Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:09
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Indiscreto, Draghi è ai ferri corti coi partiti: in gioco ci sono i soldi del Pnrr

Immagine di copertina
credit: ansa foto

Chi lo conosce bene lo descrive come furioso con i partiti, anche se l’uomo è molto bravo a dissimulare la propria rabbia interiore. Qualcuno, nel suo cerchio stretto, arriva persino a pensare che sia cominciato lo showdown, il conto alla rovescia, se i partiti non metteranno immediatamente la testa a posto. Perché a Mario Draghi non gliene va più bene una: dopo essere stato “trombato” nella corsa per il Quirinale continuano i problemi in seno alla maggioranza di governo dove ogni partito sembra andare in ordine sparso a cominciare proprio da quelli che più fortemente lo avevano bocciato nella corsa al Quirinale per tenerlo inchiodato a palazzo Chigi. Quando si dice la lealtà.

S&D

Il premier non solo è infuriato con Matteo Salvini che ieri ha fatto l’ennesima fuga in avanti sul green pass ma anche con il partito democratico che a dispetto delle belle parole spese a difesa del governo appena può ci mette lo zampino per metterlo in difficoltà come nel caso della norma poi cassata sull’Ilva. Norma che avrebbe messo in forte difficoltà uno dei pupilli prediletti di Mario Draghi, Franco Bernabè. Ed è stata proprio questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso, il vero motivo che ha fatto scattare l’intemerata di Mario Draghi nei confronti dei partiti, con tanto di “cazziatone” fatto ai capi delegazione.

Il problema adesso saranno le misure chiave per l’ottenimento della seconda tranche del Pnrr: delega fiscale, concorrenza e appalti. Palazzo Chigi ha già fatto sapere per le vie brevi ai leader di partito che non saranno tollerate fuga in avanti e che la tenuta della maggioranza si misurerà principalmente su questi tre dossier. Proprio per questo, l’ultima novità che giunge da palazzo Chigi è che potrebbe essere potenziato il ruolo del sottosegretario Garofoli: l’idea è di affiancarlo al ministro D’Incà nella speranza che in Parlamento tutto fili liscio. Soprattutto per quanto riguarda i provvedimenti utili all’ottenimento dei fondi europei.
Chissà però come la prenderà Giuseppe Conte, visto che di fatto il grillino D’Inca verrebbe “commissariato”.

Ti potrebbe interessare
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Ti potrebbe interessare
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Opinioni / Noi giovani e la politica, tra apatia e grandi battaglie (di G. Brizio)
Esteri / Di chi è il Medio Oriente? I limiti di Washington e il campo minato delle grandi potenze mondiali (di G. Gambino)
Opinioni / Le Europee saranno le prime elezioni a ridefinire il ruolo dell’Ue nel mondo (di S. Mentana)
Opinioni / Campo rotto: salvate i soldati Conte & Schlein
Esteri / Erdogan non è imbattibile: ma il futuro del leader turco e dell’Akp è ancora tutto da scrivere
Opinioni / L'Europa corre ciecamente verso la guerra (di R. Parodi)
Opinioni / La boutade di Macron sull’Ucraina e l’Ue che deve imparare a difendersi da sola (di S. Mentana)