Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:01
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Ddl Zan, sempre più senatori del Pd insofferenti al duo Letta-Malpezzi

Immagine di copertina

Si riuniscono i senatori dem a Palazzo Giustiniani, proprio a pochi passi dalla tana del nemico, Italia Viva ha infatti i propri uffici in quei corridoi. Entrano nella sala dei Presidenti con facce patibolari, che sono già il titolo sullo stato delle cose nel Pd sul ddl Zan.

Pesa il voto di scarto sulle sospensive di ieri relative al provvedimento, ed il clima da imminente resa dei conti sembra essere sul punto di esplodere.

Intanto l’assemblea di gruppo è stata concessa proprio in zona Cesarini, la capogruppo Malpezzi ha fatto il pesce in barile finché ha potuto, poi è stata costretta a concedere l’assemblea, dopo le ripetute richieste di altri due donne: Valeria Fedeli e Valeria Valente.

“Incredibile, qui prendiamo acqua da tutte le parti e qualcuno pensava che noi non potessimo neanche discutere”, dice amareggiato un senatore entrando nella sala dell’assemblea.

Gli schieramenti sul ddl Zan sono ormai netti. Da una parte i “pasdaran” che ieri hanno detto di essere pronti a morire in battaglia provocando non poca ilarità e sconcerto tra le truppe Pd. Persino Franco Mirabelli, un altro pasdaran della linea dura, ha dovuto precisare, facendo ricorso agli scongiuri, che lui “non è pronto a morire in battaglia”.

Insieme ai pasdaran, un manipolo di orlandiani, Anna Rossomando, Antonio Misiani, la lottiana Caterina Biti, vice presidente del gruppo. Il punto è che è sempre più estesa la zona grigia dei senatori Pd insofferenti al duo Letta-Malpezzi.

Ai dubbi già noti dei cattolici Taricco, Collina, Margiotta, Messina, D’Arienzo, sono tornati a riaffiorare i malumori di Valente e Fedeli in modo particolare sull’identità di genere. In questo clima da tregenda, ha gioco facile l’ex capogruppo Marcucci che da tempo chiede a gran voce “modifiche” al ddl Zan per consentirne l’approvazione.

“È una proposta di buon senso”, commenta un senatore emiliano, “l’unica dentro al Pd, sono basito che il Nazareno continui a fare orecchio da mercante”.

Fino a quando sarà possibile ignorare i segnali che arrivano dall’aula, si chiedevano stamani i senatori del Pd nella loro assemblea. “Glielo dico io, fino al primo voto segreto, poi verrà giù tutto” risponde una senatrice uscendo dalla sala.

L’assemblea è durata tre ore, prima parte dedicata alle missioni internazionali, poi è andato in onda lo psicodramma sul ddl Zan.

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Un’economia fondata sull’eredità è un’economia ferma (di G. Gambino)
Esteri / La disaffezione per la politica non è invincibile: la lezione per la sinistra che arriva da New York (di R. Parodi)
Opinioni / Il crollo di Tor de’ Conti e il problema degli spazi di Roma lasciati in abbandono
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Un’economia fondata sull’eredità è un’economia ferma (di G. Gambino)
Esteri / La disaffezione per la politica non è invincibile: la lezione per la sinistra che arriva da New York (di R. Parodi)
Opinioni / Il crollo di Tor de’ Conti e il problema degli spazi di Roma lasciati in abbandono
Opinioni / Studenti manganellati, giornalisti intimiditi, giudici attaccati: il fascismo è tornato? (di R. Parodi)
Opinioni / Potere e profitto: Il libro americano di Meloni (di A. Venzon)
Opinioni / La pace fragile a Gaza (di F. Bascone)
Opinioni / Cambiare il mondo, senza voler per
forza passare alla storia, è possibile (di S. Mentana)
Opinioni / La grande sfida sull’obesità è cambiare la narrazione tossica che la circonda (di G. Gambino)
Economia / Lotta alla povertà: le armi (scariche) dell’Ue e il ruolo dell’Italia
Opinioni / Perché il campo larghissimo allargato al centro non è una buona idea (di R. Parodi)