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Polemica per il ddl della Lega contro l’antisemitismo: “Vuole punire chi critica Israele”

Immagine di copertina
Credit: AGF

Per Boldrini (Pd) la proposta di legge intende “criminalizzare le critiche al governo israeliano equiparandole per legge all'antisemitismo”. Maiorino (M5S): “Bavaglio senza precedenti alla libertà di espressione, che arriva proprio mentre a Gaza si consuma un genocidio sotto gli occhi del mondo”

La Lega ha presentato in Senato una proposta di legge che mira a contrastare l’antisemitismo, ma per una parte delle opposizioni il vero obiettivo del ddl è quello di vietare ogni manifestazione di dissenso rispetto alle politiche dello Stato di Israele.

Il testo è rubricato “disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo”: depositato dal capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama Massimiliano Romeo, è stato assegnato alla Commissione Affari costituzionali, presieduta dal senatore Alberto Balboni di Fratelli d’Italia.

La proposta di legge si compone di tre articoli. Nel primo si prevede di adottare la definizione di “antisemitismo” formulata dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (Ihra), così da contrastare “la moltiplicazione di episodi antisemiti” registrati dopo il 7 ottobre 2023 e basati “sul negazionismo delle violenze, soprattutto contro le donne e i bambini, perpetrate il 7 ottobre e su un radicale rifiuto di Israele”. L’Ihra definisce antisemitismo “una determinata percezione degli ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti, le cui manifestazioni, di natura verbale o fisica, sono dirette verso le persone ebree e non ebree, i loro beni, le istituzioni della comunità e i luoghi di culto ebraici”.

Nel secondo articolo si prevede di adottare una serie di interventi “al fine di contrastare qualunque atto di antisemitismo”. Tra queste: la creazione di una banca dati sugli episodi di antisemitismo; l’introduzione di apposite misure per contrastare la diffusione del linguaggio d’odio antisemita in rete, anche attraverso l’aggiornamento delle regole di accesso alle piattaforme di social media; iniziative di formazione rivolte a insegnanti, educatori e al personale delle forze di polizia in merito alla conoscenza del fenomeno dell’antisemitismo; campagne di informazione sui canali radio, tv e web e attività di formazione nell’ambito di attività sportive.

Infine, il terzo articolo stabilisce che “il diniego all’autorizzazione di una riunione o manifestazione pubblica per ragioni di moralità (…) può essere motivato anche in caso di valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge”.

Secondo la deputata del Pd Laura Boldrini, con questo ddl la Lega intende “criminalizzare le critiche al governo israeliano equiparandole per legge all’antisemitismo”. “Ci opporremo duramente – avverte l’ex presidente della Camera – perché se dovesse mai passare, ogni critica al governo di Netanyahu, le richieste di interventi concreti per fermarlo e perfino le manifestazioni di piazza, i dibattiti pubblici e tutte le iniziative in cui si chiede la fine del genocidio e l’autodeterminazione del popolo palestinese, sarebbero vietati per legge. Una cosa inconcepibile in un Paese democratico”. “L’antisemitismo va contrastato con forza e determinazione, ma non può essere in alcun modo confuso o messo sullo stesso piano della legittima critica e la contestazione nei confronti di un governo israeliano di ultra destra che sta sterminando il popolo palestinese attraverso i bombardamenti e la fame”, attacca Boldrini.

Anche la senatrice del M5S Alessandra Maiorino critica la proposta di legge: “Quasi alla chetichella – osserva – nella settimana che precede la pausa dei lavori parlamentari, in Commissione Affari Costituzionali al Senato si incardina la proposta del leghista Romeo sulla ‘definizione operativa dell’antisemitismo’: in realtà un bavaglio senza precedenti alla libertà di espressione, che arriva proprio mentre a Gaza si consuma un genocidio sotto gli occhi del mondo”. Per Maiorino, la definizione di antisemitismo dell’Ihra costituisce “una formulazione fortemente controversa che equipara la critica allo Stato di Israele o al sionismo all’odio antiebraico”: “Così – argomenta la pentastellata – chiunque denunci i crimini di guerra, l’occupazione, l’apartheid o le politiche di apartheid e pulizia etnica di Netanyahu può essere etichettato come antisemita”.

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