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    Quei pericolosi negazionisti che entrano negli ospedali per dire che il virus non esiste. Ancora oggi

    Di Fabio Salamida
    Pubblicato il 31 Ott. 2020 alle 17:26

    Scrive Patrizia: “Ragazzi al posto di parlare… bisognerebbe andare a trovare il signore dei miei stivali… Galli… fuori dall’ospedale Sacco di Milano… fargli una bella accoglienza, molto calorosa.. ma molto calorosa (smile occhiolino) e consigliargli di dire la verità… sarebbe la cosa migliore x lui!”. Le risponde Roberto: “mi è giunta voce che in tanti si stanno organizzando con cappucci e passamontagna per aspettare sotto la loro casa certi medici criminali, certe caposala criminali e certi infermieri”.

    Il dialogo non si svolge all’interno di un reparto psichiatrico tra due pazienti sedati con ketamina, ma in pubblico, su Facebook. A scrivere sono due cosiddetti “negazionisti del Covid”, quei personaggi esaltati già visti nelle scorse settimane ad affollare inutilmente alcune piazze gridando colossali idiozie, che in queste giornate difficili in cui salgono contagi, ricoveri e morti, sono impegnati nella loro invasata campagna per dimostrare che il virus sarebbe solo una sorta di complotto globale per rendere i popoli schiavi, per spaventarli e tenerli a bocca chiusa con la mascherina, oggetto che nella mente di questi cervelli strappati alla ricerca sarebbe un bavaglio o, peggio, una museruola.

    A dargli manforte, nelle istituzioni, figli eccellenti del disastro sociale e politico causato dall’infelice slogan “uno vale uno”, esponenti del calibro di Sara Cunial (deputata ex M5S già nota alle cronache per essere una sorta di portavoce dei cosiddetti “no vax”) e del consigliere regionale del Lazio, Davide Barillari (uno che in caso di caduta di un asteroide si proteggerebbe mettendo un casco), anche lui espulso lo scorso marzo dal Movimento 5 Stelle per aver creato un sito fake di sanità nel pieno della prima ondata del virus.

    Se si trattasse del solito giro di “complottisti della domenica”, quelli che credono nella congiura delle “scie chimiche” o che la Terra sia piatta, si potrebbe anche sorvolare sulla loro pericolosità e impegnarsi semplicemente per smontarne le loro ridicole fake news, dalle ambulanze che girerebbero senza malati all’interno per le città a sirene spiegate, per terrorizzare le persone, ai reparti degli ospedali che in realtà sarebbero tutti vuoti; dal “business dei rimborsi” che lo Stato pagherebbe a medici, infermieri e personale sanitario per dichiarare morti per Covid pazienti con ben altre patologie, ai “veri dati sui contagi” scritti a penna da una casalinga di Cisternino su un tovagliolo di carta macchiato di marmellata alle prugne. Purtroppo non si può sorvolare perché queste persone in questi giorni non si mettono solo di fronte al loro smartphone a raccontare al mondo il presunto complotto mondiale, ma vanno in giro a creare ulteriori problemi.

    Riuniti in pagine e gruppi Facebook come “ospedali emergenza fake news” (oltre 7400 iscritti) e su canali Telegram, organizzano sortite negli ospedali dove vanno a girare video e a scattare foto rischiando seriamente il contagio e intralciando il lavoro di chi è lì per salvare vite umane, dal Covid e da altre malattie. Aprendo il suddetto gruppo (un’illustrazione che ritrae Pinocchio con la mascherina, l’immagine di copertina) si entra subito in un pericoloso delirio: “Condividi anche tu un video dell’ospedale più vicino a te” – si legge nelle ‘comunicazioni’ – o se ci lavori, video dall’interno dei reparti Covid. Documentiamo ciò che realmente sta accadendo! …Riprendi nel video uno scontrino o la pagina di un giornale per certificare la data in cui si è fatto il video”.

    Sui post sono bloccati i commenti, sia mai che qualche persona normale possa andar lì a contraddire  il verbo negazionista. “Allora, è da due ore che giriamo qui al Sacco… la mia assistente fa vedere la data (una signora bionda mostra la prima pagina de “La Verità…): vedete qua c’è il faccione del Galli, quello che fa terrorismo e ce l’ha su con Zangrillo. Non abbiamo sentito un’ambulanza qua fuori …c’è un’ambulanza… adesso… questo è il pronto soccorso, due ore fa vi ho fatto vedere che era vuoto ma siccome non sono un’addetta ai lavori ho fatto un po’ di casino, anche perché sono un po’ agitata. Questo è il pronto soccorso del Sacco di Milano: una, due, tre, quattro, cinque, sei persone…”. Nel delirante video prodotto dalle due donne – un video diventato purtroppo virale in poche ore – è ripresa in realtà la sala d’aspetto dell’ospedale milanese destinata alle visite dei parenti, una sala ovviamente semivuota proprio a causa dell’emergenza Covid. Le due “non addette ai lavori” – probabilmente inadatte a svolgere un qualsiasi lavoro – non sanno neanche che l’ingresso in cui entrano le ambulanze è un altro.

    Il variegato popolo del “non c’è Coviddi” non si ferma qui, lo troviamo anche al fianco di neofascisti e agitatori, in mezzo a quelle frange violente che si sono infiltrate nelle piazze della protesta contro le nuove misure varate nell’ultimo Dpcm del Governo Conte. Scrive Roberto (lo stesso Roberto dei cappucci e dei passamontagna) sul suo profilo Facebook: “COMUNICATO: 30 ottobre, Firenze. È stata una trappola ben orchestrata per metterci contro la Polizia, ma non ci caschiamo. Quando sarà tutto finito, e ripreso le redini del Paese, faremo processare anche eventuali poliziotti collusi o corrotti. Senza distinzione di ordine di grado”. In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, ciò che prima poteva essere derubricato a folklore, a effetto collaterale della legge Basaglia, è ora un ulteriore pericolo per la salute pubblica e per la stessa tenuta della nostra comunità.

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