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La lettera dei genitori di Giulio Regeni a Mattarella: “Nessuno ci ridarà nostro figlio, ma diteci la verità sulla sua morte”

I genitori del ricercatore friulano ucciso al Cairo nel 2016 hanno incontrato il presidente della Repubblica Mattarella al quale hanno consegnato una lettera con la richiesta di fatti concreti per la ricerca della verità su Giulio

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 4 Ott. 2018 alle 08:59 Aggiornato il 4 Ott. 2018 alle 11:51

“Non siamo tanto contenti, devo dire la verità. È un anno che è stato mandato giù l’ambasciatore in Egitto, nel suo mandato c’era la richiesta di ‘Verità per Giulio‘, ma è passato un anno e la verità ancora non c’è, la Procura sta aspettando da dicembre delle cose, nei video hanno dei buchi nell’ora clou. È tempo che ci sia, che si tirino fuori delle cose: non vogliamo mezze verità, ma la verità”.

Lo ha detto Paola Regeni, madre di Giulio dal palco della serata organizzata al Teatro India di Roma per l’arrivo della bicicletta in ricordo del giovane ricercatore friulano partita il 22 settembre scorso dal Friuli.

Il 14 settembre 2018 è trascorso esattamente un anno da quando l’ambasciatore italiano Gianpaolo Cantini è tornato al Cairo.

Il 3 ottobre i genitori di Giulio Regeni sono stati ricevuti a Montecitorio dal presidente della Camera, Roberto Fico e poi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al quale Paola Deffendi e Claudio Regeni hanno consegnato una lettera.

“Oggi sono trentadue mesi da quando il corpo di nostro figlio è stato fatto ritrovare barbaramente assassinato al Cairo. Sapesse quanto dolore e quanta fatica ci accompagnano da allora. Nulla è stato più uguale a prima”, si legge nella missiva il cui contenuto integrale è stato pubblicato dal quotidiano La Repubblica.

“Ma non possiamo fermarci. Abbiamo bisogno, dopo tanta attesa e tante oltraggiose menzogne che alle parole si aggiungano i fatti: dobbiamo sapere chi e perché ha preso, torturato e ucciso Giulio”.

Poi l’appello al Presidente: “Lo chiediamo non solo da genitori ma da cittadini di quell’Italia che Lei ama, rappresenta e tutela. È un’esigenza corale non una faccenda privata. Nessuno potrà ridarci Giulio ma non possiamo permettere che la nostra dignità di italiani venga offesa con bugie e silenzi”.

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