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Pio e Amedeo hanno subito un tentativo di censura dalla Rai, ma ieri se ne sono dimenticati

Immagine di copertina

Se Fedez fin qui aveva torto (perché nella vicenda Rai ha parecchio torto), poi, come spesso succede nella vita, è arrivato qualcuno che ha più torto di lui e allora tocca rimettere le cose a posto. 

S&D

Parliamo quindi dei due barricadieri Pio e Amedeo che ieri, dal palco dei Seat Music Award, hanno ritirato un prestigiosissimo premio “per aver innovato il linguaggio televisivo”.

Premio che però, di suo, ha poco di innovativo, visto che la dinamica è un po’ vecchiotta: il Seat Music Award è prodotto da Friends & Partners, che guarda caso è l’agenzia di molti vip tra cui Vanessa Incontrada (che lo presenta) e indovinate chi? Gli innovatori del linguaggio Pio e Amedeo.

Davvero rivoluzionario prendere un premio ad un evento prodotto dalla propria agenzia. Del resto, l’impronta sovversiva accompagna da sempre le performance dei due innovatori del linguaggio (ci ricordiamo la satira su Piersilvio Berlusconi o sul papa a Mediaset. Ah no. Se la sono presa al massimo con i negri), i quali si prendono così poco sul serio da esordire, ieri, così: “Se Pio e Amedeo sono in diretta in prima serata vuol dire che la Rai è libera!”.

A parte quella terza persona che denota umiltà, a quanto pare i due si sentono mine vaganti nell’inginocchiato mondo della tv. I “Che e Fidel del foggiano”. Se uno porge loro un microfono rischia la guerra civile. La caduta del governo. Un meteorite. Lo spegnimento del nucleo solare. E sembravano convinti, perché poi, dopo aver specificato che nessuno ha chiesto loro cosa avrebbero detto sul palco, hanno pure iniziato un’ imbarazzante invettiva contro Fedez. Roba che forse sarebbe stato meglio censurarli, ma per il loro bene. Dico imbarazzante perché secondo il Che e Fidel “la Rai non censura nessuno e comunque in diretta uno dice quello che vuole, si fa così, Fedez ha voluto fare la polemica così vendeva gli smaltini e “fate swipe up!”.

Ora, a parte che se la polemica serve a vendere sui social, loro quindi le polemiche le fanno per illuminare le proprie (legittime) marchette sui social a noti marchi di birra (sul pedalò con la birra Peroni per il contest dell’estate ci stanno gratis?), il punto fondamentale è però un altro. È vero, Fedez alla fine non è stato censurato, la telefonata da lui registrata era ben più  conciliatoria di come riportato nel suo sfogo drammatico, ma la premessa (generica) “la Rai non censura nessuno” è di un’ipocrisia vergognosa.

Primo perché dimostrano di non conoscere la storia della Rai, della politica e di questo Paese (ma questo ci stupisce poco), secondo perché forse il Che e Fidel hanno una memoria che somiglia alle loro battute: fiacca, fiacchissima.

Li aiuto a ricordare. Agosto. Anno 2018. I due sono in vacanza a Formentera (anche le loro vacanze sono innovative). Finiscono nella villa di Ferdinando Salzano (capo di Friends & Partners, appunto) e lì nasce non solo la loro collaborazione ma anche l’idea di farli andare ospiti al Festival di Sanremo con Baglioni.

Poco tempo dopo i due vanno a conoscere Baglioni a Verona, fanno i simpatici, gli rubano il salame in camerino. Tutto confermato. Baglioni fa la conferenza stampa di Sanremo, ai tempi il direttore di Rai 1 era Teresa De Santis. In quella conferenza Baglioni pronuncia alcune parole di buonsenso in favore dei migranti e la De Santis lo fulmina definendolo “comizio” e dicendo che la sua opinione politica l’avrebbe dovuta destinare ad altro luogo.

Giusto per contestualizzare e far comprendere il clima di democrazia che si respirava. Pio e Amedeo, due giorni prima dell’ospitata, inviano il testo del loro monologo, in alcuni passaggi facevano riferimento a Salvini. La sera viene loro comunicato che la Rai imponeva dei tagli nella parte sulla politica. Loro non accettano la CENSURA e fino alle tre e mezzo di notte la partecipazione è ufficialmente saltata. Si cerca allora la via del compromesso. Loro vanno comunque alle prove convinti dall’entourage e accettano le modifiche al testo. Il loro nome però sulla scaletta non è neppure indicato, quindi c’è forte incertezza. Hanno 12 minuti a disposizione. Alla fine salgono sul palco e fanno (quasi) tutto quello che vogliono, prendendosi la scena per il doppio del tempo e facendo quasi tutte le battute che volevano fare. 

Ora, bravi eh. Così si fa. Solo che ieri sera bastava dire la verità. Tutta però.

Come mai i due innovatori chiedono l’applauso alla Rai (ieri lo hanno fatto, giuro) perché “i dirigenti non censurano e lasciano liberi”, quando loro stessi nel 2019 hanno vissuto sulla propria pelle i tentativi di censura della Rai (di altri dirigenti, per carità)?

Tentativi che hanno gestito con la giusta furbizia, per carità, ma che li hanno tenuti svegli una notte, tra discussioni infinite al telefono e scazzi poco simpatici. Tra l’altro, un tentativo di censura molto più severo di quello accaduto a Fedez, perché Fedez alla fine è salito sul palco autorizzato a dire quello che voleva, loro no.

Loro hanno aggirato l’ostacolo, approfittando (astutamente) della diretta. Se il programma fosse stato registrato avrebbero accettato la censura. O se ne sarebbero rimasti a casa a televotare Mahmood. E inoltre, loro la Rai li ha pagati (circa 15mila euro), Fedez è andato gratis.

Insomma, la Rai ieri sera non li ha censurati, è vero. Il Che e Fidel si sono censurati da soli, non ce n’è stato neppure bisogno. 

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