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Il deputato di Forza Italia che non vota il dl rave del governo: “No al reintegro dei medici no vax”

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Alla Camera il “decreto rave” è stato approvato dopo il ricorso alla “ghigliottina”, che ha di fatto tagliato l’analisi dei 157 ordini del giorno presentati dalle opposizioni, con 183 voti favorevoli, 116 contrari e un astenuto.

Si tratta di Nazario Pagano, deputato di Forza Italia, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, nonché segretario regionale del partito in Abruzzo: una figura di rilievo all’interno della maggioranza, quindi, che ha deciso di astenersi per un motivo ben preciso.

“Non ho partecipato al voto sul ‘Dl rave’ – ha detto in un video pubblicato sui suoi canali social – non perché non condividessi tutti i contenuti del decreto ma perché al suo interno, all’articolo 7, c’è una norma che non condivido e cioè la revoca della sospensione dell’attività professionale per i cosiddetti medici no vax”.

Pagano si discosta quindi dal blocco compatto dell’alleanza di centrodestra, che è comunque riuscita agevolmente a far passare il provvedimento: era necessario ottenere il “via libera” entro oggi, pena la decadenza dell’intero testo contenente sia norme sui raduni musicali abusivi sia le disposizioni che hanno consentito il reintegro anticipato dei sanitari che hanno deciso di non vaccinarsi contro il Covid.

“Per profonda convinzione, e per storia personale – prosegue Pagano – nella scorsa Legislatura mi sono battuto per l’obbligo vaccinale per i sanitari. La mia lealtà e responsabilità nei confronti della maggioranza e del governo non è minimamente in discussione e ringrazio il mio Gruppo per aver compreso una decisione presa in coerenza con valori e principi nei quali credo fermamente”.

La decisione di bypassare gli ordini del giorno è stata presa dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio dopo una maratona durata 20 ore. Dopo la seduta di questa mattina era stata chiesta una pausa. Al rientro, si è passati subito al voto.

Movimento 5 Stelle e Partito democratico si sono scagliati duramente contro il governo, gli unici deputati di opposizione a non protestare sono stati quelli del Terzo Polo.

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