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Home » Politica

Crisi di governo, decine di parlamentari 5 Stelle pronti alla fuga dopo l’ultimatum di Conte a Draghi

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Sono giornate di passione all’interno del M5S, tra continue riunioni e tensioni su cosa fare in questa crisi di governo, aperta proprio dal mancato voto di fiducia grillino al Senato all’esecutivo guidato da Mario Draghi posto sul Dl Aiuti. Il rischio è che ci sia una scissione nella scissione, dopo il pesante addio dell’ex capo politico Luigi Di Maio. Per Giuseppe Conte la sensazione è che, comunque vada, bisognerà cercare di raccogliere i cocci del Movimento. Molti parlamentari pentastellati infatti hanno criticato la scelta dell’ex premier di aprire questa crisi, e sarebbero pronti a votare la fiducia a Draghi, che mercoledì si recherà alle Camere per la resa dei conti.

Una decisione definita “scellerata” dalla deputata Soave Alemanno, se non addirittura “incosciente” secondo Niccolò Invidia. L’Ansa riferisce che nell’ultima assemblea 5 Stelle di ieri sera sono stati otto gli interventi contrari alla linea tenuta finora dal Movimento. Tra loro anche Rosalba Cimino e Dedalo Pignatone. E cresce quindi la fronda di chi sarebbe pronto a staccarsi dalla linea Conte e votare per il prosieguo dell’attuale esecutivo. Sarebbero secondo alcune indiscrezioni oltre 50. Oggi ci sarà un nuovo incontro.

Il motivo è chiaro. Non è il momento adatto per mettere a rischio il governo, con le incertezze legate alla crisi economica ed energetica, il difficile scenario internazionale, il Covid, l’inflazione in risalita e le famiglie sempre più povere. “Come spiego che si fermano le opere con il Pnrr e con i costi dell’energia così alta? Come si può non valutare opportunamente sulle risposte che darà Draghi per garantire risposte alle persone?”, ha detto nel suo intervento Diego De Lorenzis.

“Serve fare la legge di bilancio, siamo stati dilaniati internamente e dobbiamo dare risposte alle persone, altro che destabilizzare e mandarci al voto”, spiega Vita Marticingno. Per Luca Sut si dovrebbe “fare di tutto per salvare quelle 30.000 imprese coinvolte nel Superbonus, senza contare i problemi che avranno molte imprese questo autunno”. E l’unico modo per farlo, secondo Sut “è rimanere nel governo”. Senza giri di parole Rosalba Cimino: “Non ho paura di perdere la poltrona, ho paura di dover dire a mio figlio di non aver fatto il bene del paese. Se sarà necessario, voterò la fiducia”.

Mentre tra i parlamentari grillini emerge dunque sempre più evidente un’ala governista, ieri il leader Conte in una diretta Facebook ha lanciato un nuovo duro ultimatum a Draghi. “Qualcuno ha parlato di ricatto, noi il ricatto lo abbiamo subito”. “Con spirito costruttivo abbiamo invitato Draghi a confrontarsi sulle priorità che esprimono il nostro disagio politico e i modi per superare emergenza economico sociale. La risposta non è ancora pervenuta, c’è stata qualche generica apertura su alcune delle urgenze segnalate ma nessuna indicazione concreta”, ha aggiunto il leader del Movimento. “Non potremo condividere alcuna responsabilità di governo se non ci sarà chiarezza sui punti nel documento consegnato, e se non ci sarà indicazione concreta sulla prospettiva di risoluzione di quelle questioni”.

“Quando al Senato abbiamo partecipato al voto abbiamo cercato di circoscrivere al minimo il significato politico. Non era una votazione contraria e quindi neppure un’astensione. Ritenevamo giusto alla luce della forzatura che è stata operata nei nostri confronti e principi che non fosse attribuita a questa non partecipazione al voto il significato di un voto contrario alla fiducia. Quella nostra mancata partecipazione è stata intesa come elemento di rottura del patto di fiducia. Ne prendiamo atto”. E ancora Conte: “Noi siamo scomodi. Questa nostra intransigenza è dovuta la fatto che è stata sempre ispirata e lo sarà sempre al bene del Paese. Per questo abbiamo invitato il presidente Draghi a confrontarsi sulle nostre priorità che esprimono le ragioni del nostro disagio politico in questo perimetro di maggioranza e esprimono i modi per superare questa emergenza economica e sociale. La risposta non è ancora arrivata, c’è stata qualche apertura ma nessuna concreta. I cittadini e le imprese chiedono risposte risolutive e noi lo stiamo chiedendo da tempo. Se le misure non sono bastate fin qui a cittadini e imprese non possono bastare nemmeno al Movimento 5 stelle”.

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