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    Nasce il partito delle seconde generazioni di migranti: “Siamo la voce che il Pd non può essere”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 17 Lug. 2020 alle 16:11 Aggiornato il 17 Lug. 2020 alle 16:27

    Nasce in Italia il partito delle seconde generazioni di migranti

    Ius culturae, rappresentanza delle comunità di stranieri nei consigli comunali, sicurezza e parità di diritti, sono queste le istanze con cui il partito delle seconde generazioni di migranti vuole iniziare la propria battaglia politica, che il fondatore toscano Yassine El Ghild presenterà ufficialmente tra due settimane a Pontedera, comune di 29mila abitanti in provincia di Pisa, di cui il 10 per cento di origine straniera. Nato in Marocco e emigrato in Italia all’età di cinque anni, classe 1989, Yassine non vuole ancora svelare il nome del nuovo partito, ma sembra conoscere molto bene la rotta da seguire: prima l’elezione di propri esponenti nei comuni pisani dove è attivo sin dall’età di 19 anni, poi il resto del Paese. E sono circa sessanta i giovani 30enni che hanno deciso di costruire questa nuova realtà insieme al giovane politico. Sono nati in Italia da genitori senegalesi, marocchini o nigeriani. Sono professionisti, parlano italiano e in molti casi non hanno mai visitato la propria terra d’origine. Hanno sempre vissuto in Italia, hanno voglia di partecipare alla vita politica del Paese che chiamano casa, ma non trovano in nessun partito la propria rappresentanza, nemmeno in quel Partito Democratico di cui lo stesso Yassine faceva parte sino a un anno fa.

    “È impossibile che non esista nemmeno un sindaco nero quando in ogni comune d’Italia ci sono almeno il 7 per cento di stranieri e le classi di studenti sono composte nella maggior parte dei casi per metà da stranieri e per metà da italiani. L’Italia non è razzista, ma se non ci sono rappresentanti delle seconde generazioni come noi che siedono ai tavoli della politica, è un problema”, afferma. Yassine invece a uno dei quei tavoli ci si è seduto, per cinque anni – dal 2014 al 2019 – in qualità di Assessore alle politiche sociali e allo sport del Pd di Calcinaia, un comune di circa 14mila anime in provincia di Pisa. “Ero l’unico straniero della giunta e uno dei due in tutta la Toscana”. Una Regione che conta il 10 per cento di abitanti di origine straniera.

    “Ho cercato di lavorare per le politiche d’integrazione e immigrazione ma ho capito che la realtà è molto diversa da come viene descritta, e uno dei più grandi ostacoli è che non esiste collaborazione nemmeno tra migranti: ogni comunità è chiusa in se stessa, da quella dei senegalesi a quella dei marocchini o nigeriani, a loro volta divisi in fazioni proprio come succede in Nigeria”. Per questo ha deciso di non correre per un secondo mandato, ma di creare una realtà nuova, perché l’unico modo per cambiare le cose è “sedersi ai tavoli con i propri argomenti, che sono tanti”. E sono in tanti quelli che si dichiarano pronti a farli valere, non solo in Toscana. “Il 30 luglio sarò a Milano per incontrare un gruppo di seconde generazioni che ragiona come noi”, afferma entusiasta, e sogna che il capoluogo lombardo “abbia un giorno un sindaco nero”, magari eletto con il suo partito.

    Un partito “né di destra né di sinistra”, dove le comunità possono riconoscersi nei bisogni e nelle istanze che li accomunano, dalla lotta per lo ius culturae all’assegnazione delle case popolari, su cui non hanno paura di dire le cose come stanno senza risultare “fascisti”. “Ci batteremo per la parità di diritti tra italiani e stranieri, per la cittadinanza alle seconde generazioni. Ma, per esempio, anche noi pensiamo che ci voglia più sicurezza nelle stazioni dove le donne che vengono dal Ghana si prostituiscono. Lo pensiamo tutti”, continua. “Sappiamo che ci sono persone che investono i propri stipendi nei Paesi d’origine, dove risiede parte della famiglia e possiedono beni. Allora siamo d’accordo con l’esistenza di regole per l’assegnazione degli alloggi destinati ai meno abbienti. Bisogna presentare un certificato che dimostri che non si possiede nulla nemmeno altrove. Così chi vuole fregare il sistema a discapito dei bisognosi resta fuori”.

    Un discorso con cui sarebbe d’accordo persino Giorgia Meloni. Ma la leader di Fratelli d’Italia per Yassine “usa queste battaglie solo per propaganda, sulla nostra pelle”. E se Salvini è il politico che parla più spesso d’immigrazione, “dice cose sbagliate e le dice male”. “Il nostro obiettivo, invece, è dire le cose in modo diverso, con un altro valore, quello del punto di vista di chi vive questi problemi in prima persona. Partendo dal fatto che siamo persone, e che vogliamo fare politica”. Ma nessun partito li rappresenta. “Il Pd non ha il coraggio di difendere le istanze degli stranieri. Se sbattessero i pugni sul tavolo per lo ius culturae e l’abolizione dei decreti sicurezza senza paura di arrivare al 4 per cento, se ripartissero senza paura di perdere, otterrebbero alla fine più consenso”. In un contesto del genere, chi vuole partecipare alla politica, “non può essere né del Pd, né della Lega né del M5S e alla fine resta fuori”. “Allora sai cosa vuol dire invece unire un gruppo di persone di 30 anni che ha voglia di fare politica e di presentarsi alle elezioni?”, si chiede.

    Quelle Regionali in Toscana, in programma per il prossimo 20 e 21 settembre, saranno il primo laboratorio politico in cui cimentarsi, dove probabilmente non correranno nelle liste di uno dei due candidati alla carica di governatore ma sicuramente “faranno capire agli stranieri chi è Eugenio Giani (governatore uscente in quota Pd che corre per il secondo mandato, nrd) e chi è Susanna Ceccardi (europarlamentare e candidata della Lega, nrd)”. “Non siamo pronti per prendere una posizione, ma sicuramente qualcuno ci contatterà”, dice, convinto che per difendere le istanze su cui la politica attuale non è in grado di battersi, per colmare quel vuoto di rappresentanza che una buona fetta di popolazione, non solo straniera, avverte, non basta scendere in piazza e fermarsi a essere un movimento, come nel caso delle Sardine, ma bisogna essere un partito. “Bisogna trasformarsi in qualcosa di concreto, altrimenti si resta di passaggio. Noi vogliamo essere un partito e correre alle elezioni con le nostre idee”.

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