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“Cerco collaboratore, in cambio offro gratitudine e una cena”: la figuraccia del prof. Boldrin

Immagine di copertina

L'annuncio shock del docente di Economia della Washington University, in cerca di un gestore per i canali podcast. Non contento, l’accademico ha definito pure “gentaglia” affetta da “deficienze cognitive” chi lo ha criticato sui social

«Cerco un gestore, fidato, per i canali podcast miei che non ho tempo di seguire. Chi volesse aiutare – in cambio di gratitudine e una cena quando abbiamo occasione di incontrarci – scriva al mio indirizzo di lavoro». È il testo di una richiesta di collaborazione pubblicata qualche giorno fa su Facebook da Michele Boldrin, professore di economia alla Washington University in St Louis e fondatore del think tank liberista “Liberi e Oltre”. Un annuncio come tanti se ne vedono ogni giorno, non fosse che a farlo diventare speciale è stato l’atteggiamento del professore che, punto sul vivo, ha deciso di passare ore e ore a insultare chiunque avesse osato fargli notare che il lavoro va retribuito. «Paghi e troverà», ha scritto Giorgio. Questo commento di tre parole ha scatenato la furia dell’economista, che ha cominciato a inveire dando del verme e del fallito al povero ragazzo. «Capisco che nel mondo dei vermi le parole cooperazione e attività sociali e good will siano assenti, così come i concetti. I vermi vermi sono, anche se per ricordarci quanto sfigata è la loro vita si mettono le corone d’alloro in testa». E poi, ancora: «Fallito, non sono per niente scaldato. E so perfettamente di non essere nel torto. Ho un tale disprezzo per falliti della tua miserabil fatta che mi sento in dovere di comunicartelo. Vi dedicherò un pensierino personalizzato al più presto, siete il perfetto esempio di cosa significa “gente che non vale un cazzo e non combinerà un cazzo”».

S&D

Niente male per un professore universitario, è esattamente l’approccio da utilizzare nei riguardi di chi ha semplicemente fatto notare che una collaborazione, fissa o saltuaria che sia, andrebbe retribuita. Insomma, non è così che dovrebbe pensarla un liberale? Il lavoro si paga, nessuno fa nulla per nulla. A quanto pare, no. La discussione è proseguita su Twitter, infiammata dagli accoliti di Liberi e Oltre che hanno cercato di difendere il professore liberista ponendo l’accento sulla pregiatissima attività di divulgazione che l’esimio regala agli utenti in maniera totalmente gratuita. «Allora chiudiamo la Croce Rossa, Verde e Bianca?», ha domandato laconico uno dei fan, paragonando la collaborazione con Boldrin ad attività di volontariato di ben altra utilità sociale. A un certo punto, Boldrin ha fatto sparire il post incriminato, rendendolo privato, e subito dopo ha vergato una lunghissima spiegazione sostenendo di non aver mai avuto intenzione di cercare una collaborazione fissa, ma solamente un aiuto una tantum per far andare un software che non aveva avuto il tempo di far funzionare da solo. Molto interessante, peccato che non fosse possibile evincere una cosa del genere dalla frase «cerco un gestore fidato per i miei canali podcast». Anche fosse, sarebbe bastato spiegare l’inconveniente dettagliando il motivo della ricerca. E invece no, Boldrin ha ulteriormente rincarato la dose dando della “gentaglia” ai critici, sottolineando le loro “deficienze cognitive” e il loro egoismo e incapacità di comprendere che «le persone normali si fanno favori reciproci e che ci trovano anche soddisfazione. Graziaddio la maggioranza di noi queste cose le capisce e questo tiene in piedi, anche se molto malamente a causa di questi, il paese». Com’è umano, lei. Che poi, chissà che pacchia dare una mano a una persona che inizia a urlare improperi a chiunque osi non essere d’accordo con lui. Anche solo per questo la retribuzione dovrebbe essere d’obbligo. Mica può essere un’attività gratuita sopportare una persona così.

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