Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:31
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

L’Irlanda non riesce a formare un governo

Immagine di copertina

Il voto del 26 febbraio 2016 ha bocciato i principali partiti, nessuno ha la maggioranza per nominare il premier

Il Parlamento irlandese, frammentato dai risultati delle elezioni del 26 febbraio 2016, non riesce a nominare il nuovo primo ministro per formare un governo. L’ex premier Enda Kenny, aveva l’appoggio del suo partito di centro sinistra, il Fine Gael e dei laburisti, ma ieri non è riuscito a ottenere la fiducia del parlamento, con soli 57 voti a favore e 94 contrari.

S&D

È fallito anche il tentativo di essere nominato primo ministro del leader dell’altro maggior partito irlandese, Micheal Martine del Fianna Fail (centrodestra) e di Gerry Adams, il presidente del partito di estrema sinistra nazionalista Sinn Fein.

Si apre così la strada a settimane di trattative e consultazioni tra le diverse formazioni politiche per risolvere l’impasse e dare un nuovo governo al paese. L’Irlanda è solo l’ultima di altre nazioni europee uscita dalle urne con un risultato incerto, come Spagna e Slovacchia, con gli elettori che bocciano i partiti di governo e le politiche di austerità.

Lo scenario più probabile è quello di una grande coalizione tra Fine Gael e Fianna Fail, anche se la prospettiva lascia problemi aperti: con i suoi 23 seggi Sinn Fein resterebbe l’unico grande partito all’opposizione e potrebbe sottrarre consensi a sinistra a Fine Gael. L’altra opzione è un governo di minoranza di Fine Gael con l’appoggio condizionato di Fianna Fail.

Di sicuro è un momento storico per il sistema politico irlandese. Una grande coalizione tra i due partiti nati dalle opposte fazioni alleate durante la guerra di indipendenza segnerebbe la fine di una rivalità durata quasi un secolo avvicinandolo a una dinamica simile a quella tedesca.

Politicamente, le differenze tra i due partiti potrebbero apparire minime: entrambi sono convinti europeisti, a favore del mercato e del capitalismo e sostengono, con toni più o meno accesi, l’unificazione dell’Irlanda. Ma la distanza ideologica affonda soprattutto su motivi di natura sociale e di appartenenza regionale, che rendono difficile un accordo.

L’incertezza politica non sembra tuttavia avere ricadute sull’economia, che vive una straordinaria fase di sviluppo, con un tasso di crescita tra i più alti al mondo: nell’ultimo trimestre del 2015 il Pil è cresciuto del 9,2 per cento, con un più 7,8 per cento su base annua.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Peggiorano le condizioni di Re Carlo: “Sta molto male, ci si prepara al peggio”
Esteri / Meloni annuncia: "Papa Francesco parteciperà al G7 | VIDEO
Esteri / Houthi: i ribelli del Mar Rosso che combattono Israele
Ti potrebbe interessare
Esteri / Peggiorano le condizioni di Re Carlo: “Sta molto male, ci si prepara al peggio”
Esteri / Meloni annuncia: "Papa Francesco parteciperà al G7 | VIDEO
Esteri / Houthi: i ribelli del Mar Rosso che combattono Israele
Esteri / Accordi di Abramo: anatomia di un fallimento geopolitico
Esteri / L’Iran è un Paese spaccato a metà
Esteri / Le elezioni Usa saranno un bivio tra guerra e pace
Esteri / La nuova mappa delle alleanze in Medio Oriente
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Perché nessuno ha fermato Netanyahu?
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele