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    Regeni, in un anno l’ambasciatore Cantini non ha risolto nulla. Fico vola al Cairo per la verità: il punto

    È trascorso esattamente un anno da quando l’ambasciatore italiano Gianpaolo Cantini è tornato al Cairo. Nel frattempo è cambiato il governo e le speranze sul ritrovamento della verità sull'omicidio Regeni erano alte. Cosa è cambiato

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 14 Set. 2018 alle 11:13 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:57

    Il 14 settembre 2018 è trascorso esattamente un anno da quando l’ambasciatore italiano Gianpaolo Cantini è tornato al Cairoregeni fico 

    Nel frattempo, in entrambi i paesi, Italia ed Egitto, si sono tenute le elezioni politiche e se qualcosa – almeno stando alle promesse pre elettorali – sarebbe dovuto cambiare tra i due paesi, nulla è mutato nella ricerca della verità per il giovane ricercatore friuliano ucciso nel 2016, Giulio Regeni.

    In Egitto, il presidente uscente, Abdel Elfattah Al-Sisi, è stato rieletto con il 97,08 per cento dei voti, pari a oltre 21,8 milioni di preferenze.

    La sua corsa è stata sostanzialmente priva di ostacoli, facendo arrestare o portando alle dimissione i suoi principali avversari.

    Al-Sisi, responsabile di un colpo di stato nel 2013 ai danni del suo predecessore Mohammed Morsi, è stato eletto presidente nel 2014. Da allora il governo ha intrapreso una pesante campagna repressiva contro il dissenso, imprigionando migliaia di persone. regeni fico 

    In Italia si è formato un governo sostenuto dal Movimento Cinque Stelle e Lega. Gli esponenti di entrambi i partiti hanno sempre sostenuto che la verità sulla morte di Giulio fosse una condizione imprescindibile per riattivare i rapporti tra i due paesi.

    Eppure, saliti al governo, le posizioni dei nuovi politici sull’omicidio Regeni sembrano essere cambiate. Si è lavorato molto per riprendere le collaborazioni economiche e le dichiarazioni dei vice-premier sono andate per lo più nella direazione di favorire gli scambi Italia-Egitto, relegando l’omicidio Regeni quasi a un”incidente”. regeni fico 

    “Non si possono annullare i rapporti con l’Egitto in attesa di sviluppi sul caso Regeni”: queste le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini che ad agosto interveniva sulla vicenda del ricercatore friulano.

    “Il presidente Al-Sisi mi ha detto ‘Giulio Regeni è uno di noi'”, riportava il vicepremier Luigi Di Maio di ritorno dal Cairo il 28 agosto scorso.

    L’unico che non avrebbe dovuto cambiare il proprio focus, il senso della sua permanenza al Cairo era proprio l’ambiasciatore Cantini.

    La sua missione era quella di “trovare la verità” per Giulio Regeni. Ma dell’operato di Catini in Egitto, fino ad oggi, sono giunte davvero poche notizie. Quantomeno sulle indagini per Giulio. regeni fico 

    Quel che è certo è che la sua figura ha aiutato a rinsaldare, oggi più che mai, i rapporti commerciali tra Italia ed Egitto.

    Dobbiamo constatare che a un anno di distanza, purtroppo, le indagini non hanno visto nessuno sviluppo significativo. Il materiale messo a disposizione – con grave ritardo – da parte della procura del Cairo alla procura di Roma non ha infatti consentito di identificare alcun elemento utile alle indagini, con la conseguenza che dopo due anni e mezzo non è stato compiuto nessun progresso”.

    Lo scrive il direttore generale di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, che ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi, chiedendo quali passi avanti, negli ultimi 12 mesi, siano stati chiesti e ottenuti per conoscere la verità sul sequestro, la sparizione, le torture e l’uccisione di Giulio Regeni. regeni fico 

    Rufini ha sottolineato come, da parte del governo italiano, vi sia “un dovere politico e istituzionale, non solo per la memoria di Giulio e per la sua famiglia, ma anche e soprattutto in virtù dei principi di libertà e giustizia su cui si fonda la nostra democrazia, di arrivare alla ricostruzione della verità”.

    L’unica voce fuori dal coro resta, al momento, quella del presidente della Camera Roberto Fico, che sembra intenzionato a trovare la verità per Giulio: “Occorre una verità sostanziale e definitiva sulla morte di Giulio Regeni”, diceva a luglio. E ancora, “Senza avanzamento serio delle indagini per me non potranno esserci rapporti con l’Egitto”, ha dichiarato in una recente intervista al Fatto Quotidiano. regeni fico 

    Fico ha inoltre annunciato che andrà “al Cairo, invitato dal Presidente del Parlamento egiziano, e questa visita sarà anche l’occasione per porre nuovamente l’attenzione sulla ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni, sequestrato, torturato e ucciso in Egitto”.

    “È uno dei punti sul tavolo, lo sto seguendo dall’inizio del mio insediamento. La verità va perseguita per comprendere cosa sia accaduto al nostro ricercatore. Lo dobbiamo a lui, ai genitori e a noi stessi. Su questa lotta non mi fermerò mai e tutte le istituzioni sono allineate in questa volontà. Non ci fermeremo finché non avremo verità”.

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