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Recovery Plan, fonti Ue: “L’Italia rischia di non rispettare la scadenza per la presentazione del piano”. Ma Palazzo Chigi smentisce

Immagine di copertina
Mario Draghi Credits: ANSA

Secondo fonti vicine alla Commissione europea la presentazione definitiva del piano italiano potrebbe slittare a metà maggio perché sarebbero state chieste delle modifiche alla bozza presentata. Ma il governo assicura: "Nessun ritardo"

Due settimane potrebbero non bastare all’Italia per rispettare la scadenza di presentazione del Recovery Plan fissata per il 30 aprile. Secondo un’esclusiva pubblicata da Reuters, la Commissione europea non sarebbe soddisfatta delle bozze presentate dal governo italiano sino ad oggi. E le modifiche richiederanno tempo, con la conseguenza che la data di presentazione del piano potrebbe slittare.

“La presentazione potrebbe slittare a maggio”

Questa per l’esecutivo sarebbe una doppia sconfitta: in primo luogo perché il governo guidato da Mario Draghi è nato con la missione di spendere bene i 209 miliardi dei fondi europei per la ripresa. E, in seconda battuta, per l’inefficienza dell’Italia di fronte all’Ue descritta dall’agenzia Reuters.

Secondo una fonte vicina alla Commissione europea la presentazione definitiva del piano italiano potrebbe slittare a metà maggio. “La Commissione è scontenta del piano di ripresa così com’è”, ha dichiarato una fonte a Reuters. In particolare, Bruxelles sembra preoccupata dalla mancanza di dettagli su come verrà gestito il piano una volta ottenuta l’approvazione dall’Ue e da alcune delle riforme, tra cui quella del sistema giudiziario. Per questo Bruxelles avrebbe chiesto all’Italia di modificare la bozza.

La smentita del governo

Tuttavia, fonti di Palazzo Chigi hanno smentito un qualsiasi rallentamento: “L’Italia presenterà puntualmente il 30 aprile il Piano nazionale di rilancio e resilienza”. Un portavoce del premier ha confermato che, come da calendario, Mario Draghi illustrerà il piano alle Camere il 26 e 27 aprile e prima di quella data ci sarà un passaggio in Consiglio dei ministri. Secondo l’accordo sul Next Generation Ue, 200 dei 750 miliardi del piano di aiuti andranno all’Italia in una forma mista di prestiti e sovvenzioni che saranno distribuiti nell’arco dei prossimi sei anni.

I precedenti

I dubbi su possibili slittamenti nella presentazione dei piani erano in realtà nati venerdì scorso, quando il , vicepresidente esecutivo della Commissione, Valdis Dombrovskis, aveva detto: “Alcuni piani di rilancio sono più avanzati di altri. Meglio prendersi una settimana in più o due per fare buoni progetti, piuttosto che concentrarsi sulle scadenze”. Una dichiarazione senza nomi o riferimenti, ma che ha subito acceso i riflettori sull’Italia, prima beneficiaria del piano europeo.

Se la presentazione slittasse, slitterebbe anche il primo acconto di 23 miliardi atteso da Roma tra luglio e agosto. Sarebbe un segnale che potrebbe mettere in agitazione i mercati finanziari, soprattutto dopo l’approvazione del Def che ha certificato come quest’anno il debito pubblico arriverà al 160 per cento. I numeri sono questi, nonostante il premier Draghi lo abbia definito “debito buono”.

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