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Fondazione Open vicina a Renzi, l’inchiesta si allarga: ipotesi di finanziamento illecito ai partiti. L’ex premier: “Massacro mediatico”

Immagine di copertina
Foto: Flickr / Università Ca' Foscari

Oggi una ventina di perquisizioni in tutta Italia

Fondazione Open vicina a Renzi, ipotesi finanziamento illecito ai partiti

Si allarga l’inchiesta sulla Fondazione Open di Firenze, che era stata costituita per sostenere le iniziative politiche dell’ex premier Matteo Renzi, oggi leader del nuovo movimento Italia Viva. Tra i reati contestati c’è ora anche il finanziamento illecito ai partiti, oltre al riciclaggio e al traffico di influenze. Oggi, martedì 26 novembre 2019, sono state effettuate perquisizioni a Firenze e in varie città italiane.

I reati contestati

Il reato di finanziamento illecito ai partiti è contestato all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, che è tra le persone perquisite oggi, insieme ai finanziatori della Fondazione. Secondo la Procura, la Fondazione avrebbe agito come vera e propria articolazione di partito politico. La Guardia di Finanza cerca anche carte di credito e bancomat messi a disposizione di parlamentari, oltre a rimborsi riconosciuti a deputati o senatori. Il finanziamento illecito ai partiti si aggiunge a quelli di riciclaggio e traffico di influenze.

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In una nota oggi Bianchi ha dichiarato: “Rinnovo la mia piena collaborazione con la magistratura affinché sia fatta chiarezza prima possibile sull’indagine che mi riguarda. Sin da subito mi sono messo a disposizione fornendo qualsiasi atto mi fosse richiesto. Del resto tutte le entrate e le uscite della Fondazione Open sono tracciabili, perché avvenute con bonifico, carte di credito. È stato fatto tutto alla luce del sole. Messo nero su bianco”.

Le perquisizioni

Le perquisizioni di oggi della Guardia di Finanza nell’ambito delle indagini relative all’inchiesta sulla Fondazione Open, oltre una ventina, sono state svolte in diverse città italiane. Tra le città dove i finanzieri hanno svolto le le perquisizioni ci sono Firenze, Milano, Modena, Torino, Bari, Alessandria, Pistoia, Roma, Napoli, Palermo.

Tra i destinatari ci sarebbero anche una decina di imprenditori legati da rapporti di tipo finanziario con un consigliere della fondazione Open. E oltre ai finanziatori di Open, figurerebbe anche un commercialista fiorentino.

L’inchiesta

L’inchiesta sulla fondazione Open è emersa nel settembre scorso, con la perquisizione a Firenze dello studio dell’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, indagato per traffico di influenze illecite. Tra i documenti che gli furono sequestrati, ci sarebbero i bilanci della Open e la lista dei finanziatori della fondazione. Open aveva sostenuto, tra l’altro, la Leopolda di Renzi.

Oggi non sono mancate le reazioni politiche. Il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio chiede che sia istituita una commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti.

Renzi: “Massacro mediatico”

In serata è arrivato anche un commento di Renzi. “Chi ha finanziato in questi anni la Fondazione Open – ha scritto l’ex premier su Facebook – ha rispettato la normativa sulle fondazioni. Cosa facesse la Fondazione è noto, avendo, tra le altre cose, organizzato diverse edizioni della Leopolda”.

Renzi parla di “massacro mediatico” dal blitz di oggi della Guardia di Finanza. “Aspetteremo con un sorriso la fine delle indagini, i processi, le sentenze, gli appelli. Noi ci fidiamo della giustizia: ci possiamo permettere di aspettare perché conosciamo la verità. Io credo nella giustizia, so che la giustizia arriva, prima o poi”.

E ancora: “La decisione è stata presa dai pubblici ministeri di Firenze, Creazzo e Turco, titolari anche di altre inchieste: sono loro, ad esempio, ad aver firmato l’arresto per i miei genitori, provvedimento, giova ricordarlo, che è stato annullato dopo qualche giorno dai magistrati del Tribunale del Riesame. Ma il danno mediatico, e psicologico, ormai era già stato fatto”.

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