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    Dl semplificazioni, Conte: “Via libera a 130 opere strategiche, ma non ci sarà spazio per la criminalità”

    Cantieri Credits: ANSA

    Dalla Ionica alla Gronda, dalla Salerno-Reggio Calabria agli impianti idrici: così il premier vuole far ripartire l'Italia dopo la pandemia

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 7 Lug. 2020 alle 13:31 Aggiornato il 7 Lug. 2020 alle 17:03

    Sono 130 le opere prioritarie per l’Italia, inserite in “Italia veloce”, il piano di investimenti per il rilancio dell’economia messo a punto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che affianca il dl Semplificazioni e il Piano nazionale di riforma approvati dal Consiglio dei ministri nella notte tra lunedì 6 e martedì 7 luglio.

    Le opere pubbliche per l’Italia post-Covid

    Si va dai porti alle direttrici ferroviarie  (come il nodo di Genova, il Terzo Valico di Giovi, la Pontremolese e la Palermo-Catania-Messina) fino agli aeroporti, alle città metropolitane e alle strade e autostrade (come la Pedemontana lombarda, il potenziamento a 4 corsie della Salaria, la Salerno-Potenza-Bari). Tra le opere strategiche citate dal premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi ci sono “la Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania-Messina, la Pescara-Roma, la Pescara-Bari, la Venezia-Trieste, la Gronda, la Ionica, l’ampliamento della Salaria, la Pontina”.

    Inoltre, sono 36 le opere commissariate e elencate nel piano di infrastrutture messo a punto dal Mit. Si tratta di 12 opere idriche (dighe o acquedotti) di nuova realizzazione o di messa in sicurezza, 15 opere ferroviarie (valico di Giovi, Napoli-Bari, Roma-Pescara e via dicendo) e 9 infrastrutture stradali come la Grosseto-Fano, la Roma-Latina, la SS106 Ionica e la Tarquinia San Pietro in Palazzi. Il piano al quale il Mit stava già lavorando risulta già finanziato per oltre 130 miliardi.

    La tripartizione degli appalti

    Con il decreto Semplificazioni approvato “salvo intese”, insieme al quale è stato licenziato anche il Pnr (Piano nazionale di riforma), ci sarà un grande cambio di marcia per le opere pubbliche: la proposta del governo è aprire a delle deroghe fino al 31 dicembre 2021 che consentirebbero di procedere senza gara ma con l’affidamento diretto per le opere fino a 150mila euro e con la trattativa diretta con almeno 5 operatori per quelle di importo superiore. La gara vera e propria rimarrebbe invece solo per le opere sopra i 5 milioni.

    “Nessuno spazio alla criminalità”

    Le nuove regole, che puntano a velocizzare la realizzazione di cantieri e opere, aprono tuttavia a maggiori possibilità di infiltrazioni criminali e mafiose negli appalti. Come TPI aveva già scritto in questo approfondimento, il rischio concreto è che con queste deroghe diminuiscano i controlli sulle modalità con cui vengono spesi i fondi pubblici, con il conseguente pericolo di agevolare le infiltrazioni della mafia negli appalti pubblici, un settore storicamente oggetto di questo tipo di attività criminali.

    Ma il premier Conte in conferenza stampa assicura: “Su abuso d’ufficio e responsabilità erariale abbiamo registrato larghissima convergenza e condivisione agli Stati generali: interveniamo circoscrivendo il reato di abuso d’ufficio, non lo aboliamo affatto, pretendiamo che ci siano violazione a specifiche regole di condotta perché scatti la fattispecie criminosa, non più di norme o principi generali. Con il via libera al dl semplificazioni non ci sarà alcuna promozione di condoni, vogliamo solo un’accelerazione dei tempi nelle valutazioni ambientali per non bloccare le opere”.

    Decreto semplificazioni, cosa cambia

    In questo disegno complesso – che va letto come carta d’intenti per ottenere il massimo contributo possibile dal Recovery fund in via di lancio a Bruxelles – l’Italia ha trovato una prima intesa sull’elenco delle grandi opere considerate prioritarie e che saranno affidate a commissari, ma la lista completa non è entrata nel testo del decreto e nel Pnr. Ci sarà tempo fino a dicembre 2020 per indicare i commissari delle opere indicati in elenco, con appositi Dpcm. “Diamo poteri regolatori a tutte le stazioni appaltanti: non serve necessariamente un commissario per procedere velocemente ma prevediamo che in casi complessi sia possibile nominare commissari sulla scia di Expo e del Ponte Genova”, ha spiegato il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare il decreto, spiegando come l’intenzione del governo sia quella di “mettere ordine e accelerare”.

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