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Gli affari dell’estrema destra francese a Roma

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L’ex capo dei “gudard” anni ‘90. La sua compagna e socia. Il guru digitale del Rassemblement National. Ecco gli affari italiani dei fedelissimi di Marine. Tra case di lusso, feste e un fitto intreccio di società. Una delle quali aveva sede in via della Scrofa, nello stesso palazzo di FdI

Sono fili che si tessono, tra il neofascismo francese e la capitale d’Italia, tradizionale camera di compensazione degli estremismi neri. Rapporti sotterranei, legami societari riservati, flussi di soldi che hanno attirato anche l’attenzione degli investigatori della Banca d’Italia. La cupola dei pretoriani di Marine Le Pen ha scelto Roma come base discreta.

A Parigi hanno avuto guai giudiziari che li hanno – solo apparentemente – messi ai margini, con condanne per la gestione illecita dei finanziamenti pubblici. Ma con un’operazione iniziata nel 2014, e che solo lo scorso anno si è concretizzata, è iniziato il trasferimento di quote societarie strategiche di parte del mondo dell’estrema destra francese verso uffici a due passi da via della Scrofa (la stessa strada in cui ha sede Fratelli’Italia), con investimenti milionari, come TPI è in grado di ricostruire.

Tre i protagonisti, nomi molto noti in Francia nel giro di Madame Le Pen: l’indiscusso capo del gruppo degli ex gudard, i militanti del Gruppo Unione Difesa (Gud), organizzazione attiva negli anni Novanta, il cinquantenne Frédéric Chatillon; la sua compagna e socia, Sighild Blanc; e infine il trentenne Paul-Alexandre Martin, giovane guru della comunicazione digitale cresciuto all’interno del Front National. 

Questione di comunicazione
Il punto di partenza per ricostruire la storia romana dei tre è la pubblicazione dei bilanci dell’ultima campagna elettorale per le presidenziali in Francia. Tra i conti riappare il nome che per tanti anni ha imbarazzato il partito di Marine Le Pen.

Quando la leader del Rassemblement National si preparava ad affrontare la campagna per le presidenziali – che l’ha vista, ancora una volta, contrapposta a Emanuel Macron – si è guardata intorno. Servivano uomini fidati, una squadra affiatata, in grado di intercettare il populismo più duro e rancoroso. Chi meglio degli antichi camerati di una volta, quel manipolo di comunicatori nati e cresciuti all’interno dell’estrema destra del Gud? 

I conti della sua ultima campagna elettorale – resi noti nei giorni scorsi – mostrano la cifra record di 770mila euro, una buona fetta del budget complessivo di più di 10 milioni, ottenuti grazie a prestiti arrivati dall’Ungheria e destinati a una piccola società di Parigi: la E-Politic, a capo della quale c’è Paul-Alexandre Martin, il guru digital di Le Pen.

È il suo gruppo che diffonde i tweet con gli interventi televisivi della leader della destra d’oltralpe, prepara la newsletter per gli elettori, gestisce gli spazi web e accompagna attraverso i social viaggi e comizi in giro per la Francia. 

Prima di lui i fornitori del settore comunicazione del Rassemblement National – l’ex Front National – erano Frédéric Chatillon e Axel Loustau, nomi che in Francia riportano la mente al fronte universitario dei neofascisti più duri. I due inciamparono in un’inchiesta per sovrafatturazione su alcuni kit elettorali e hanno preferito rendersi meno visibili. Ma non sono scomparsi del tutto.

Paul-Alexandre Martin ha mantenuto – e ancora oggi mantiene – diversi rapporti societari e commerciali con gli ex esponenti di punta del Gruppo Unione Difesa, come ha ricostruito il quotidiano francese Le Monde in alcune inchieste pubblicate lo scorso anno. È appena la faccia più pulita e meno sulfurea di quel mondo, attento a non mostrare mai in pubblico contenuti apertamente estremisti. Ma i suoi rapporti con i duri del Gud sono solidi e, come vedremo, passano anche da Roma. 

La dolce vita
Frédéric Chatillon qualche giorno fa è stato condannato a 30 mesi di reclusione dalla Corte d’appello di Parigi, che ha confermato il verdetto di primo grado, arrivato lo scorso anno. La storia riguardava i kit elettorali che la sua società storica, la Riwal (con una sede a Roma nella centrale piazza Margana), aveva prodotto per il partito della destra francese nelle campagne elettorali del 2012.

Si trattava di pacchetti di comunicazione composti da un sito web, volantini e manifesti, venduti a 16.500 euro ognuno, attraverso l’associazione Jeanne, il micro-partito creato anni fa dal circolo familiare di Marine Le Pen. Secondo l’accusa, il prezzo – che venne poi rimborsato attraverso i finanziamenti pubblici – era sovrafatturato, e lo Stato francese nel 2019 aveva per questo chiesto 11,6 milioni di euro di risarcimenti al Rassemblement National e agli imputati.

Nel 2014, quando l’aria a Parigi cominciava a farsi difficile per lui, Chatillon si è trasferito a Roma, prendendo in affitto un attico con vista mozzafiato nel palazzo degli Odescalchi, a due passi da piazza Venezia. Ha creato la sede italiana della sua Riwal, anche se leggendo i bilanci non è possibile capire quali siano stati gli affari nella capitale italiana. 

Di certo Fred, come ama farsi chiamare, non ha mai rinunciato alla bella vita, insieme alla compagna e socia d’affari Sighild Blanc. Bollicine e sigari cubani, party sulla terrazza esclusiva con vista verso la Roma barocca, viaggi in Oriente e in Russia, mantenendo – però – più di un piede nel giro di Marine Le Pen.

In Francia è ben noto per i suoi stretti legami con il presidente siriano Bashar al-Assad e con il giro antisemita di Allan Soral e Dieudonné. A Roma preferiva la compagnia di Casapound, partecipando e facendosi fotografare al party di inaugurazione del marchio di moda Pivert, la catena di negozi gestita dal dirigente del movimento di estrema destra Francesco Polacchi. 

Il sindacalista dell’Ugl
I destini di Chatillon e Martin si sono incrociati di nuovo a Roma. Il patron della E-Politic nel 2017 apre in Italia la società Squadra Digitale, con un indirizzo particolare, via della Scrofa 39, ovvero lo stesso palazzo della sede nazionale di Fratelli d’Italia. Anche in questo caso i bilanci non forniscono nessuna informazione sull’attività e i clienti dell’agenzia di comunicazione creata dallo stratega digital di Le Pen.

Nel luglio 2021 la società – dopo aver trasferito la propria sede nella vicina piazza della Fontanella Borghese – inaugura un nuovo ufficio in via D’Ascanio, una traversa di via della Scrofa, a meno di cento metri dalla prima sede. In quegli stessi mesi Chatillon avvia un’importante operazione societaria insieme a Gian Luigi Ferretti, esponente dell’Ugl vicinissimo sia alla destra francese che al leader della Lega Matteo Salvini. Insieme creano il Gruppo Edda (Edda Mussolini è stata la prima figlia del dittatore fascista), che attira l’attenzione della Uif, il sistema di antiriciclaggio della Banca d’Italia. 

In un report  gli analisti di Palazzo Koch segnalano che Chatillon, pur essendo persona politicamente esposta, non ha segnalato la sua posizione. Analizzando i conti emergono poi consistenti bonifici partiti da società controllata della stesso Chatillon in Francia verso la sede romana della Riwal.

Una società controllata dall’esponente dell’estrema destra francese, la Erer, avrebbe poi – secondo la Uif – investito negli anni passati 1,39 milioni di euro nel ristorante Carré français (a due passi da piazza Cavour), passato nel 2019 sotto il controllo dell’ex marito di Marine Le Pen, Eric Iorio. 

Fino ad oggi non era però chiaro l’obiettivo finale dei movimenti finanziari da Parigi a Roma e l’oggetto sociale della nuova società, il Gruppo Edda. Nel dicembre del 2021 un’altra società controllata da Chatillon e dalla compagna Blanc, la Couesnon srl, investe una cifra che sfiora i 2 milioni di euro nell’acquisto di un appartamento proprio nel palazzo dove quattro mesi prima si era trasferita la Squadra Digitale di Martin, in via D’Ascanio. E che appartamento: «Ampio ingresso, corridoio di disimpegno, soggiorno-pranzo, cucina, quattro camere, tre bagni, disimpegno e un ripostiglio, con annessi una veranda a livello ed un terrazzo di pertinenza esclusiva», è la descrizione depositata in Conservatoria.

Il tutto per una superficie di 180 metri quadri, in una zona dove – secondo la borsa immobiliare dell’Agenzia delle Entrate – il valore raggiunge facilmente i 10mila euro al metro quadro. Poco dopo l’acquisto, il Gruppo Edda – che prima dell’operazione immobiliare ha visto uscire Gian Luigi Ferretti e diventare unici soci Chatillon e Blanc – trasferisce gli uffici in Via D’Ascanio. 

Rock’n’roll
Alla fine dello scorso dicembre – esattamente un anno dopo l’acquisto dell’appartamento di pregio nel cuore di Roma – quando si avvicinava la sentenza per il processo d’appello sulla sovrafatturazione dei kit per le campagne di Marine Le Pen, il Gruppo Edda conclude un’altra operazione finanziaria.

Una delle società della galassia Chatillon finita sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori francesi è la Unanime, le cui quote sono in buona parte controllate dalla compagna Sighild Blanc. Una società chiave della galassia cresciuta attorno al ricco piatto della comunicazione del Front Nationale: nel 2011 la Unanime appariva nella gerenza del giornale della campagna di Marine Le Pen, diffuso in migliaia di copie, come «concezione e stampa». 

A questa società, ricostruisce Le Monde, erano stati destinati 1,4 milioni di euro per il lavoro di grafica durante le campagne del Front National per le elezioni legislative del 2012. La Unanime alla fine è inciampata anche lei nelle inchieste della procura francese e nel corso del processo per la sovrafatturazione è stata accusata, tra l’altro, di aver pagato una fattura da 350mila euro a una società di Hong Kong, la Ever Harvest, di proprietà del fratello del commercialista del micropartito della famiglia Le Pen Jeanne, a sua volta fornitore della Riwal di Chatillon. I giudici francesi sospettavano che si trattasse di un espediente per trasferire i fondi all’estero, evitando di pagare le tasse. «È solo un meccanismo molto rock’n’roll», commentò Chatillon. 

Unanime, in ogni caso, fin dal 2011 è un pezzo chiave di quella galassia societaria del mondo della destra francese che per anni ha fornito i propri servizi al partito di Le Pen. Il 20 dicembre 2022 Chatillon e Blanc firmano un atto notarile per aumentare il capitale del Gruppo Edda.

Non versano soldi, ma conferiscono le loro quote della società Unanime, il cui controllo passa così negli uffici nel cuore di Roma appena acquistati, allo stesso indirizzo della Squadra Digitale di Paul-Alexandre Martin, l’imprenditore che ancora oggi cura parte della comunicazione nelle campagne elettorali di Marine Le Pen. Nell’atto è allegata anche una perizia sul valore attuale della società Unanime, che mostra come – nonostante il processo – sia ancora attiva, con un ricavo tra il gennaio e l’ottobre dello scorso anno di 328mila euro. 

Se dietro il flusso milionario di soldi da Parigi a Roma si nasconda anche l’avvio di una attività nella comunicazione politica anche in Italia al momento non è chiaro. È certo, però, che i fili tra la destra francese e italiana sono solidi, anche se riservati. Il partito di Marine Le Pen non ha mai preso le distanze o tagliato definitivamente i ponti con il gruppo del Gud.

L’ex tesoriere del Rassemblement National ha spiegato a Mediapart che «Frédéric Chatillon non ha mai tradito la nostra fiducia, ha sempre lavorato con noi con totale lealtà, ritengo che ci si possa sempre fidare di lui». E i gudard possono godere di fiducia incondizionata e ottimi appoggi anche in Italia, tra i vicoli del salotto buono romano. Magari con un occhio alle prossime elezioni europee, quando le alleanze internazionali conteranno.

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