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Home » Opinioni

Ue, nuova Politica Agricola Comune: “Mai più lavoratori sfruttati con soldi pubblici”

Immagine di copertina
Credit: ANSA

La nuova riforma permetterà di avere una PAC più verde, più equa e in grado di tutelare i lavoratori e i territori

Dopo tre anni di lavoro, di cui quasi otto mesi di intensi negoziati tra Parlamento e Consiglio, l’accordo politico raggiunto ieri sulla riforma della Politica agricola comune (PAC) costituisce una tappa di portata storica per l’Unione europea. 

L’agricoltura rappresenta infatti la prima voce nel bilancio comunitario e la costruzione di un approccio condiviso, che superi integralmente le spinte nazionaliste, consente di rafforzare i diritti dei lavoratori garantendo, al contempo, la sostenibilità ambientale, la salvaguardia dei terreni agricoli e la valorizzazione della biodiversità.

L’intesa raggiunta permetterà inoltre di puntare su una programmazione strategica che volge finalmente lo sguardo in prospettiva, definendo una cornice entro cui la tutela del Made in Italy viene assicurata in modalità strutturale. 

Con l’accordo raggiunto ieri, siamo riusciti a garantire ancora una politica comune europea, evitando il rischio di ri-nazionalizzazione, presente nella proposta iniziale della Commissione del 2018, che abbiamo da sempre considerato negativo per i nostri agricoltori.

Ma avremo soprattutto una PAC più verde in quanto il 25 per cento dei pagamenti diretti sarà destinato agli eco-regimi, misure che gli agricoltori potranno implementare e che aiuteranno moltissimo nella lotta al cambiamento climatico e alla protezione del nostro territorio.

Parallelamente la riserva nel fondo per lo sviluppo rurale a misure ambientali sarà del 35 per cento. Ma la nuova PAC sarà anche più equa, con maggiori fondi alle piccole e medie aziende agricole e con la nuova cosiddetta dimensione sociale. Grazie infatti all’azione politica del gruppo dei Socialisti e dei Democratici il tema del lavoro è ora uno dei pilastri della PAC: mai più sfruttamento della manodopera con i fondi pubblici e diritti dei lavoratori rafforzati. 

L’accordo sulla nuova PAC, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2023, segna una progressione sostanziale nella storia di questa politica e una tappa importante nella lotta al cambiamento climatico, pur mantenendo prioritaria l’attenzione agli aspetti sociali ed economici dell’agricoltura.

Ora la sfida passa agli Stati membri che dovranno presentare i loro piani strategici nazionali in grado di implementare gli assi portanti della nuova PAC, con i suoi obiettivi europei senza tralasciare le peculiarità e il valore aggiunto di ogni territorio.

Grazie alla nuova PAC continueremo a garantire sicurezza alimentare e cibo di qualità ai cittadini europei, rafforzando la capacità produttiva dei nostri agricoltori e allo stesso tempo dando un contributo chiave nella lotta al cambiamento climatico.

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