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    Il Comune di Sesto San Giovanni rifiuta la cittadinanza onoraria a Liliana Segre

    Liliana Segre, 89 anni, senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz

    L'ex Stalingrado d'Italia, in provincia di Milano, dal 2017 è amministrata dal centrodestra. Il sindaco: "Segre non c'entra nulla con la storia della nostra città, sarebbe stata una strumentalizzazione politica"

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 20 Nov. 2019 alle 18:09

    Il Consiglio comunale di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, ha respinto la proposta del Movimento Cinque Stelle di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, 89 anni, senatrice a vita e sopravvissuta al lager nazista di Aushwitz. Il voto contrario è arrivato nella serata di ieri, martedì 19 novembre.

    Il Comune di Sesto San Giovanni, un tempo noto come la Stalingrado d’Italia per la sua tradizione di sinistra, dal 2017 è guidato da un’amministrazione centrodestra. Il sindaco Roberto Di Stefano (Forza Italia) ha giustificato così il voto dell’aula di ieri sera: “Liliana Segre non ha a che fare con la storia della nostra città e darle la cittadinanza sarebbe svilente per lei perché è una strumentalizzazione politica”.

    La posizione di Di Stefano è stata duramente criticata dal M5S. “il sindaco ha detto che la manifestazione era fatta al solo scopo strumentale. E ovviamente i consiglieri di maggioranza hanno ubbidito compatti, quasi fossero bravi soldatini”, scrive su Facebook il capogruppo pentastellato Vincenzo Di Cristo.

    Polemico anche il Partito democratico: “Asserire che Liliana Segre non ha alcun legame con Sesto San Giovanni è ridicolo”, scrive in una nota la consigliera dem Mari Pagani. “La Senatrice è iscritta all’Aned, associazione degli ex deportati, attiva sul nostro territorio dagli anni Cinquanta e organizzatrice ogni anno di un partecipatissimo viaggio nei lager con la presenza dell’Istituzione e del labaro comunale insieme a molti istituti scolastici e cittadini. La nostra città è stata insignita orgogliosamente della Medaglia d’Oro alla Resistenza e che la Resistenza non abbia nulla a che fare con la deportazione e con la dittatura nazifascista che imprigionò la Senatrice a Auschwitz è un azzardo troppo ardito anche per il nostro Sindaco”.

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