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    Il M5S perde pezzi: tutti i parlamentari usciti dal Movimento (e quelli che stanno per andarsene)

    Il ministro degli Esteri e capo politico del M5S, Luigi Di Maio, rilascia dichiarazioni ai giornalisti all'esterno di Palazzo Chigi, Roma, 21 novembre 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

    Dall'inizio della legislatura sono 14 i parlamentari che hanno abbandonato i gruppi del Movimento Cinque Stelle alla Camera e al Senato

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 20 Dic. 2019 alle 14:12

    Il M5S perde pezzi: tutti i parlamentari usciti dal Movimento (e quelli che stanno per andarsene)

    Gli ultimi in ordine cronologico sono stati i tre senatori M5S Ugo Grassi, Stefano Lucidi e Francesco Urraro, passati alla Lega lo scorso 12 dicembre. Ma dall’inizio della legislatura, a marzo 2018, c’erano già state diverse defezioni parlamentari dal Movimento Cinque Stelle, con deputati e senatori transitati verso il gruppo Misto o verso gruppi di altri partiti politici.

    Ad oggi, sono 14 i parlamentari M5S (6 deputati e 8 senatori) che dall’inizio della legislatura hanno abbandonato i gruppi del Movimento Cinque Stelle, a causa delle espulsioni decise dal Collegio dei probiviri, ma anche dei dissapori interni dettati dal cambio di alleato di governo ad agosto scorso e delle posizioni critiche verso la leadership del Movimento.

    Durante la scorsa legislatura, ad eccezione della disgregazione dell’allora Popolo delle libertà, il M5S aveva già conquistato il record di abbandoni: alla Camera avevano lasciato il movimento 21 deputati e 18 senatori.

    Per quanto riguarda questa legislatura, il totale dei “cambi di casacca”, tra tutte le forze politiche, è arrivato a 85, come riporta un rapporto di Openpolis. Di questi, oltre il 65 per cento è avvenuto da settembre ad oggi (soprattutto per la nascita di Italia Viva). Il Movimento Cinque Stelle è stato il gruppo che ha subito più perdite negli ultimi mesi.

    All’inizio della legislatura i seggi dei 5 Stelle alla Camera erano 221, mentre al Senato 112. Oggi i numeri sono rispettivamente di 216 e 101.

    Bisogna considerare tuttavia che alcuni parlamentari espulsi da M5S poco prima delle elezioni del 4 marzo, risultati comunque eletti, non hanno mai fatto parte dei gruppi parlamentari pentastellati. Ad esempio, il deputato Salvatore Caiata, presidente del Potenza Calcio, che dal gruppo Misto è passato, alla fine di aprile del 2019, al gruppo di Fratelli d’Italia. Oppure Maurizio Buccarella, che sin dall’inizio ha fatto parte del gruppo misto. In questi casi, quindi, non si può parlare tecnicamente di abbandono del gruppo M5S.

    Il primo a lasciare davvero il gruppo è stato il deputato Andrea Mura, espulso dal Movimento a luglio 2018 per le sue troppe assenze in Aula. Mura, impegnato con la sua attività di velista, ha abbandonato il gruppo per aderire al Misto e il mese successivo si è dimesso dal ruolo di parlamentare.

    Il 7 dicembre 2018 è arrivata una nuova defezione per i pentastellati, con il deputato Matteo Dall’Osso, che è passato a Forza Italia. Dall’Osso, malato di Sla, si è sentito tradito dal Movimento a causa della bocciatura, da parte del suo gruppo, di un emendamento che potenziava il fondo per i disabili (qui il suo profilo).

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    Con il nuovo anno, sono arrivate le espulsioni di due senatori, Saverio De Bonis e Gregorio De Falco, su decisione del Collegio dei probiviri. De Falco, “dissidente” nei confronti dell’alleanza M5S-Lega, aveva votato contro il decreto Sicurezza.

    De Bonis, che non aveva partecipato al voto sul decreto, è stato espulso per una violazione del Codice Etico M5S. Era stato infatti condannato dalla Corte dei Conti al pagamento di una multa nel 2015, e questo per i probiviri violava la regola per cui “Ciascun candidato nelle competizioni elettorali sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle (…) avuta notizia dell’esistenza di un procedimento penale a suo carico, ha l’obbligo di informare immediatamente e senza indugio il Capo Politico ed il Comitato di Garanzia”.

    Entrambi i senatori sono passati al gruppo Misto.

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    Il 17 aprile 2019, la deputata Sara Cunial (ora al Misto) è stata espulsa a causa delle posizioni anti-scientifiche che aveva assunto su diversi temi e che imbarazzavano il Movimento.

    Il 28 giugno 2019 anche la senatrice “dissidente” Paola Nugnes è stata espulsa dal gruppo, passando al Misto. Nei mesi precedenti, Nugnes si era espressa più volte in modo molto critico nei confronti delle scelte dei vertici M5S e aveva votato in modo contrario rispetto al gruppo 131 volte.

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    Lo scorso luglio sono state espulse anche le deputate Veronica Giannone, Gloria Vizzini (passate al gruppo Misto). Anche in questo caso, a finire sotto la lente dei probiviri sono state le votazioni difformi al gruppo.

    Pochi giorni dopo, il deputato Davide Galantino ha lasciato i Cinque Stelle per aderire al gruppo Misto. Il parlamentare ha deciso infine a ottobre di aderire al gruppo di Fratelli d’Italia, scatenando una forte reazione da parte degli ex colleghi.

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    Con i colpi di scena avvenuti sulla scena politica tra agosto e settembre (la caduta del governo Conte, la nascita del Conte-bis e la scissione di Matteo Renzi), non è cessata l’emorragia di parlamentari M5S.

    Il 26 settembre 2019 la senatrice Silvia Vono ha lasciato il gruppo per passare a Italia Viva, assottigliando i numeri dei pentastellati a Palazzo Madama.

    Sempre al Senato, a novembre 2019 è arrivata una nuova defezione: quella della “dissidente” Elena Fattori, passata al gruppo Misto. L’abbandono è arrivato dopo un anno in cui la senatrice era stata posta “sotto inchiesta” per non aver votato il primo decreto sicurezza.

    “Oggi passo al gruppo Misto, ma continuo a sostenere il Governo. Non ho lasciato il Movimento 5 stelle, non ho abbandonato la nave, ma è il capitano che mi ha lasciata senza pane e acqua”, ha scritto Fattori nella lettera con cui ha annunciato l’abbandono.

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    Arriviamo così all’addio dei senatori Ugo Grassi, Stefano Lucidi e Francesco Urraro, passati alla Lega dopo le polemiche sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Ma le defezioni al gruppo potrebbero non essere finite.

    Ma ci sono anche altre defezioni che pesano: Vincenzo Zoccano, ex sottosegretario alla Famiglia e alle Disabilità nel primo governo Conte, ieri ha dato il suo addio al Movimento Cinque Stelle, scrivendo sui social che “È stata relegata la disabilità ai margini”.

    Altri addii potrebbero arrivare nelle prossime settimane, dopo che l’ultima “emorragia” ha aperto la strada ai parlamentari M5S più vicini alla Lega, accolti a braccia aperte da Matteo Salvini.

    Il senatore Gianluigi Paragone, che non ha votato la manovra ed è da poco sotto lo scrutinio dei probiviri, è molto critico nei confronti delle scelte M5s, ma ha smentito per il momento possibili abbandoni.

    Possibili nuove “uscite” dal Movimento sono quelle dei senatori Luigi Di Marzio (verso il Misto), Emanuele Dessì e Dino Mininno.

    Di Maio dovrà stare attento, perché i senatori pentastellati sono scesi ormai a 101. E dalla Lega l’ex ministro Gian Marco Centinaio fa già sapere che ci sarebbero altri grillini pronti a passare nelle loro fila, ma che Salvini ha detto dei “no”.

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