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“Ho fatto l’infiltrato sulle navi delle ong per conto della Lega e di Salvini. Oggi mi hanno abbandonato”

Immagine di copertina

Pietro Gallo, agente della sicurezza a bordo della Vos Hestia, racconta al Fatto del suo compito di documentare presunti illeciti nella gestione dei salvataggi dei migranti

“Lei si rende conto che era una sorta di ‘infiltrato’ a bordo per conto della Lega? Certo”.

Questo è uno dei passaggi dell’intervista concessa al Fatto Quotidiano da Pietro Gallo, agente della sicurezza a bordo della Vos Hestia, la nave utilizzata da Save The Children per i soccorsi.

Grazie alle rivelazioni di Gallo, nell’ottobre 2016, partirono le indagini della procura di Trapani sulle Ong.

Un’intervista che ha fatto molto discutere e che mostra come Gallo fosse una sorta di infiltrato nel mondo delle Ong per conto della Lega e di Matteo Salvini.

L’iniziativa, va detto, era partita dallo stesso Gallo che oggi si dice pentito e abbandonato. Il compito di Pietro Gallo era quello di documentare presunti illeciti nella gestione dei salvataggi dei migranti, scattare fotografie, arrivare persino a registrare delle conversazioni con esponenti di Save The Children.

Gallo racconta di essersi offerto volontariamente a Salvini per fornirgli prove contro le Ong; di aver chiesto protezione in caso di perdita del lavoro e di aver ricevuto rassicurazioni, ma che poi il lavoro lo ha perso e non ha avuto nulla.

“Quando la collega incontrò Salvini a Milano con il suo staff, spiegò che rischiavamo di perdere il lavoro, perché ci avrebbero ritenuto delle spie. La collega mi riferì d’essere stata rassicurata: le dissero di non preoccuparsi”, si legge nell’intervista, che continua:

“Come ha inteso questa rassicurazione? Se avessi perso il lavoro, avrei ricevuto un aiuto a trovarne un altro. Infatti l’ho perso. Non ho mai chiesto nulla. Però, ho ricevuto delle minacce, collegate alle mie denunce sulle Ong, e quando l’ho fatto presente allo staff del ministro non ho ricevuto neanche una telefonata di solidarietà.

Gallo prosegue e spiega che Salvini senza di lui non avrebbe mai costruito la sua campagna elettorale, il suo consenso e nemmeno la sua politica estera; alla domanda “lei nei suoi mesi a bordo ha assistito a contatti tra Ong e trafficanti?” risponde “No, mai”; ammette di aver fatto la spia per conto della Lega e di questo si vergogna, “anche per assenza di solidarietà e gratificazione”.

Un passaggio particolarmente interessante dell’intervista riguarda i contatti tra Ong e trafficanti.

“Lei nei suoi mesi a bordo ha assistito a contatti tra Ong e trafficanti?”, viene chiesto a Gallo. Il quale risponde:  “No. Mai. Noi ci piazzavamo in punti dove di solito erano già avvenuti i recuperi. Ho svelato che i trafficanti accompagnavano i gommoni e davanti a noi li riportavano indietro”.

Va inoltre detto che le dichiarazioni di Gallo sono state considerate attendibili. La procura ha indagato 20 persone, tra comandanti delle navi e volontari delle ong Jugend Rettet, Save the Children e Medici senza frontiere. È l’unica inchiesta sulle Ong rimasta in piedi.

Le altre sono state archiviate. L’accusa: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La procura ha sempre precisato: gli eventuali reati sono avvenuti esclusivamente per salvare vite umane.

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