Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:10
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Il vero posto dei crocifissi, se si crede davvero, non è sulle bandiere e sui muri delle aule. Ma nelle Chiese e nei cuori

Immagine di copertina

Il vero posto dei crocifissi, se si crede davvero, non è sulle bandiere e sui muri delle scuole. Ma nelle Chiese e nei cuori

Ecco un bell’esempio di sentimenti di protervia delle minoranze esagitate che si presumono maggioranza, e danno spettacolo di arroganza. Il ministro Fioramonti dice ad “Un Giorno da pecora” poche condivisibili parole sui simboli religiosi nella scuola: “Il crocifisso è una questione divisiva, può attendere”. E poi aggiunge – il che è indubbio – che in una scuola laica non dovrebbero esserci segni confessionali.

Forse si sarebbero dovuti arrabbiare i laici, per parole certo prudenti, ma che descrivono il paradosso di una scelta necessaria, ma non ancora adottabile per rispetto della storia, e per non inaugurare crociate laiciste. Perché in questa sequenza Fioramonti dice quello che qualsiasi servitore dello Stato dovrebbe dire, rappresentando una paese intero, e non una confessione. Anche perché subito dopo il ministro aggiunge che – siccome non vuole far vita a guerre di religione – il crocifisso resta dove sta.

Crocifisso a scuola? Il ministro Fioramonti contrario. La Chiesa: “Toglierlo darebbe solo manforte a Salvini”

Apriti cielo. Subito dopo inizia il delirio. I soliti bigottoni assatanati, i politici del clic facile, e tantissimi miserabili che non credono a nulla, danno vita ad un singolare linciaggio, polemizzando con il ministro per quello che dice di NON voler fare, ma che sostiene di ritenere opportuno in linea di principio. Fantastico. Siamo al reato di opinione. Togliamo per un attimo da questa turba scomposta i poveretti a caccia di consensi facili, gli identitari ottusi e quelli che ogni anno si inventano che nelle scuole italiane ci siano bande di professori comunisti che vogliono scristianizzare l’Occidente e sostituire il presepe con la mezzaluna.

A questi cattolici finti e alla loro religione di cartapesta bisognerebbe ricordare che vogliono i simboli della religione ma poi ne disprezzano i valori a a cominciare dall’umanità e dalla carità. E sarebbe molto bello poter spiegare loro che il vero posto dei crocifissi, se si crede davvero, non è sulle bandiere e sui muri delle aule. Ma nelle Chiese e nei cuori.

Ecco perché Salvini sventola il rosario nei suoi comizi: vuole conquistare la Chiesa che non sta con Bergoglio

Ti potrebbe interessare
Opinioni / La polarizzazione politica non lascia fuori nemmeno le app di incontri (di S. Mentana)
Esteri / Il piano di Trump è l’unica via possibile per la pace in Ucraina (di F. Bascone)
Opinioni / Rimettiamo al centro il capitale umano (e chi lo sostiene) - di G. Gambino
Ti potrebbe interessare
Opinioni / La polarizzazione politica non lascia fuori nemmeno le app di incontri (di S. Mentana)
Esteri / Il piano di Trump è l’unica via possibile per la pace in Ucraina (di F. Bascone)
Opinioni / Rimettiamo al centro il capitale umano (e chi lo sostiene) - di G. Gambino
Esteri / Ecco cosa ho visto nella Cisgiordania strangolata dal regime di Netanyahu (di L. Boldrini)
Cronaca / La famiglia del bosco e il nostro bisogno di definizione (di L. Tomasetta)
Opinioni / Nelle città che cambiano sono le persone a disegnarne i confini (di S. Mentana)
Opinioni / La nuova era dell’energia (di G. Gambino)
Opinioni / Un’economia fondata sull’eredità è un’economia ferma (di G. Gambino)
Esteri / La disaffezione per la politica non è invincibile: la lezione per la sinistra che arriva da New York (di R. Parodi)
Opinioni / Il crollo di Tor de’ Conti e il problema degli spazi di Roma lasciati in abbandono