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    Conte ter, nuovo premier o governo tecnico: cosa può succedere dopo le dimissioni

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 26 Gen. 2021 alle 09:52 Aggiornato il 26 Gen. 2021 alle 19:11

    Governo, cosa può succedere dopo le dimissioni di Conte

    Con le dimissioni del premier Giuseppe Conte l’esperienza dell’esecutivo giallo rosso volge al termine, e sul futuro dell’Italia si aprono diverse possibilità. Anche se la prospettiva più probabile è che l’attuale premier riceva da Sergio Mattarella l’incarico di formare un terzo mandato e dare il via al “Conte ter”, nessuna alternativa è esclusa a priori. Molto dipenderà dalle consultazioni. Dopo aver accettato la dimissioni del primo ministro, Mattarella ascolterà i gruppi parlamentari: questi potrebbero esprimere il proprio riserbo su un terzo mandato di Conte o il Capo dello Stato potrebbe rendersi conto che questa strada non è percorribile. A questo punto gli scenari potrebbero moltiplicarsi.

    Governo, cosa può succedere dopo le dimissioni: il Conte ter

    In questi giorni si è parlato di una “crisi pilotata“, e cioè del fatto che Giuseppe Conte stia rimettendo il proprio mandato nella mani del presidente della Repubblica perché è già sicuro di riceverne un terzo, e di poter creare un governo che goda della maggioranza assoluta in entrambe le Camere. Un esecutivo che, insieme a Pd e M5S, si arricchirebbe di un gruppo parlamentare “centrista” formato da fuoriusciti di Forza Italia e esponenti del gruppo misto che già hanno votato la fiducia a Conte in Parlamento.

    Se i numeri fossero però ancora insufficienti a garantire una maggioranza assoluta e stabile, in questo governo dovrebbe rientrare anche Italia Viva: Conte e Renzi dovrebbero superare risentimenti e rivalità interne e Pd e M5S dimenticare il veto posto all’indomani delle dimissioni della delegazione Iv su un ritorno del senatore di Rignano.

    Nuova maggioranza senza Conte

    Nel corso delle consultazioni alcuni gruppi parlamentari disposti a far parte del nuovo esecutivo potrebbero chiedere discontinuità a Palazzo Chigi, e cioè che il governo non sia guidato da Conte.

    Si creerebbe così la cosiddetta “maggioranza Ursula”, che si ispira al patto tra popolari e socialisti in Europa per eleggere Ursula Von der Leyen, formata da Pd, M5S, Italia Viva e Forza Italia, più forze come Udc e +Europa, guidata da un presidente del Consiglio diverso da Conte. Il nuovo premier espresso dalla maggioranza Ursula potrebbe essere il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli o il ministro degli Esteri Luigi Di Maio per il M5S, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini o il leader dem Nicola Zingaretti per il Pd.

    Cosa può succedere dopo le dimissioni di Conte: il governo tecnico

    Lo scenario potrebbe cambiare drasticamente qualora, nell’impossibilità di formare un governo politico, si decida per un esecutivo di larghe intese che guidi il Paese per un periodo limitato: un governo tecnico. Al vertice potrebbero esserci l’ex presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia o, secondo quanto scrive Repubblica, Ignazio Visco, attuale governatore di Bankitalia. Il Sole 24 ore fa invece il nome dell’ex presidente Istat, Enrico Giovannini. Ma questo esecutivo avrebbe vita breve. Si limiterebbe a traghettare il Paese fino alle prossime elezioni o, se Bruxelles (come è probabile) esigerà più garanzie sull’utilizzo del Recovery Fund, fino allo scadere del semestre bianco.

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