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    Crisi di governo, ultime notizie. Domani Consiglio dei ministri e poi Conte al Quirinale per le dimissioni

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 25 Gen. 2021 alle 08:19 Aggiornato il 25 Gen. 2021 alle 20:36

    Crisi di governo, le ultime notizie di oggi 25 gennaio 2021

    Domani il premier Giuseppe Conte annuncerà l’intensione di rassegnare le sue dimissioni in Consiglio dei ministri, per poi salire al Colle a formalizzare il passo indietro. La notizia arriva dopo un fine settimana di trattative tra Palazzo Chigi e Palazzo Madama e dopo che i negoziati per il patto di legislatura a cui si è appellato Conte martedì scorso in Parlamento sembrano essere definitivamente sfumati. Adesso l’unica alternativa nelle mani di Conte per dare vita alla sua maggioranza “europeista, socialista e popolare” sarebbe quella di passare per il Quirinale, puntando su un nuovo incarico e quindi una nuova compagine di governo: un Conte ter.

    Così il premier potrebbe scongiurare il voto sulla relazione giustizia di Alfonso Bonafede attesa mercoledì, e destinata a far cadere il governo in Parlamento per mancanza dei voti del centro destra e di Italia Viva. Da Goffredo Bettini (Pd) arriva l’appello alla responsabilità: “Renzi mostri apertura in Parlamento”. Ad ogni modo per l’esponente dem qualsiasi governo non può prescindere dalla guida di Conte. Emilio Carelli (M5S) a TPI dice: “No ai responsabili. Riapriamo il dialogo con Renzi senza parlare del Mes” (qui l’intervista di Giulio Cavalli).

    Zingaretti: “Con Conte per nuovo governo ampio ed europeista”

    “Con Conte per un nuovo governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l’Italia ha davanti”. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

    “Giuseppe Conte è la persona giusta per guidare il Paese in una fase così difficile. Sono al suo fianco”, scrive su Twitter il ministro della Salute e segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza.

    Domani Conte al Colle per le dimissioni

    Domani il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si recherà al Quirinale per rassegnare le dimissioni. L’annuncio in una nota della presidenza del Consiglio dei ministri. “E’ convocato per domani mattina alle ore 9 il Consiglio dei Ministri nel corso del quale il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, comunicherà ai ministri la volontà di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni”, si legge nella nota di Palazzo Chigi. “A seguire, il Presidente Conte si recherà dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”.

    Crimi: “M5S al fianco di Conte, siamo colonna legislatura”

    “Il M5S è convintamente al fianco del presidente Conte in questo momento estremamente difficile per il Paese”. Lo dichiara in una nota il capo politico M5S Vito Crimi. “Siamo la colonna portante di questa legislatura: come sempre ci assumeremo le nostre responsabilità, avendo come riferimento il bene dei cittadini, e ci faremo garanti dei passaggi delicati che attendono la nostra Repubblica”.

    Fonti, Pd non ha chiesto a Conte di salire a Colle

    “Il Pd non ha chiesto e non sta chiedendo a Conte di andare al Quirinale”. A riportarlo è l’Agi citando fonti dem. La strada “è quella indicata dal segretario Zingaretti e dal vicesegretario Orlando in queste ore e passa per un Governo autorevole, europeista e in grado di affrontare i problemi facendo un appello alla responsabilità a tutti”.

    Salvini: “No a governicchi, Conte si faccia da parte”

    “Piuttosto che tirare a campare governicchi e ammucchiate è meglio ridare la parola agli italiani e stare tranquilli per 5 anni. Mi aspetto che prevalga il buon senso e amore per gli italiani”. Lo ha detto Matteo Salvini a Torino lasciando il Palazzo di Giustizia Dove ha preso parte al processo in cui è imputato di vilipendio all’ordine giudiziario. “Mi auguro che il governo, se non ha i numeri, si faccia da parte”, ha detto Salvini.

    Berlusconi: “Esecutivo di unità nazionale o urne”

    “Nessuna trattativa è in corso, né ovviamente da parte mia, né di alcuno dei miei collaboratori, né di deputati o senatori di Forza Italia, per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica”. A chiarirlo è  Silvio Berlusconi, intervenuto a proposito della crisi di governo. “La strada maestra è una sola”, aggiunge il leader di Forza Italia, “rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani”. Berlusconi conclude: “Mi auguro che il Presidente del Consiglio sia consapevole dell’ineludibilità di questa strada”.

    Conte pronto a dimettersi oggi

    Giuseppe Conte potrebbe recarsi già oggi al Quirinale per conferire con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e rassegnare le dimissioni dalla carica di premier secondo quanto si apprende da fonti parlamentari della maggioranza.

    Oggi al Quirinale “il presidente Giuseppe Conte credo che aggiornerà il Presidente della Repubblica, come peraltro il premier ha sempre fatto nei momenti più importanti della nostra attività di Governo”, ha detto la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, intervenendo a Oggi è un altro giorno, su Rai1. “Il Pd la strada l’ha chiaramente indicata, con grandissima trasparenza: l’appello fatto dal Pd e dal presidente Conte alle forze europeiste, liberali e socialiste per un patto di governo che consenta, non solo una maggioranza più ampia numericamente, ma soprattutto una maggioranza più coesa”, ha aggiunto De Micheli.

    Crisi di governo, il nodo giustizia

    Il Conte bis che ha ottenuto la fiducia in Parlamento lo scorso 19 gennaio rischia di traballare in vista del voto sulla Relazione Annuale sullo stato della giustizia del ministro Alfonso Bonafede, in programma mercoledì 27 gennaio. I numeri, già risicatissimi in Senato, potrebbero saltare anche alla Camera, dove il ministro grillino potrebbe cadere sotto i 315 sì. La Riforma non otterrebbe l’appoggio di Italia Viva, del centro destra e anche di molti esponenti pronti a sostenere Conte. Per questo il premier pensa di rimettere la crisi nelle mani di Mattarella, rassegnando le dimissioni prima del fatidico voto e evitando una caduta tra i banchi di Montecitorio, perché la presentazione della relazione giustizia verrebbe annullata.

    Crisi di governo, Zingaretti (Pd): “Conte è il punto di equilibrio”

    Quella del Pd è “l’idea di un governo che guardi agli interessi nazionali, di stampo europeista con una agenda di contenuti breve e concreta”, ha detto Nicola Zingaretti a Radio Immagina. Un governo siffatto, “può presentarsi con Conte, ovviamente. Conte è il punto di equilibrio in questo momento più avanzato. Ha preso la fiducia quattro giorni fa e sfido chiunque a dimostrare che si può superare quel livello”, ha aggiunto Zingaretti. “Sento dire in giro che bisogna avere un governo largo e potente? Certo, ma bisogna lavorarci. Perchè i rapporti parlamentari in questo Parlamento sono quelli della drammatica sconfitta del 2018 che rendono possibile evitare le elezioni se, però, non si procede per strappi”, ha continuato il segretario del Pd.

    “Perchè l’annuncio delle dimissioni è stato lo strappo che ci ha fatto precipitare in una crisi come quella che stiamo vivendo”, ha sottolineato. “Io soffro perché vedo una Italia che combatte, che soffre, che ha paura e dall’altra parte la politica che sta ragionando e appare lontana dalla vita reale delle persone. Questa discussione la dovevamo fare salvaguardando l’interesse generale del Paese. Io sono orgoglioso se passo come quello che non crea problemi, ma cerca soluzioni”, ha concluso Zingaretti.

    Crisi di governo, Bettini (Pd): “Renzi dia segnali di apertura”

    Sul nodo giustizia il dem Goffredo Bettini ha lanciato un appello a Matteo Renzi, che non appoggerebbe la relazione annuale del ministro grillino. “Ora Renzi dimostri effettivamente di avere il senso non dell’errore ma un po’ del salto nel buio che lui ha procurato e incominci in Parlamento a dare qualche segnale, se ci sono delle aperture” ha detto Bettini a Omnibus, su La7. “Se è un Renzi che ha rotto direi di no, se si mette nell’ottica di una responsabilità nazionale senza ricatti e senza prepotenze, si può guardare a una fase nuova”, ha spiegato. In ogni caso, per Bettini, “Conte è imprescindibile, non c’è nessun motivo per toglierlo. Ha garantito il Paese, ha rimesso il Paese sui binari dell’Europa. Ha diviso il populismo fra quello mite e quello estremista”.

    Una linea condivisa anche dal responsabile giustizia del Pd, Walter Verini, il quale ai microfoni di Radio Immagina si è rivolto alle “forze responsabili” che siedono in Parlamento per rispettare la scadenza di mercoledì e approvare la relazione. “C’è bisogno di un governo autorevole e forte, che non sia vittima di ricatti. Intanto lavoriamo a partire dalla Giustizia: abbiamo una scadenza, quella di mercoledì”, ha dichiarato Verini sulla crisi di governo “È ineludibile che esistessero dei problemi rilevanti, questioni di primo piano su cui per primo il Pd aveva posto all’attenzione. Ma un conto è cercare di migliorare le cose altro conto è far saltare tutto”.

    Crisi di governo: l’ipotesi dimissioni in vista del Conte ter

    Nonostante lo scetticismo rispetto a un Conte ter, sembra che solo con la formazione di un nuovo esecutivo, con la garanzia di nuovi dicasteri e sottosegretari che diano rinnovata dignità e vigore al governo, i possibili alleati del centro sarebbero disposti a entrare in maggioranza. A sostenerlo è Bruno Tabacci, leader centrista e stratega delle trattative del fine settimana.

    Con le dimissioni, Conte non farebbe un vero e proprio salto nel vuoto: la sua sarebbe una crisi “pilotata”. Il premier salirebbe al Colle sapendo di ricevere dal Quirinale l’incarico per formare un nuovo governo, e che questo otterrebbe una fiducia più solida in Parlamento. All’interno della nuova maggioranza rientrerebbe però Italia Viva, e la parte del Pd che aveva posto il veto al ritorno di Renzi dovrebbe fare marcia indietro accontentandosi dell’affidamento per la legge proporzionale. Ma il M5S sarebbe meno disposto dei dem ad accogliere il senatore che solo dieci giorni fa ha innescato la crisi.

    Crisi di governo: il Conte ter per scongiurare le elezioni

    Intanto però l’alternativa di andare ad elezioni anticipate per uscire dalla crisi di governo appare troppo rischiosa, ed è mal vista dal Colle: una nuova campagna elettorale sarebbe difficile da organizzare e soprattutto sono in gioco i soldi del Recovery fund, che potrebbero definitivamente sfumare nell’impossibilità di presentare a Bruxelles un piano appoggiato da un gabinetto stabile. Sarà domani, comunque, il giorno della verità.

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