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    Draghi non parla ma è già furioso con i 5 Stelle in piena emergenza Covid (di M. Antonellis)

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 10 Feb. 2021 alle 12:22

    È la Lega il vero “pomo della discordia”. Tanto che, rivelano i soliti bene informati, la mossa di Grillo di ieri sera, quell’attendismo sempre più sospetto nei confronti di Mario Draghi (fino alla conferma di Crimi della sospensione delle votazioni su Rousseau di questa mattina) era finalizzata proprio a permettere al Presidente del Consiglio incaricato di disfarsi dell’appoggio di Matteo Salvini.

    Draghi furioso per i ritardi

    Ma, secondo fonti vicine a Draghi, il premier incaricato è rimasto sconcertato da questa mossa grillina. Il suo obiettivo primario è infatti “cominciare a lavorare per debellare il virus”, perché solo così – spiegano dall’entourage dell’ex presidente Bce – “potrà ripartire l’Economia”. Anche la Germania dell’amica Merkel prolungherà il lockdown fino a marzo, fanno notare le medesime fonti. Insomma, il primo impegno è debellare il Covid e i ritardi dei Cinque Stelle risultano essere un impedimento per risolvere l’emergenza. 

    Veto sulla Lega

    Nel video sul Blog delle Stelle, il fondatore del Movimento Beppe Grillo ha detto: “Non deve entrarci la Lega, perché la Lega di ambiente non ha mai capito nulla. E Draghi mi ha detto: non lo so. Vediamo, vediamo”.

    Insomma, il vero obiettivo di 5 Stelle e PD è quello di far uscire la Lega dal perimetro della nascitura maggioranza. Ma potrà l’ex presidente Bce fare tutto questo dopo aver raggiunto già l’accordo politico con il capitano leghista?

    L’ombra dell’alleanza Renzi-Salvini

    Dal canto loro, il timore di PD e 5 stelle è che l’asse tra i due Mattei, il gioco di squadra tra Renzi e Salvini nel nuovo governo draghi possa prendere il sopravvento su grillini e Nazareno. Al Quirinale non hanno preso affatto bene le ultime mosse pentastellate con tanto di veto all’ingresso della Lega e sono sicuri che “Mario Draghi non si fermerà di certo per questo”.

    Anche dal fronte renziano si guarda con attenzione alla situazione e si fa notare che “i paletti li mette Mattarella non Grillo e il Quirinale ha espressamente chiesto il sostegno di tutti”. Come fa notare un renziano di primissimo piano, molto vicino al leader di Rignano “dire di no alla Lega significati dire di no a Mattarella”. PD e 5stelle sono avvertiti.

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