonomia, come prescrive la circolare interna del servizio scorte n.601/I/B18-11/9195/OES/2013/R del 16 ottobre 2013.
Vista la rilevanza da lei attribuita al video di Zingaretti in merito al fatto che ho deciso di accompagnare mia moglie e mio figlio sino al check-in per la consegna dei bagagli, prima di recarmi al Ministero, sono costretto a rivelarle che, in data 27 ottobre 2023, è giunta al Mimit una lettera minatoria con due proiettili in cui si faceva esplicito riferimento alla possibilità di colpire mia moglie, se non avessi cambiato atteggiamento in riferimento alle mie attività istituzionali sulle procedure di golden power che, come noto, sono coperte da riservatezza.
Nello specifico, la lettera minatoria faceva riferimento a decisioni precedentemente assunte, sostenendo di conoscere luoghi di residenza e abitualmente frequentati, nonché altri inquietanti elementi che mi hanno imposto di non rendere pubblica la denuncia, che subito feci al Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma per consentire all’autorità giudiziaria di compiere i dovuti accertamenti.
Anche per questo io e mia moglie abbiamo deciso di mantenere una particolare discrezione e cautela. Mi auguro che lei comprenda. Cordialità”.