Ponte sullo Stretto, sì al progetto definitivo. Salvini: “Ci sarà la metro e 120mila posti di lavoro”
Il Ponte sullo Stretto si farà: parola di Matteo Salvini. Esulta in conferenza stampa il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, che parla di “giornata storica”, dopo che il Cipess ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione del ponte che dovrà collegare Sicilia e Calabria. Alla riunione del comitato interministeriale che ha dato il via libera al progetto è presente anche la premier Giorgia Meloni.
Salvini dice che “sarà il ponte a campata unica più lungo al mondo. Una infrastruttura del genere è un acceleratore di sviluppo”. “Questo non è un punto di arrivo ma di partenza che arriva dopo due anni e mezzo di lavoro costante. È un’emozione perché – ricorda- non si è mai arrivati al finanziamento definitivo”.
Il ministro aggiunge che il ponte “sarà una parte di risoluzione dei problemi del mezzogiorno d’Italia. Studi parlano di 120 mila unità lavoro l’anno, parlano anche di enorme vantaggio ambientale. È la più grande opera pubblica in Occidente in programmazione”. Il vicepremier fornisce parlando con i giornalisti ulteriori dettagli sull’opera: “Ci sarà la metropolitana dello stretto, tre fermate sul fronte messinese che collegheranno studenti, pendolari, turisti”. Verranno coinvolte aziende da tutta Italia, a cominciare dal produttivo Nord. Guardando invece alla formazione professionale, interesserà prevalentemente Sicilia e Calabria, tra le regioni col più alto tasso di disoccupazione giovanile.
C’è poi la questione tempi. “Ovviamente ci vuole la bollinatura della Corte dei Conti, quindi l’obiettivo è partire con il cantiere per settembre e ottobre. L’estate finisce il 21 settembre”, spiega Salvini. Quando termineranno i lavori? “Il nostro obiettivo è l’attraversamento tra il 2032 e il 2033”, afferma il ministro.
Meloni
Il Ponte sullo Stretto è un’opera “frutto di un lungo processo progettuale e normativo – i primi progetti risalgono alla fine degli anni Sessanta – che questo governo ha scelto di riavviare ufficialmente nel 2023, dopo la sospensione decisa dal governo Monti nel 2012. Di questo ringrazio il ministro Salvini per il coraggio e la determinazione”. Così, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la riunione del Cipess, sottolineando che ora si potrà avviare “la costruzione di un’opera tanto imponente quanto all’avanguardia dal punto di vista tecnico e ingegneristico”.
Il Ponte, ha aggiunto la premier, è una “infrastruttura dai tanti primati, a partire da quello che lo renderà il ponte sospeso a campata unica più lungo del mondo”. Ma il progetto “non si limita alla costruzione del ponte in senso stretto. Sono previsti infatti oltre 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari per connettere l’infrastruttura”. “Lo facciamo – ha rimarcato Meloni – per dare lavoro e opportunità oggi, visto il moltiplicatore che un’opera di questa imponenza può generare sul nostro tessuto economico e produttivo, e per lasciare alle generazioni future un’eredità concreta: un’Italia più connessa, più competitiva, più coesa”.
Le opposizioni
Toni opposti da parte delle opposizioni. “Altro che giornata storica: oggi è una giornata triste per il Mezzogiorno e per tutto il Paese – dice il dem Anthony Barbagallo -. Il via libera del Cipess al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto rappresenta un colossale spreco di risorse pubbliche, un monumento all’inutilità e alla propaganda di Salvini. Un’opera vecchia, contestata, irrealizzabile nei tempi e nei modi raccontati, che cancella con un colpo di spugna le vere priorità del Sud”.
Il senatore M5S Pietro Lorefice commenta: “Il Governo trova 13,5 miliardi per il Ponte sullo Stretto, da oggi ufficialmente autorizzato dal Cipess, mentre per l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria mancano ancora 17,2 miliardi per completare un’opera fondamentale per evitare che dal ‘profondo Sud’ ci si possa impiegare anche 20 ore di treno per raggiungere la capitale”. Per Angelo Bonelli di Avs si tratta di “un’opera che rappresenta il più grande spreco di denaro pubblico mai visto in Italia”.